Ottimo scatto per questa Ritmo appartenente ai primi lotti di produzione, oramai rarissima da incrociare, ancor più nelle condizioni complessivamente decorose in cui sembra presentarsi.
In tempi non facili in cui uno dei maggiori problemi del management era il "governo" della fabbrica, le cui tensioni sfoceranno poi nella "marcia dei 40mila" dell'ottobre 1980, e dai capireparto in su non era improbabile finire nel mirino di gruppi terroristici, mentre il paese viveva una complicata situazione politica ed economica, con tassi di inflazione tra il 15 e il 20%, nondimeno la FIAT manteneva ancora la volontà di concentrarsi sul core business e di reagire investendo in un prodotto innovativo come la Ritmo, il cui design ebbe un effetto talmente dirompente e fu ritenuto talmente anticonvenzionale, specie se paragonato alla valida ma oramai superata 128 che, sostanzialmente, sostituiva, da dividere nettamente il pubblico in opposte fazioni. Non mancarono piccoli difetti dovuti a componentistica non sempre adeguata e ad assemblaggi non sempre perfetti, per i quali, peraltro, si ricorse mi pare per la prima volta all'impiego diffuso di apparecchiature robotizzate, ma, in generale, la Ritmo fu una vettura che meritò ampiamente il suo notevole successo per la piacevolezza dell'aspetto, la praticità d'uso e l'affidabilità della sua meccanica.
Peraltro, una certa facilità ad essere aggredita dalla corrosione, a subire la scoloritura di plastiche e verniciature, e, in generale, ad essere vittima tipica (come quasi tutte le vetture FIAT) delle campagne di rottamazione, ha contribuito ad accelerare la scaomparsa dei numerosi esemplari circolanti, spesso molto sfruttati per lavoro o per esigenze personali, come da tradizione per le medie e piccole della casa torinese.
Una CL senza tergilunotto?!?
Credo di non averla mai vista nemmeno all'epoca. Era uno dei classici "optional obbligatori" che andavano tanto in voga una volta?
Ce l'aveva persino la nostra 60L, che se solo avesse potuto, avrebbe avuto una panchina al posso dei sedili e le ruote di una bicicletta...
Quando mio padre acquistò la sua 60 CL, alla fine del '79, il tergilunotto era uno dei tanti optional praticamente "obbligatori", come le cinture di sicurezza anteriori e i vetri atermici.....
In tempi non facili in cui uno dei maggiori problemi del management era il "governo" della fabbrica, le cui tensioni sfoceranno poi nella "marcia dei 40mila" dell'ottobre 1980, e dai capireparto in su non era improbabile finire nel mirino di gruppi terroristici, mentre il paese viveva una complicata situazione politica ed economica, con tassi di inflazione tra il 15 e il 20%, nondimeno la FIAT manteneva ancora la volontà di concentrarsi sul core business e di reagire investendo in un prodotto innovativo come la Ritmo, il cui design ebbe un effetto talmente dirompente e fu ritenuto talmente anticonvenzionale, specie se paragonato alla valida ma oramai superata 128 che, sostanzialmente, sostituiva, da dividere nettamente il pubblico in opposte fazioni. Non mancarono piccoli difetti dovuti a componentistica non sempre adeguata e ad assemblaggi non sempre perfetti, per i quali, peraltro, si ricorse mi pare per la prima volta all'impiego diffuso di apparecchiature robotizzate, ma, in generale, la Ritmo fu una vettura che meritò ampiamente il suo notevole successo per la piacevolezza dell'aspetto, la praticità d'uso e l'affidabilità della sua meccanica.
Peraltro, una certa facilità ad essere aggredita dalla corrosione, a subire la scoloritura di plastiche e verniciature, e, in generale, ad essere vittima tipica (come quasi tutte le vetture FIAT) delle campagne di rottamazione, ha contribuito ad accelerare la scaomparsa dei numerosi esemplari circolanti, spesso molto sfruttati per lavoro o per esigenze personali, come da tradizione per le medie e piccole della casa torinese.