Un sogno che ho accarezzato piu' volte ma poi sono sempre riuscito a fermarmi in tempo...
Una domanda non capisco cosa sia quell'adesivo (?) o piastrina circolare sotto la targa.
Non è la prima Montreal a cadere nell'obiettivo di Alessio; la grinta e la bellezza di quest'auto non smettono mai di lasciarmi incantato. Un capolavoro!
Stupenda,eppure nella prova su strada del 1972 gli esaminatori di Quattroruote non furono teneri con l'estetica della Montreal;forse quella mattina si erano scordati gli occhiali
Vettura bellissima, un sogno proibito; le quotazioni sono ormai troppo alte per un semplice appassionato.
Ricordo ancora il primo esemplare che vidi in una vetrina di un autosalone, nel 1996 circa, all'età di 11 anni. Era color aragosta e targato La Spezia ed era in vendita ad una cifra attorno ai 25 milioni di Lire, quindi come una Alfa 145 1.6 nuova e poco accessoriata, chissà se è rimasta in Italia.
Il grigio chiaro le dona quell'eleganza che è sconosciuta negli esemplari in tinta arancio. Sinceramente non è la mia Alfa preferita, tuttavia in questa livrea è bella, molto. Esemplare decisamente di fine serie!
Mah, sulla sostanza avrei qualcosa da dire. Chiedete a qualche possessore di Montreal come si trova con l'iniezione Spica e poi cambierete idea su una vettura che è una inesauribile fonte di rogne.
Tre anni di aggregazione al sito, e un buon numero di commenti, con molti inevitabili "doppioni", hanno reso noti a molti i miei gusti automobilistici, che in questo caso trovano un terreno sin troppo facile. Al di là della posizione nella propria graduatoria personale, riesce difficile non apprezzare questa fantastica dream car disegnata quasi 50 anni fa da Marcello Gandini per esprimere la massima aspirazione dell'uomo moderno in fatto di automobili, dietro sollecito del comitato organizzatore dell'Expo di Montreal '67. Le vicende successive sono troppo note per non farne solo un breve cenno. Con un ritardo di oltre tre anni, si passò dai prototipi con meccanica Giulia 1600 ai modelli di serie con propulsore 8V 2,6 lt. della "33" Stradale; i nuovi ingombri meccanici costrinsero a numerosi adattamenti, che finirono per riflettersi anche sulla linea, lievemente appesantita rispetto alla snella silhouette d'origine (anche se, a mio giudizio, non è così evidente come tutti dicono). La vettura, in ogni caso, ottenne un buon successo, considerato che l'Alfa Romeo non competeva da tempo in un settore tanto esclusivo, e già adeguatamente presidiato da marchi blasonati: la stragrande maggioranza dei 3.925 esemplari costruiti fu realizzata nei primi 3 anni di produzione, dopodiché la crisi petrolifera fece crollare gli spazi commerciali per vetture di questa tipologia.
Fino a non molto tempo fa, la Montreal si poteva acquistare per cifre quasi ridicole in rapporto al notevole valore intrinseco, anche tenuto conto della fama di vettura "difficile" per complessità e costi di manutenzione. Negli ultimi due-tre anni si è assistito a una vera e propria esplosione - sull'onda di quasi tutto ciò che riporta il marchio del Biscione - che ora sembra momentaneamente assestata, e a nulla è servita la circostanza che gli esemplari sopravvissuti sono diverse centinaia.
Questo magnifico esemplare, dato l'anno, appartiene a un lotto di produzione annuo di poche decine di pezzi, e assume quindi ancor più rilevanza sotto il profilo storico
Ai tempi dell'università mi ricordo che fino a metà anni '90 passando con l'autobus sull'autostrada si intravedeva, vicino ad un'area di servizio, un casolare con annesso un fienile enorme con dentro una Montreal color oro e una SM verde impolverate e ferme da chissà quanto tempo. Tante volte mi aveva sfiorato il pensiero di fermarmi e chiedere informazioni, però all'epoca ero uno studentello squattrinato e non potevo assolutamente osare. Un vero peccato perchè all'epoca l'avrei presa a 4 lire....
Quoto Silver. Proprio i cronici problemi all'inizione Spica uniti al fatto che trovare oggi chi sappia metterci le mani e non abbia 80 anni è quasi impossibile mi hanno sempre fatto desistere dall'acquistarla.
Anche se a mio parere è bellissima!
Il problema dell'affidabilità dell'iniezione Spica è legato a tre fattori:
- sensibilità ai lunghi fermi
- usura precoce
- difficoltà di messa a punto.
Il primo problema è comune a qualsiasi impianto di iniezione meccanica (e in parte anche quelli elettronici), ma è aggravato dal fatto che la pompa di iniezione Spica, derivata direttamente dalle vecchie pompe per gasolio, è fatta lavorare a contatto con la benzina quindi molto più secca del "carburante agricolo", in particolare dopo la diffusione della senza piombo. Minor lubrificazione = maggior usura, tanto più che ci sono organi in movimento all'interno, assenti ad esempio nei K-Jetronic Bosch.
La messa a punto rognosa è invece cagionata dalla presenza di numerosi "sensori" prettamente meccanici che misurano le condizioni di funzionamento per correggere la miscela e la portata di carburante (avviamento a freddo, carichi parziali o pieni..). La scarsa diffusione di questi impianti fà sì che sia difficile e/o costoso rimpiazzare particolari guasti, ma è ancora più problematico reperire gli strumenti da officina dedicati per la messa a punto.
Ed è un vero peccato in quanto, se a punto, ha un'ottima resa sia in termini di erogazione di potenza e coppia, che di risposta al gas.