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Alfa Romeo Giulietta Turbodelta

giuliettaalessio20150810.jpg
Anno 1984 (Alessio3373).

Data: 10/08/2015
Commenti: 21
Visualizzazioni: 2061
Commenti
#1 | bob91180 il 10/08/2015 11:23:09
Molto rare , ed ancor piu' da reperire in ordine , berlina super sportiva dotata di meccanica raffinata ed esuberante ... esemplare direi tutto originale opacizzato da piogge desertiche ...
#2 | Themarcello il 10/08/2015 11:37:03
Con questi cerchi ed appendici appare molto piu' moderna,sembra quasi una 75...
#3 | Markino il 10/08/2015 11:38:20
Spettacolare è poco, ma, ad essere onesti, la meccanica di serie, che prevedeva una turbina Alfa Avio, non era esente da problemi, tanto che gran parte degli esemplari sono stati rapidamente riconvertiti con turbina KKK, operazione che era possibile svolgere direttamente presso la rete di assistenza ufficiale.
Costruita in 361 unità, vendute non senza difficoltà, oggi è una delle Alfa Romeo post-'80 più interessanti sotto il profilo storico-collezionistico, considerata la notevole rarità e le caratteristiche sperimentali.
#4 | 5speed il 10/08/2015 11:55:10
Un pezzo fantastico della storia Alfa!!!! va più della 75 turbo e pare che in accelerazione stia davanti alla Delta Integrale (i miracoli dell'alluminio!!!), era di costruzione molto artigianale e non esente da problemi di assemblaggio.....però è un bolide di tutto rispetto!!!
#5 | Uno Turbo D il 10/08/2015 11:58:23
Un mito, per prestazioni e costruzione. Esemplare bello e ben tenuto, con le sue targhe originali. Gli interni in pelle erano di serie?
#6 | bob91180 il 10/08/2015 12:35:38
Gli interni erano misti fp/stoffa di colore rosso molto particolari ... prestazioni "esagerate" , 170cv , peso 11 quintali ...
#7 | S4 il 10/08/2015 14:53:42
Troverebbe posto nel mio garage ideale, un posto d'onore. sbavv
#8 | IL BUE il 10/08/2015 15:05:48
Al mio solito vado controcorrente: Bella soprattutto perchè nera, un colore che si addice tanto alla linea della Giulietta e per i cerchi in lega, che ben si intonano alla sportività d'insieme. Ma per quella meccanica delicata le preferirei sicuramente una più umile (ma altrettanto intrigante esteticamente) 1.8 o 2.0 aspirata (quest'ultima altrettanto rara)
#9 | 5speed il 10/08/2015 15:07:20
Tra l'altro mi sembra che le stoffe dei sedili erano sfoderabili e rivoltabili....geniale soluzione!!!
#10 | sir alec il 10/08/2015 15:14:05
L'ho spesso sentita nominare, ma non l'ho mai vista dal vivo.
#11 | Total III il 10/08/2015 17:30:12
Ah, visione celestiale. Io invece, ne ricordo nitidamemte un esemplare, completamente originale con targhe nere MI, che concluse la sua vita alle soglie del nuovo millennio come rottame "incentivato".
La vidi passare placidamente per il centro di Sassari con quattro persone a bordo, e se non mi prese un'ischemia poco ci mancò.
Conoscevo bene la Turbodelta. Era protagonista della rubrica "Classiche domani" del primissimo Ruoteclassiche che comprai, nell'aprile 1995, servizio che lessi e rilessi un'infinità di volte. Erano passati pochi mesi dall'infausto giorno in cui dovetti accomiatarmi dalla Giulietta di famiglia, e l'amore per quel modello era ancora ardente: quel servizio, rimvenuto per caso all'interno di un numero dedicato ai 40 anni della DS, era senz'altro il destino che veniva a lenire il mio lutto.
Cosicchè, quando rividi quella Turbodelta in stato di totale abbandono nel cortile delle auto da demolire di una (ora fallita) concessionaria Alfa sassarese, la conoscevo in ogni sua parte. Ritrovai i dischi anteriori autoventilanti a doppia pinza, il cassoncino d'aspirazione in metallo marchiato Turbo Delta, il manometro della pressione del turbo sulla console, e via dicendo. Nel 1999 era già un modello raro, ma non certo ambito: gli esemplari in vendita, forse per via della scarsa affidabilità, erano assai numerosi in relazione alla limitata produzione, e a prezzi decisamente popolari. Così, quell'esemplare venne demolito poco tempo dopo senza alcuna pietà, nell'ignoranza generale, e senza smontare nemmeno un pezzo prima di azionare la pressa. Io stesso non prelevai nessun ricordino (la scritta Turbo era ancora li, bella scintillante), un po' per rispetto, un po' perché speravo che qualcuno la notasse. Una speranza illusoria di un teenager idealista...

Questo esemplare è in perfetta forma e sfoggia ancora i cerchi originali calzanti gli infami TRX super ribassati: visto il loro costo, onore al merito per il proprietario. Poche ma significative le "licenze": soppressione della striscia rossa nei paraurti (unico, e dopotutto sobrio, tratto estetico distintivo di questa versione speciale) e montaggio dei lavatergifari, non disponibili in origine.
La Turbodelta fu lanciata tardivamente, quando già il centro stile Alfa era impegnato nello studio dell'erede della Giulietta. Per i consueti problemi gestionali, l'Alfa era in clamoroso ritardo nello sviluppo di modelli sovralimentati per l'uso stradale, e così perse l'occasione di sfuttare commercialmente la moda del turbo che imperversava nei primi anni ottanta.
La Giulietta Turbo, sviluppata autonomamente dal glorioso reparto corse della Casa (per cui costituì un vero e proprio canto del cigno prima dello smantellamento) non nasceva certo per contrastare le vendite delle Saab 900 e Renault 18 sovralimentate: doveva raggiungere la quota minima di 500 esemplari in vista della partecipazione della Casa milanese al Campionato Europeo di Velocità Turismo. In realtà le cose andarono diversamente, e l'Alfa decise di ricominciare da zero concentrando le energie sulla nascitura 75.
Ciò fece nascere addirittura un conflitto fra l'Alfa Romeo e il proprio reparto corse, sfociato nella creazione, nel 1985, di una piccola serie di prototipi Giulietta equipaggiati con un motore sovralimentato da 1,8 cm3 e dotato di intercooler, meno estremo e potente del due litri Autodelta, ma anche molto più affidabile. Questo propulsore andò direttamente ad equipaggiare le 75 Turbo ed Evoluzione, mentre le Giulietta Turbodelta venivano ancora vendute, con enormi sconti, come "usato a chilometri zero".
Il guaio principale della Turbodelta era proprio la mancanza di intercooler, che costringeva la meccanica a lavorare a temperature impossibili. A ciò si aggiunga una scarsa resistenza della turbina originale "aeronautica" Alfa Avio, e si otteneva una vettura sì dalle prestazioni entusiasmanti, ma estremamente scorbutica, inaffidabile, inadstta all'uso cittadino, e che richiedeva attenzioni degne di un'auto da corsa.
Gli esemplari circolanti oggi sono quasi tutti dotato di scambiatore di calore e turbina Garrett o KKK, oltre che di gomme più performanti -cosa che rende necessario cambiare i cerchi - per cui chi è riuscito ad assicurarsi un esemplare prima dell'esplosione dei prezzi, oggi giustamente gode.
Personalmente, la mia adorazione è assoluta. Se non per altro, basta guardarla: la Giulietta era già tanto grintosa di suo, che bastava un assetto ribassato e dei cerchi più sportivi per renderla una belva. Altro che le sovrastrutture di plastica e gli spoiler che la maggior parte delle berline sportive (75 inclusa!) fu costretta ad adottare.
Un vero capolavoro dimenticato.
#12 | 1600 GT il 10/08/2015 17:45:34
Avvistamento davvero da sturbo!!! Una Turbodelta non la vedo da parecchio tempo, l'ultima la vidi nel 2006 in una località garganica molto famosa e con targhe originali nere FG 30 e che poi vidi in vendita a 12 mila euro non trattabili su Subito.it.
Versione dalle prestazioni fantasmagoriche e ancora da competizione ancora oggi con le moderne sportive medie, oltre che dall'estetica ben elaborata, sportiva ma piacevolmente equilibrata, la Giulietta Turbodelta mi attrae parecchio e la considero una delle versioni sportive più riuscite degli anni 80 e non solo.
L'esemplare in foto è splendido e con una bellissima tinta nera.
#13 | Marco27 il 10/08/2015 18:20:43
Se mi ricordo bene secondo 4r la 75 turbo (pur essendo un 1800) registrava una velocità max di 214 orari la giulietta si "fermava" a 205 orari complice l'aereodinamica delle vetture
#14 | gabford il 10/08/2015 19:07:44
La Giulietta è una delle mie Alfa Romeo preferite, per cui una Turbodelta non può che suscitare la mia ammirazione Smile
Di recente, ad una manifestazione, ne ho vista una da vicino, ritargata CE53. Ne pubblico una foto, solo perchè consente di intravedere cosa si nasconde sotto il cofano Wink.
i1319.photobucket.com/albums/t666/gabrfac/IMG_4280-Copia_zpsnk4ncidz.jpg
#15 | Alfa33 il 10/08/2015 19:22:38
Complimenti Alessio, avvistamento eccezionale. Decisamente rara, specialmente con le targhe nere, ricordo di aver visto vari esemplari in vendita sui siti specializzati ed alle Fiere con le targhe bianche, immatricolate addirittura nel 1987.
#16 | deltago92 il 10/08/2015 19:47:55
Anche a me piace molto la Giulietta, solo che non ho mai digerito il quadro strumenti che sembra "appoggiato" sul cruscotto, quasi si fossero ricordati all'ultimo di montarlo (parere personale); in ogni caso resta un'auto molto bella, degna anch'essa di essere ricordata come una vera Alfa Romeo, anche se purtroppo molti appassionati non la considerano alla pari di Giulia e 75. Piccola curiosità: ho notato che i fendinebbia Siem sono gli stessi della Peugeot 205 GTi e CTi.
ne ho vista una da vicino, ritargata CE53

è la stessa che si intravede qui nella foto al commento 5
http://www.targhe...o_id=20589
.
#17 | 5speed il 10/08/2015 21:01:01
....e poi quei quadri strumenti III serie erano anche belli fragili....
#18 | Total III il 10/08/2015 21:28:52
#13 | Marco27 il 10/08/2015 17:20:43
Se mi ricordo bene secondo 4r la 75 turbo (pur essendo un 1800) registrava una velocità max di 214 orari la giulietta si "fermava" a 205 orari complice l'aereodinamica delle vetture


La 75 era certo meglio profilata, e con rapporti al cambio leggermente più "turistici" di quelli, votati all'accelerazione pura, della Giulietta. D'altra parte, però, era consuetudine Alfa dichiarare una velocità massima prudenzialmente inferiore a quella effettivamente raggiungibile, per cui non mi stupirei se i 207 dichiarati volessero dire "oltre 210": ricordo commenti di proprietari che giuravano di averla spinta fin oltre la tacca dei 220, ma stante la scarsa precisione del tachimetro, non credo che sia un dato attendibile. Mi piacerebbe leggere una prova dell'epoca...

#17 | 5speed il 10/08/2015 20:01:01
....e poi quei quadri strumenti III serie erano anche belli fragili....


Infatti: belli, ma fragili e poco affidabili. Il tachimetro (elettronico, non vorrei sbagliare) spesso impazziva o si inchiodava definitivamente sullo zero. Del check control, poi, non ne parliamo.
All'ordine del giorno anche le vibrazioni, specie dopo i 130 all'ora: il complesso era fissato alla plancia da 3 (tre!) viti. Obbligatorio l'uso di spessori lignei e altri strumenti autarchici. Pfft
#19 | deltago92 il 10/08/2015 22:36:56
Del check control, poi, non ne parliamo.

In Fiat non andava meglio...
#20 | Total III il 11/08/2015 01:32:27
L'elettronica era ancora immatura, e purtroppo le case italiane (specie l'Alfa) in quegli anni ne facevano ricorso in maniera massiccia, per mantenere i modelli attuali riducendo il crescente gap specie con certi modelli tedeschi.
L'equipaggiamento di una Giulietta, se e quando tutto funzionava, era di prim'ordine nella sua classe.
#21 | Mk2 il 24/08/2023 19:56:15
La conosco....era di un mio caro amico,nella provincia Pisana,ormai purtroppo defunto....appassionato e collezionista di libretti che istruzioni,come me.
Me la fece provare,e che brividi!!!!!!
Aveva tolto sigla posteriore,e sostituito terminale scarico.
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