Ed ecco, manco a farlo apposta poco dopo il mio panegirico sulle Citroen "neglette", colei che ne è il simbolo stesso.
Per di più si tratta di una prima serie, molto probabilmente ancora equipaggiata dal primo motore 1015 cm3 sulla cui affidabilità problematica molto si è scritto. Certo, ogni discorso su precaria durata assi a camme, irregolarità di carburazione e accensione e consumi anomali va bellamente a farsi friggere di fronte ad un clamoroso conservato come l'esemplare in foto, in ordine ma con i tipici segni del tempo, fra cui una leggera opacizzazione della tinta (il meraviglioso Rouge De Rio) e un buco nel silenziatore posteriore cronico compagno della famiglia GS, i cui scarichi duravano poco a causa della loro notevole lunghezza, e della conseguente condensa che faceva danni soprattutto in caso di uso sporadico della vettura.
Di certo il motore, se originale (ma la cosa è piuttosto improbabile) ha ricevuto la manutenzione certosina e specializzata che la sua particolarità richiedeva: la sua elevata potenza specifica lo rendeva in effetti quasi un motore da corsa, con tutto ciò che ne conseguiva in termini sia di soddisfazioni che di magagne. La sua progettazione era in ogni caso modernissima, e faceva da companatico ad una serie di caratteristiche tecniche (quattro freni a disco, sospensioni autolivellanti, frenata autoripartita in funzione del carico, ecc) e stilistiche (linea aerodinamica e plancia dal disegno semplicemente ammirevole) praticamente uniche nel 1970 nella classe "un litro". Non mancavano poi peculiarità intelligenti (il baule posteriore con apertura a filo del pianale, il tachimetro a tamburo il cui cambio di colore indicava la necessità di cambiare marcia) o semplicemente "strane" (il freno a mano a maniglione sulla plancia, o il vano autoradio fra i sedili anteriori).
Tutt'altro che a suo agio nell'uso cittadino odierno, ma ancora in grado di regalare viaggi vellutati in superstrada, è senza dubbio un modello che non disdegnerei parcheggiare nel mio garage ideale.
Questi sono gli avvistamenti che mi mettono di buon'umore... Che meraviglia di macchina... Di un colore che le sta da dio: non è di cattivo gusto, risalta appieno la linea fuori dagli schemi e si intona a meraviglia con le cromature... Un ex brutto anatroccolo (per i miei occhi ignoranti) diventato un fantastico cigno. Quanto vorrei vederne una di persona, da troppo tempo non mi capita
Meravigliosa e con una tinta che a mio modo di vedere le sta d'incanto. Vettura che personalmente mi piace molto, con una linea ancora oggi molto moderna e con notevoli qualità.
L'aneddoto di Antonio, mi ha fatto venire in mente il rumore della GSA appartenente a degli amici di famiglia.
Aveva un sound niente male il boxer raffreddato ad aria.
Dovrei domandare a mio fratello che fine ha fatto l'esemplare che aveva acquistato qualche tempo fa, bisognoso di un restauro totale di interni ed esterni (e suppongo anche nella meccanica): se non sbaglio era di questo colore, ma mooolto più scolorito...
Mi associo al giubilo per questa meraviglia, mia prima scelta nel garage ideale... Sarà perchè ne ho sentito parlare sempre in termini entusiastici da mio padre che la possedette purtroppo prima che io potessi vederla, sempre prima serie, celeste con impianto a gas e roulotte al seguito
Per curiosità: è stata avvistata vicino o lontano dal luogo della targa?
Svalvolato, qui più che gli incentivi (che hanno dato, specie nel 1997, il colpo di grazia a molte auto che all'epoca erano appena diventate storiche grazie a sconti sostanziosi sui km 0 specialmente), la "colpa" dell'estinzione di tante GS italiane la darei alla poca convenienza interventi di manutenzione pesanti alla delicata meccanica che immagino già dopo i 10 anni superassero il valore dell'auto; essendo considerato, anche se comodo, alternativo e raffinato, pur sempre un elettrodomestico, per molti la soluzione si traduceva in pressa, massimo massimo l'esportazione.
Avvistata in un parcheggio a 5 km. dal confine con la Svizzera (più o meno dove abito io). Quindi ben lontano da Chieti. Qui da noi "CH" si vede spesso ma come adesivo ovale sulle auto ticinesi!
Dalla foto di atae21 non sembrerebbe così bisognosa di essere riverniciata come recita invece l'annuncio di vendita.
Comunque, tanto per tornare al discorso di Total III sulle Citroen "figlie di uno chevron minore", mi è stato fatto notare che al prezzo richiesto rischia persino di non trovare acquirenti. E pensare che si vedono storiche di tutti i tipi, spesso meno interessanti da un punto di vista meccanico/ingegneristico/stilistico, venire inserzionate a cifre ben superiori.
Per di più si tratta di una prima serie, molto probabilmente ancora equipaggiata dal primo motore 1015 cm3 sulla cui affidabilità problematica molto si è scritto. Certo, ogni discorso su precaria durata assi a camme, irregolarità di carburazione e accensione e consumi anomali va bellamente a farsi friggere di fronte ad un clamoroso conservato come l'esemplare in foto, in ordine ma con i tipici segni del tempo, fra cui una leggera opacizzazione della tinta (il meraviglioso Rouge De Rio) e un buco nel silenziatore posteriore cronico compagno della famiglia GS, i cui scarichi duravano poco a causa della loro notevole lunghezza, e della conseguente condensa che faceva danni soprattutto in caso di uso sporadico della vettura.
Di certo il motore, se originale (ma la cosa è piuttosto improbabile) ha ricevuto la manutenzione certosina e specializzata che la sua particolarità richiedeva: la sua elevata potenza specifica lo rendeva in effetti quasi un motore da corsa, con tutto ciò che ne conseguiva in termini sia di soddisfazioni che di magagne. La sua progettazione era in ogni caso modernissima, e faceva da companatico ad una serie di caratteristiche tecniche (quattro freni a disco, sospensioni autolivellanti, frenata autoripartita in funzione del carico, ecc) e stilistiche (linea aerodinamica e plancia dal disegno semplicemente ammirevole) praticamente uniche nel 1970 nella classe "un litro". Non mancavano poi peculiarità intelligenti (il baule posteriore con apertura a filo del pianale, il tachimetro a tamburo il cui cambio di colore indicava la necessità di cambiare marcia) o semplicemente "strane" (il freno a mano a maniglione sulla plancia, o il vano autoradio fra i sedili anteriori).
Tutt'altro che a suo agio nell'uso cittadino odierno, ma ancora in grado di regalare viaggi vellutati in superstrada, è senza dubbio un modello che non disdegnerei parcheggiare nel mio garage ideale.