Caspita una mastodontica auto americana con prime targhe italiane è un avvistamento con i fiocchi!!!
Certo...non doveva assolutamente avere problemi di danaro colui che decise di acquistare questa vettura dai consumi sicuramente esorbitanti(e con cilindrate iperproibitive per il regime fiscale nostrano).
Nella foto anteriore di questa Lincoln,parcheggiata in orario notturno con i copriproiettori chiusi,io vedo a bordo due tizi poco raccomandabili con giubbotto di pelle e berretto calato sugli occhi pronti ad un inesorabile agguato a colpi di rivoltella...
Forse ho guardato troppi polizieschi anni 70
Notevole targa di probabile origine (il modello del '75 era esternamente identico a quello del '76).
Per quel che si riesce a vedere, questo esemplare è anche dotato di alcuni optional, tra cui i cerchi in alluminio forgiato, gli pneumatici a fianco bianco e le opera windows inserite nei possenti montanti posteriori.
Il motore è un V8 da 7,5 litri.
Piacciano o meno, le americane a targa nera d'origine (o successiva a stretto giro, poco importa), costituiscono sempre un avvistamento notevole. In questo caso, tuttavia, siamo di fronte a qualcosa di veramente eccezionale, che solo un veloce cenno al contesto storico può rendere nella giusta dimensione. Nell'anno della massima incidenza elettorale del PCI (che seguiva il trionfo più vero, quelle delle elezioni amministrative del 1975), e del primo atto violento delle BR, che a Genova uccisero il magistrato Francesco Coco e i due agenti di scorta, sullo sfondo di una crisi economica e di una spirale inflazionistica unite in un fenomeno ancora sconosciuto, subito ribattezzato stagflazione, un esponente dell'alta borghesia o un'istituzione entrava in possesso di una delle manifestazioni più estreme del gigantismo automobilistico USA, in un'epoca, per di più, in cui le vetture americane erano divenute una presenza molto sporadica sulle nostre strade, complice la vertiginosa crescita del prezzo del carburante. La scena non poteva che avere per sfondo Milano (o, come potenziale alternativa, Roma), dove la concentrazione di ricchezza rendeva l'evento molto più probabile: tutto, infatti, in questa automobile, è all'insegna della massima opulenza (in chiave nettamente yankee), a cominciare dalle dimensioni monstre (quasi 6 metri di lunghezza, 2 di larghezza) per proseguire con la carrozzeria, incurante delle regole basilari dell'aeordinamica e comunque allineata ai canoni stilistici USA del periodo, soprattutto nel frontale, sino agli interni, dotati di ogni confort, e al classico e monumentale propulsore Lincoln di ben 7,5 lt, già ricordato. Il peso supera abbondantemente le due tonnellate.
Eterna rivale della Cadillac in patria, senza peraltro poterne mai eguagliare i numeri di vendita; la versione in foto è espressione della stagione in cui i nodi di un certo modo di costruire automobili (con un grado di finitura sceso parecchio rispetto alla golden age) stavano per presentare all'industria statunitense un pesante conto, che avrebbe favorito un massiccio flusso di importazioni di vetture giapponesi ed europee, e imposto ai costruttori nazionali di rivedere drasticamente i propri parametri, proprio a cominciare da dimensioni, cubature e metodi produttivi.
Sicuramente non la metterei in garage (a questo scopo, ci sarebbe già una discreta fila di americane meno mastodontiche), ma, altrettanto sicuramente, non posso non restarne affascinato.
(foto "berto88fi" )