Brutta ma unica, originale, inimitabile, immediatamente riconoscibile tra le auto USA anni 70, più o meno tutte simili. Oggi, come storica diversa dal solito, può essere una scelta da intenditori. Mi complimento con chi l'ha (probabilmente) importata dall'estero!
Cinematograficamente nota come "la Spassomobile".
Commovente tentativo di sub-compact, nonché - al pari della antenata Gremlin - discreto flop di vendite.
Io la trovo fantastica.
Un plauso al proprietario per aver importato questa e non la solita Mustang/Camaro/Trans Am ecc.
Comunque, brutta per brutta, piuttosto di questa mi prenderei una Duna, meno stravagante, con 4 porte e consumi "all'europea"
Bellissima!!! Adoro la Pacer...
Ė una delle mie preferite tra le auto "nate storte" assieme alla Gremlin come dice Cricchetto
La sua forma era troppo stravagante persino per gli americani, e loro di stravaganza ne sanno qualcosa...
Brutta forte questa piccola americana, però è buffa e cartoonessca al punto da risultarmi persino simpatica.
Chissà chi ha avuto l'idea di importare dagli Stati Uniti questa stravagante utilitaria.
Sono molti gli spunti di approfondimento suscitati da questo interessante avvistamento, che, tra l'altro, riguarda una delle poche vetture americane della 2a metà degli anni '70 che godeva anche in Italia di una qualche notorietà: venduto nuovo o importato in seguito, all'epoca ne circolava qualche esemplare, in particolare, al solito, nelle grandi città.
L'idea era tutt'altro che malvagia. Non potendo competere con le Big Three sul terreno delle full-size, a causa di mezzi finanziari molto inferiori alle concorrenti, la gracile American Motors si era inevitabilmente specializzata su vettture di fascia media e medio-bassa, sino all'incursione nell'incipiente filone delle subcompact con la "Gremlin" del 1970. La "Pacer", che ebbe una gestazione piuttosto lunga, si collocava un gradino sopra, e fu progettata con l'intento di offrire lo spazio interno di una vettura di grossa taglia con dimensioni esterne relativamente contenute. Gli sbalzi furono ridotti al minimo, le ruote poste alle estremità, la carreggiata mantenuta pressapoco nell'ordine dei due metri, appunto come una full-size; in tutto questo, forzando un po', si poteva quasi riconoscere l'ispirazione di Alec Issigonis, fatta salva la trazione, che qui rimaneva sulle ruote posteriori. La linea tondeggiante con grandi superfici vetrate risultò assai moderna ed anticonvenzionale, e suscitò un vasto apprezzamento. Tuttavia, non mancavano i problemi, a cominciare dai propulsori: lento il 6 cilindri 3,8 lt., considerato anche il peso, elevato per la categoria anche per via dei dispositivi di sicurezza obbligatori; un po' più brioso il 4,2 lt. offerto dal 1976, ma piuttosto assetato. In generale, l'intera meccanica risultava molto meno avanzata rispetto al design, per non dire antiquata, e a risentirne era il comportamento su strada. Se proprio gli americani desideravano una "piccola", europee e giapponesi sapevano essere molto più efficienti. La notevole abitabilità era stata ottenuta a scapito dello spazio per i bagagli (a tale scopo fu poi introdotta una Station Wagon, dalla linea ancora più sconcertante), e la finitura non era certo a livelli eccelsi, pecca, peraltro, comune a gran parte delle vetture americane di quella stagione. Un quadro con luci e ombre, quindi, rispecchiato dai numeri di produzione: dopo un ottimo esordio, le vendite piegarono rapidamente, e a poco valse il restyling del 1978, in occasione del quale fu introdotto un V8 5,0 lt.
In conclusione, il proprietario di questo bell'esemplare ha operato una scelta sicuramente originale, consapevole probabilmente del ruolo storico di una delle più controverse vetture americane
Personalmente non la definirei "brutta": diciamo che "è un tipo" (), non fosse altro che per le felici intuizioni stilistiche che rendono futuristica, in particolare, la parte posteriore della vettura. Non mancavano comunque altre raffinatezze, come i tergicristalli che, a riposo, risultavano completamente nascosti alla vista.
Sarebbe potuta essere particolare anche la meccanica, considerato che, in origine, era previsto un motore rotativo.
L'esemplare fotografato dovrebbe essere dei primi anni di produzione e in allestimento base, arricchito da qualche optional, come il deflettore (la dotazione standard prevedeva un vetro laterale in un unico pezzo), i cerchi in alluminio e il tappo serbatoio con serratura.
Mai vista dal vivo ... avvistamento notevolissimo ... prodotta solo fra il '75 e l'80 ...
Nel 1979 ebbi l'opportunità di guidarne una, anche se solo per spostarla da un parcheggio ad un altro..
All'epoca diciassettenne, rimasi comunque impressionato vedendola dal vivo e salendoci dentro, nonostante ne conoscessi già l'esistenza dalle riviste specializzate. Ricordo che aveva targa Roma di prima immatricolazione, e credo che fosse importata, se non 'regolarmente' almeno su ordinazione.