Davvero d'effetto questo scatto, come spesso accade con le foto di Alessio .
Quanto alla vettura, c'è poco da fare: quelle griglie "vedo-non vedo" sono una delle trovate stilistiche più originali e seducenti della storia dell'automobile...
A parte lo scatto, un capolavoro, con la vetrata simile a un dipinto surrealista, la vista di una Montreal riesce sempre ad emozionarmi, e così sarebbe anche se per la produzione in serie fosse stata adottata la meccanica Giulia Super che equipaggiava i due prototipi bianco perla usciti dalla matita di Marcello Gandini e spediti in Canada per l'esposizione universale del 1967. In tale ipotesi, la linea d'origine, leggermente più snella, sarebbe probabilmente rimasta immutata, a fronte dei ritocchi resi invece necessari dalla scelta di abbinare quel superbo vestito alla meccanica poderosa derivata dalla "33" stradale, che mandarono in bestia Nuccio Bertone. Ne sortì una vettura comunque straordinaria per qualità estetiche e meccaniche, anche se notoriamente complessa e problematica, e non perfettamente a suo agio con un 8V, 2,6 lt., 200 CV, calato su un'architettura pensata per un propulsore 1600. Un insuccesso, secondo i soliti giudizi superficiali, e invece un discreto successo, dal mio punto di vista, considerati il contesto storico e la concorrenza da fronteggiare, assai numerosa, agguerrita, e spesso sorretta da tradizioni di più lungo corso in fatto di supercar.
La crescita impressionante delle quotazioni nel giro di 4-5 anni, che ha portato i numerosi esemplari sopravvissuti in buono stato ad essere oramai scambiati intorno ai 70-80mila euro, rappresenta, a mio giudizio, l'inevitabile riflesso di una riscoperta di valore intrinseco, dopo anni di "pacchia" in cui la Montreal si poteva acquistare per cifre quasi simboliche in rapporto ai contenuti. Cifre che, per un'auto, ad oggi mi guarderei bene dal spendere, ma nella fortunata ipotesi non ci sarebbe alcuna sportiva di quell'epoca in grado di scalzarla dal podio delle mie preferenze, neppure "modenesi" ben più costose. All'aragosta, splendido ma troppo "facile" per il modello, preferirei il verde o il blu medio, o qualche tinta metallizzata
Il "motorino" della Giulia, magari portato a 2000 cc (che tra l'altro era in preparazione per essere prodotto in serie ai tempi del lancio della Montreal), e "qualche" modifica meccanica qua e la, non avrebbe di certo sfigurato e la linea ne avrebbe maggiormente giovato.
... e de rotture de c....., viste le noie che dava questo motore. Ma io sono di parte. In alfa non guardo oltre al bialbero, nonostante le varie nobiltà e i discorsi dei più, verso i quali francamente me ne infischio!