Vista nel traffico dell'ora di punta diverse auto davanti a me, sono riuscito, non so con quale intuito, a indovinare tutte le direzioni giuste agli incroci, sperando che prima o poi si fermasse, cosa per fortuna avvenuta nel giro di qualche centinaio di metri. Il proprietario è poi rimasto diversi minuti a telefonare al cellulare, appoggiato alla vettura, mentre intorno iniziavano a gironzolare persone incuriosite. Allontanatosi il proprietario, gli osservatori si sono cautamente avvicinati, tra cui uno dotato di macchina fotografica .
Un'Alfa di successo arrivata in un'Italia, quella di fine anni '60, dove ogni confronto con quella odierna sarebbe fuori luogo. Il benessere si sentiva nell'aria, anche se i problemi non mancavano. Linea, a mio avviso, banale specie se confrontata con la Giulia che sprizzava energia e scatto da ogni dettaglio, motore travolgente come si confà ad un'Alfa Romeo. Finitura e qualità costruttive tipiche della casa, quindi mediocri, ma il salotto buono italiano all'epoca era la Flavia. Bmw e Audi? Oggetti del mistero, la seconda soprattutto e le Mercedes erano soprattutto vetture da noleggio e per arrivati commendatori o capitani d'industria. Bello il colore, brutti i cerchi, ottima la targa dell'epoca, specie per un modello ormai così raro.
Forse la linea della 1750 berlina non ha "bucato" l'opinione pubblica come quella della Giulia, ma, per quanto mi riguarda, è straordinariamente riuscita. Ciò che in altre macchine mi farebbe storcere il naso, e cioé la larghezza un po' contenuta in rapporto alla lunghezza, qui, combinata con il disegno teso e asciutto, e con gli elementi tipicamente Alfa Romeo, a cominciare dal frontale, ripreso dalla 2600 Sprint - altra auto per cui vado in orbita, mi fa automaticamente pensare alla snellezza di un nobile e scattante levriero. A costo di sembrare blasfemo, per quanto ami la Giulia, la - diversa - bellezza della 1750, la sua rarità, e lo straordinario ed equilibratissimo propulsore da 1779 cc, me la fanno ritenere ancor più desiderabile, e in futuro, spero, "acquistabile".
Bellissimo il verde oliva metallizzato, come altri colori a me molto graditi: il bluette, il verde muschio, il grigio indaco, lo strepitoso azzurro metallizzato della presentazione, e anche il biancospino, purché tirato a specchio.
Magnifico, manco a dirlo, l'esemplare postato, e complimenti a Gabriele per la tenacia con cui ne ha perseguito l'avvistamento.
Oltre a sostituire lo specchietto, in tutta franchezza ripristinerei i cerchi originali: le coppe di serie con il decoro nero circolare, per me, sono impagabili.
L'unica modifica che farei io cercherei la classica antenna frustapopoli (direi che sul parafango post. sx c'è ancora l'attacco)..........auto meravigliosa ........adoro gli allestimenti malavitosi
@Markino: non ricordo il bluette sulla 1750, ma reputo l'indaco il più azzeccato, come sull'Alfetta Ia serie il giallo Piper è, per me, la tonalità preferibile. Il blu elettrico lo ricordo, e bene, sulla sua evoluzione, cioè la 2000 berlina che arrivò nel 1971, con doppi fari anteriori di ugual diametro e luci posteriori allungate.
Il bluette è piuttosto raro sulla 1750, forse disponibile solo sulla 1a serie. Conservo alcuni scatti di uno strepitoso esemplare targato MI, presente al raduno di Lugano del maggio 2010, organizzato per il centenario del marchio da una banca ticinese.