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Lancia Aurelia B20

lanciaaureliab20princemax20131210.jpg
Anno n.c., targhe europee del 2011 (PrinceMax).

Data: 11/12/2013
Commenti: 18
Visualizzazioni: 2581
Commenti
#1 | peppecantarella il 11/12/2013 08:14:49
Oh! Dio! mi sento male ... una B 20 con guida a destra ... in assetto da corsa, senza il paraurti anteriore, magari perde un pò di quella sua eleganza, ma era pur sempre un'automobile da alte prestazioni, quindi va bene lo stesso
#2 | PrinceMax il 11/12/2013 09:31:48
@Alex, Gabford: eccola! Come vi anticipavo nei commenti della 127 di qualche giorno fa, quest'Aurelia l'ho avvistata non molto lontano dalla piccola Fiat.
Restaurata di recente, l'ho inseguita per alcuni chilometri. Il proprietario è stato gentilissimo, mi ha raccontato la storia di quest'esemplare e mi ha permesso di immortalarla da diverse angolazioni. Era splendida. A breve altri scatti! Smile
#3 | francesco78 il 11/12/2013 09:51:22
Bellissima!
bè racconta anche a noi la sua storia no? Grin
#4 | Super207 il 11/12/2013 12:05:39
Non so se questa ve l'ho gia mostrata .

i41.tinypic.com/33f7ocy.jpg
#5 | Markino il 11/12/2013 12:25:53
Eh sì, magnifico avvistamento !
Dovrebbe trattarsi di una GT 2500 senza deflettori, appartenente quindi alla 3a, 4a o 5a serie, costruite tra il 1953 e il 1956.
Non mi resta che attendere il resoconto di Massimiliano Smile
#6 | PrinceMax il 11/12/2013 19:08:07
Marco (da “lancista” esperto e grande appassionato del marchio qual è) non poteva che individuare immediatamente la versione esatta. Si tratta proprio di una 2500 GT, per la precisione una quinta serie immatricolata per la prima volta (in Italia) nel novembre del 1956.
La storia di quest’esemplare è molto curiosa e val la pena di essere raccontata.
In un’Italia da poco uscita dalle devastazioni della seconda guerra mondiale, immersa nelle difficoltà e profondamente segnata dai decenni appena trascorsi, la voglia di riscatto e di “potenza economica” era tanta ed insita un po’ in tutti.
Fu in questo clima che esplosero con una forza dirompente i miracoli del “boom economico”, della motorizzazione di massa... il costume e la vita stessa stavano cambiando. Dalle Vespa si stava passando alle Fiat 600; dai Mosquito alle Fiat 500.
Con l’ampliarsi dell’interesse da parte dell’italiano medio verso il cinema e la “dolce vita” magnificamente descritti da Federico Fellini nell’omonimo film, attori, attrici e chiunque lavorava nel mondo dello spettacolo divennero l’emblema, il mito da emulare e da celebrare.
Solo guardando le cose in quest’ottica, si può comprendere il perché un oggetto comprato da una “star” (tanto in quegli anni come oggi) acquisisse un valore che andava al di là della qualità intrinseca del bene stesso.
La Lancia Aurelia B20 rientrò sin dalla sua nascita nella categoria sopracitata, ma aveva un elemento in più: era oggettivamente meravigliosa, un capolavoro di design ed eccellenza costruttiva. Fu l’auto che motorizzò gli italiani più ricchi ed esigenti, il fiore all’occhiello della tecnica automobilistica nazionale, ammirata tanto in patria quanto all’estero.
E su questo mi concedo una notazione estemporanea. Lancia non è un marchio scomparso, anzi, è ancora in attività e soprattutto nelle auto medio-piccole riscuote ancora buoni consensi e notevoli volumi di vendita. Ma ciò non toglie che le Lancia contemporanee, ad opinione di chi scrive, di Lancia non abbiano proprio più nulla: automobili oneste, per carità, ma banali ed in alcuni casi orride (Phedra e Musa su tutte). Sono spiacente, ma io la vedo così. Lancia, oggi, sembra uno zombie: sta in piedi, vive, ma ormai è decomposta, ha perso la sua identità e la sua peculiarità per le quali era stata un marchio ammiratissimo.
L’esemplare immortalato (una rarissima Aurelia quinta serie con guida a destra, destinata sin dall’origine al mercato interno: solo 120 esemplari prodotti) venne acquistato nuovo per una cifra superiore a Lire 3.200.000. Il primo proprietario era un notissimo regista cinematografico dell’epoca (Giorgio Bianchi: re della commedia all’italiana, diresse pellicole popolari di notevole successo, quali “Il conte Max”, del 1957, o “Il moralista” del 1959).
Un uomo particolare, spiritoso ed ironico, ma anche pieno di tic e fissazioni, come si evince dai ricordi di chi lavorò con lui (il direttore della fotografia Alvaro Mancori in un’intervista ha rammentato le liti furibonde fra Bianchi e Vittorio De Sica sul set del film “Il moralista”).
Alla sua prematura scomparsa (nel 1967), l'Aurelia passò alla moglie, l’attrice Giuseppina Borione che, non avendo la patente, la lasciò in letargo in un garage per oltre trent’anni. Solita storia: la donna, della vettura, non se ne faceva in pratica nulla, ma era un ricordo troppo caro del marito e non riuscì mai a separarsene.
Alla morte della Borione, alla fine degli anni ’80, l’Aurelia uscì dal suo letargo e, dopo un po’ di giri di proprietari, venne integralmente restaurata a puntino nelle condizioni in cui si trova oggi.
Mi scuso per essermi così dilungato. Spero apprezziate il mio resoconto. Smile
#7 | Markino il 11/12/2013 20:02:41
Troppo buono Max: la mia grande passione per le Lancia, specie le più datate, comprese le innumerevoli versioni fuoriserie, è certamente nota, ma quanto alla conoscenza specifica di molti modelli devo senz'altro cedere il passo, specie a quegli iscritti che con tali vetture sono abituati a districarsi pinze e chiavi inglesi alla mano.
A testimonianza della passione di cui sopra, ho ben vivo il ricordo di due magnifici raduni, svoltisi con il robusto contributo di esemplari ben selezionati a livello internazionale (nonché rappresentativi dell'intera storia del marchio, a cominciare dalla prima "Alfa" ) nel salotto per eccellenza di Torino, la centralissima Piazza San Carlo, in occasione del 90° e del 100° anniversario della Casa, quest'ultimo (04 settembre 2006) immortalato con alcune fotografie.
Tornando all'Aurelia, con la sua interessante storia, la vista frontale portava già ad escludere le prime due versioni GT 2000, costruite tra il 1951 e l'inizio del 1953, i cui fari anteriori dovrebbero prevedere la vistosa e seducente copertura superiore in vetro smerigliato, che magari Vincenzo o Massimo saranno sicuramente capaci di descrivere con più dovizia di particolari Smile
#8 | FIESTALEX il 11/12/2013 20:05:03
Complimenti a Max per lo splendido avvistamento.Smile
#9 | gabford il 11/12/2013 21:43:15
Spettacolare avvistamento Max claps. Anni fa passavo tutti i giorni in quella via, e certo non mi è mai capitato di vederci nulla del genere Shock.
#10 | francesco78 il 12/12/2013 11:09:29
Grazie Prince per l'appassionante racconto!

Mi chiedevo come mai sia stata ritargata... certo che con la targa d'origine sarebbe stata stratosferica!!!
#11 | francesco78 il 12/12/2013 11:57:12
Chissà... magari ha fatto un giro all'estero (radiata per esportazione) e poi è tornata in italia...
#12 | time101cv il 13/12/2013 00:25:20
Foto scattata ad un raduno:

www.targhenere.net/images/media/p1010774_zps9306df44.jpg
(foto "bob91180" )
#13 | Markino il 13/12/2013 07:12:08
Notevole anche l'esemplare in assetto corsa targato Messina postato tra i commenti da Bob.
Trovandolo libero da altre vetture sul piazzale retrostante di un albergo, nella mattina della Pontedecimo-Giovi 2012, l'ho fotografato più volte da ogni possibile angolatura.
#14 | bob91180 il 13/12/2013 13:55:45
E' probabilmente l'esemplare piu' strepitoso che abbia mai incrociato dal vivo ... appartiene ad un anziano collezionista romano che partecipa a numerose gare rievocative ... qui siamo al "Mugello Classico" 09/2013 ...
Nata "corsa" , senza bagagliaio , con serbatoio grosso e tappo rapido , prese aria supplementari , terzo tergi , naturalmente motore preparato Nardi , vetratura perspex , interni sport , ha targa di origine ME 15xxx ...
#15 | Markino il 13/12/2013 21:09:54
Bob91180: Nata "corsa" , senza bagagliaio , con serbatoio grosso e tappo rapido....vetratura perspex, targa di origine ME 1

Altra immagine di questo capolavoro, a supporto di quanto prelevato dal tratteggio che ne ha fatto Roberto:

img854.imageshack.us/img854/7279/xm6c.jpg
#16 | gian masini il 13/12/2013 21:58:56
Grazie della storia della B20 V serie! La storia di una vettura, di chi l'ha avuta dei paesaggi dell'epoca e altro sono parte integrante, importantissima, di questa passione sana che è l'amore per le vetture d'epoca. al di la dell'epoca e del blasone. A mio avviso. L'Aurelia B 20 rappresenta il meglio della gran turismo all'italiana, con buona pace di Cisitalia 202, Alfa Romeo 1900 Touring o altro. In quanto a carisma e classe non teme il confronto con le Maserati e le Ferrari dell'epoca. Con guida a destra è il massimo che si può chiedere...
#17 | Markino il 14/12/2013 11:40:07
A mio avviso l'Aurelia B 20 rappresenta il meglio della gran turismo all'italiana, con buona pace di Cisitalia 202, Alfa Romeo 1900 Touring

Tralasciando il confronto fra Aurelia B20 e Alfa 1900 Sprint/Super Sprint, che trascinerebbe residui di una rivalità Lancia/Alfa alla quale sono ben poco interessato, amando incondizionatamente entrambe i marchi, sebbene con una preferenza per il secondo, credo che senza la Cisitalia 202, che definirei la madre di tutte le berlinette fast-back all'italiana, la B20, tributaria di non poco del suo fascino alla straordinaria linea, avrebbe potuto riuscire molto diversamente. Beninteso peraltro, che la Cisitalia fu disegnata dalla Carrozzeria Pininfarina, e la B20 da Felice Mario Boano, pilastro della Carrozzeria Ghia, ancorché, allora come oggi, certe intuizioni fossero talmente "forti" da influenzare poi un'intera filiera.
A rendere più arduo il paragone è anche la data in cui la 202 comparve sulla scena (1947), precedente di ben 4 anni rispetto alla B20, e la cilindrata molto più contenuta, 1100 cc., capace peraltro di spingere questa magnifica vettura fino quasi a 170 km/h, grazie anche al peso contenuto e alla carrozzeria aerodinamica, calcata su un telaio tubolare molto abbassato.

In quanto a carisma e classe non teme il confronto con le Maserati e le Ferrari dell'epoca

Ricordo qualche tempo fa, durante una chiaccherata con un collezionista, possessore di una stratosferica B20 1a serie con targa originale MI, pubblicata sulla monografia curata da Ferruccio Bernabò, edita negli anni '80 da Giorgio Nada, una frase di costui, pronunciata indicando la B20: "se ad un concorso d'eleganza è affiancata ad una Ferrari, stai sicuro che guardano questa".
#18 | bob91180 il 14/12/2013 11:46:49
La cisitalia 202 e' esposta al m.o.m.a. di n.y. ...
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