Non c'è che dire.......affascinante sportiva da famiglia talmente inconsueta che è un enorme piacere vederla; quasi certa l'importazione di questo esemplare in un bianco che la rende assai moderna, forse anche ribassata.
Esempio di design fuori dalle mode che ho sempre amato, come le successive 480 e C30 soprattutto per il portellone in vetro.
Anche la nostra Beta HPE l'aveva e qui si aggiungeva la classe.
Splendida, personalmente ho un debole per le shooting brake..
Quoto biturbo e aggiungo che volvo proseguendo questa tradizione ha progettato una concept che riprende la stessa filosofia dei modelli citati
Su questo filone non era niente male nemmeno la reliant scimitar disegnata da Michelotti ...
Tutto sommato si tratta di sw a due porte , in definitiva , per cui le corrispondenti versioni coupe' sono molto piu' agili ...
Io la trovo molto appetibile, sportiva ed elegante allo stesso tempo e soprattutto rara: mai vista di persona in vita mia.
Domanda per i più esperti: è questo il modello che guidava Ugo Tognazzi nel film "Cattivi Pensieri"? A me sembra lei (il colore era diverso) ma potrei sbagliarmi dal momento che la coprotagonista del film Edwige Fenech distoglieva l'attenzione da ogni particolare e non mi rifersisco alla recitazione
Applausi a biturbo per il colpo e al proprietario
Stupefacente. Complimenti a Biturbo per l'avvistamento; credo di non averne mai viste dal vivo. Anch'io ho subito ricordato Tognazzi al volante della P1800.
Io la trovo assolutamente meravigliosa!!! Particolare e molto affascinante proprio in virtù di questo. Certo allora le linee dovevano essere a dir poco sconvolgenti, in Italia era infatti rarissima anche all'epoca.
Quella di Ugo Tognazzi era di una tinta stupenda simile all'acquamarina. Anche bianca però non è male.
Complimenti a Biturbo per questo avvistamento megagalattico!!!
Mi accodo alla schiera degli estimatori: vettura estremamente personale la cui eredità stilistica si ritrova anche nelle più recenti 480 e C30, come ha già giustamente richiamato Biturbo.
Questo esemplare è probabilmente uno degli ultimi tra i circa 8000 prodotti in questa configurazione, e certamente di provenienza statunitense, vista la presenza delle luci di ingombro laterali.
Tra le 100-150 vetture Volvo che si immatricolavano mensilmente in Italia nei primi anni '70 si nascondevano anche alcuni esemplari di "1800 ES", molto sparuti sia per la configurazione coupé-station, allora del tutto fuori dagli schemi canonici, sia per il prezzo decisamente impegnativo, pari, a listino, a quasi il doppio dell'Alfa "2000" (!).
Originali "italiane" o importate in seguito, nel tempo mi è capitato di vederne come minimo una mezza dozzina - l'ultima, forse già nota, alla magnifica asta organizzata nell'ambito dell'ultima edizione di "Autoclassica" - quasi tutte rifinite in azzurro metallizzato, la livrea alla quale, in genere, si associa questo modello, per me, grande amante delle svedesi d'epoca (a quattro ruote ), fortemente attraente, anche se, dovendo scegliere, preferirei la classica Coupé à la Simon Templar.