Lancia Flaminia GT Touring
Anno 1961 (bob91180).
Data: 30/03/2014
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La Carrozzeria fondata nel 1926 da Felice Bianchi Anderloni, al quale si affiancò il figlio, l'Ing. Carlo Felice, fino a succedergli dopo la sua morte, avvenuta nel 1949, ha sempre avuto un rapporto privilegiato con l'Alfa Romeo, alle cui caratteristiche corsaiole calzava a pennello il sistema di costruzione "Superleggera", brevettato sin dagli anni '30: una gabbia di tubi in acciaio che costituiva lo "scheletro" sul quale venivano poi applicati i "fogli" di alluminio che componevano la carrozzeria. Tuttavia, non mancavano affatto commesse provenienti da altre Case automobilistiche, sino agli anni '50 quasi esclusivamente italiane, comprese la FIAT (cito per tutte una minuscola serie di strepitose berlinette da turismo su meccanica 6C 1500, approntate nel 1938-'39) e la stessa Lancia, per la quale furono realizzate alcune berlinette derivate dall'Aprilia. Dopo che fu "saltato" un qualsiasi coinvolgimento della Touring sull'Aurelia, la Flaminia costituì l'occasione per riallacciare i rapporti tra le due aziende, grazie anche a conoscenze comuni tra ambienti della Carrozzeria e la famiglia Pesenti, che dal 1955 aveva rilevato la Casa torinese (non ricordo i dettagli precisi, richiamati sulla magnifica monografia di Angelo Tito Anselmi "Carrozzeria Touring", pubblicata nel 1982, che dovrei dissotterrare dalla pila di altri libri dalla quale è sovrastata ).
La proposta con la quale si materializzò la commessa risultò piuttosto "forte", in particolare per la soluzione con cui furono alloggiati i doppi gruppi ottici anteriori, e per la fanaleria posteriore trapezoidale di grandi dimensioni; inoltre, l'occhio smaliziato percepiva che il complesso padiglione-coda sarebbe stato più appagante correggendone lievemente le inclinazioni, come poi avvenne con la tardiva versione "GTL", a mio giudizio la più riuscita dell'intera serie.
Si trattava comunque di una grossa Coupé sportiva, adeguata quanto a potenza ed elasticità (nel '62 sarebbero poi arrivati i 3 carburatori, e, dal '63 , la cilindrata 2800), la cui eleganza, fatta la tara degli squilibri segnalati, era determinata dall'imponenza delle sagome, dalla straordinaria accuratezza della costruzione e dei dettagli, e dalle tinte sobrie (molto frequente l'argento).
Oggi le Flaminia Touring (Coupé o Convertibili) sono ricercatissime dai collezionisti stranieri, europei in testa, dato il mix inarrivabile vettura sportiva italiana-carrozziere italiano di gran pregio; quelle che restano da noi sono sempre meno numerose, trattandosi oltretutto di vettura economicamente impegnativa.
Lo splendido esemplare postato beneficia anche di uno scatto perfetto e di un'ambientazione suggestiva, dovuta, mi piace pensare, alla sosta per il pranzo durante una gita tra amici con altre storiche (forse la 912 Targa apparsa ieri fa parte della stessa carovana).