(foto "ruler" )

caspita che colorini...
targa notevole e modello stupendo. complimenti all'avvistatore

Esemplare di grande bellezza, in una livrea mai vista sinora, che, pur non avendo elementi per dire se sia originale o meno (ma potrebbe benissimo esserlo), riprende perfettamente la doppia colorazione della stratosferica Alfa Romeo "6C 1900" Berlina del 1933 conservata presso il Museo Storico di Arese, ed esposta anche all'ultima fiera di Padova.
Versione Berlina della Casa, costruita in circa 14mila esemplari tra il 1933 e il 1936, capace di replicare la leggendaria raffinatezza meccanica e costruttiva delle Lancia in un formato ridotto, fino a quell'epoca inusuale per un marchio associato a dimensioni generose e grosse cilindrate. Come già ricordato in precedenti occasioni, il passaggio a taglie inferiori fu in buona parte dovuto alla contrazione delle esportazioni conseguente alla recessione mondiale e, prima ancora, alla politica della "lira forte", fattori che obbligarono l'industria a tenere in maggiore considerazione il mercato interno, troppo modesto per garantire fortune al prodotto di fascia medio-alta. Risparmiato in gran parte dalle trasformazioni in camioncino che, nel dopoguerra, hanno coinvolto un gran numero di auto (perlopiù a marchio FIAT), è un modello di cui si possono ancora contare molte decine di unità superstiti, fatto raro per vetture di quest'epoca.
Targa suggestiva, anche se non originale, che accresce la curiosità circa le peripezie di questo esemplare, tra anni "del consenso", periodo bellico, Ricostruzione e Boom economico.

Certamente una delle pre-belliche che preferisco. Anch'io non l'ho mai vista in questa colorazione, ma devo dire che non sembra affatto male e si contrappone, comunque con una certa eleganza, alle più classiche livree scure.

nooooo e questa? che chicca fantastica!! in un luogo in cui passo spesso poi fa un certo effetto

Piace anche a me questa lancia sopratutto perchè non è nera....
Da segnalare l'auto di fronte che pur essendo moderna sembra d'annata, infatti la reputo la vera Mini dei giorni nostri.

Per me nel 1958 apparteneva ad un'anima pia che le ha risparmiato il ferrovecchio, all'epoca sempre incombente su vetture di quell'età ed anche un pò più recenti: però quelle tinte mi fanno anche pensare ad un esemplare importato da noi in quell'anno per vari motivi. Solo l'attuale proprietario sa...

La trovo simpatica e decisamente migliore di Aygo and co. o della coeva Matiz: ben fatta, ottimo millino giapponese e ben accessoriata, nonché l'ideale per sgattaiolare in città. Mi frenerebbero solo i ricambi di carrozzeria ed interni complessi da reperire, considerato che Daihatsu in Europa non è più importata.