Sembrerebbe ferma da un bel po' questa bella (al netto degli orripilanti spechietti, che pure sembrerebbero aggiunta recente!) Montreal, ed è facile pensare ad una delle famigerate noie meccaniche procurate dalla raffinata iniezione Spica.
Viste le quotazioni odierne scappa quasi da ridere nel ricordare il mio meccanico rifiutarne diversi esemplari una dozzina di anni or sono: "non la prenderei manco regalata", diceva. Mentre prende la rabbia pensando ad un esemplare sfortunato su cui ebbi anche l'onore di accomodarmi da bambino, che dopo un pluridecennale fermo e plurimi tentativi di riparazione, è stato venduto a pezzi non più di cinque anni fa.
Oggi, guardandola, chi mai potrebbe credere che la Montreal è stata a lungo svalutata dal mercato, prima delle "follie" recenti?
Al pari di Total, riporto un aneddoto ascoltato neanche un mesetto fa dal demolitore presso il quale "collaboro"... Egli racconta che, ai tempi dei primi incentivi, arrivò una Montreal sana (verde) e, l'allora principale la destinò immediatamente alla pressa... il giovane demolitore invece fece una ventina di telefonate presso le abituali carrozzerie/officine clienti fino a trovarne una interessata al ritiro per (pur) pochi Caravaggi...
L'unica volta che ho incrociato una Montreal in vita mia risale a metà anni '80 a Lecce nei pressi dell'allora storica concessionaria del Biscione della città. Se la memoria non m'inganna mi pare si chiamasse SAFF. Era color oro metallizzato, è stato un lampo.
Negli anni '90 non era molto considerata nemmeno nelle riviste specializzate. Un articolista si era spinto a considerarla un'"eccentricità" al pari della Matra Bagheera.
Beh plauso alla persona descritta da Francesco 78!!! Proprio 2 gg fa parlando con un cliente Alfa di rimini mi raccontava di un noto demolitore nella sua provincia che aveva conservato di ogni (ricordo infatti dalla statale che vedevo ste carcasse di ogni bendiddio) ma purtroppo 5 anni fa gli hanno ingiunto di buttare tutta quella meraviglia.....vabè, il cliente mi raccontava che negli anni 90 ci vide mezzo smontato un Montreal....poi fa "ehh, ma chi pensava in quegli anni lì???" beh inizio a pensare che sto discorso è un po' una caXXata perché se si aveva un po' di buon gusto estetico si sarebbe dovuto capire che le auto fino ai primi anni 90 per tanti motivi sarebbero state da tenere invece che darle dentro per dei plasticoni marci.....era il brutto che avanzava fino ai giorni nostri....poi, sempre restando in tema, mi ha contattato l'anno scorso u ex demolitore sempre di quella zona per ricambi Alfa e mi raccontava che, quando vendette la demolizione aveva serbato in un container roba fantastica, porte in alluminio fulvia HF e altro......beh, la prima cosa che fece il nuovo subentrato, 5 anni fa (l'ignoranza c'è anche ora) fu quella di ragnare e buttare tutto nel metallo....no comment!! e in ultimo un vecchio carrozziere in pensione mi ha raccont che nel '96, quando stava smettendo, aveva radunato tutti vecchi lamierati fiat 600, 750,parfanghi topolino, fiat 1500, e venne un commerciante, gli disse "quanto mi dai??" e il commerciante "niente"...allora il carrozz disse "allora niente per niente la lasci lì"....poi chiamò il ferrovecchio egli pose la stessa domanda, stessa risposta e allora il carrozz disse "visto che non mi dai niente allora col ragno del camioncino la schiacci e poi te la porti via.....così non te la puoi rivendere"......
azz però che robe si sentono dai racconti del passato....
Caspita, davvero affascinante e con la sua prima targa! Conosco poco il modello, ma leggendo questa interessante discussione sto colmando qualche lacuna. Non penso però sia abbandonata in strada, credo invece sia stata rimessa in moto da poco: le gomme sono belle gonfie ma sulla carrozzeria c'è la classica impolverata da lunga sosta in un box.
Una cosa simile a quella raccontata da Francesco è accaduta proprio qui a Foggia ma qualche anno prima, nel 1996.
Ricordo che in un officina dove portavamo a riparare le nostre autovetture, c'era una Montreal nel classico color aragosta ferma in un angolo sotto una coltre di polvere e senza targhe.
Il titolare disse che erano 4 anni che era li e che apparteneva ad un tizio, anch'egli suo cliente, che se ne voleva disfare e che, dopo che presso uno sfascio la sua Montreal fu rifiutata perché troppo "pregiata" per esser pressata, ha deciso di lasciarla li nella grande officina per vedere se qualcuno era interessato alla sua ormai ex vettura.
Insomma 4 anni di zero contatti e dinieghi, finchè verso la fine dell'anno, il collega di suo cugino che viveva e lavorava in quel di Verona, decise di acquistarla per 300 mila lire.
Dunque la vettura è finita li e sicuramente con targhe alfanumeriche di quel periodo(fine 96).
Negli anni 80 , quando andavo alle superiori, passavo ogni giorno davanti alla concessionaria Alfa Romeo "Tabacchini"di Domodossola, il quale insieme alle vetture nuove, in vetrina sfoggiava una Montreal Arancione; si trattava in pratica di un usato di 10 anni, ma era considerata dal titolare un pezzo da novanta (intenditore), quindi non proprio tutti erano con le fette di salame negli occhi fortunatamente........venni a sapere poi che quando la concessionaria chiuse, venne venduta ad un collezionista milanese, intorno al 1988-89
A proposito... qualche mese fa mandai una Montreal Verde con targa italiana su un carrello con targa tedesca
La foto non è venuta benissimo ma (credo) pubblicabile... altrimenti la posto qui nei commenti... dimmi tu Rosario
Costretta nel "cavedio" di qualche edificio, o nel cortiletto umido sul retro, al pari di qualche relitto di "500" che capita ancora di scorgere nei tratti cittadini della rete ferroviaria.
Merita tutt'altra posizione questa superba opera di Marcello Gandini, nata come dream car nel 1967 e tardivamente adattata per la produzione di serie ad un propulsore eccezionalmente brillante, per il quale non era stata concepita e che il pianale "Giulia" faticava a reggere. Nei primi anni vendette piuttosto bene, diversamente da quanto si penserebbe dando credito alle solite banalità che la bollano come un fiasco; la faccenda è più complessa, come è immaginabile pensando, tra l'altro, al peso della crisi petrolifera, anche se, nel firmamento delle supercar, l'inadeguatezza sopra rilevata contribuì senz'altro a penalizzarla rispetto ad altre vetture già concepite nell'ottica di motori molto potenti.
Per me è un capolavoro, un sogno che ho accarezzato per qualche tempo 8-9 anni fa, quando le quotazioni erano una frazione di quelle attuali, prima di incappare in alcuni svarioni borsistici ( ); acquistarne una oggi equivale ad impegnare una somma che, per un lavoratore dipendente, pur con un buon stipendio, è comunque notevolissima per beni diversi dalla classica prima casa. Più avveduto è stato quel noto e giovane appassionato modenese che, nei tempi giusti, è riuscito ad accaparrarsene ben quattro
A proposito di Montreal genovesi, nel mio quartiere - Sampierdarena - sino alla fine degli anni '90 ne circolava di rado una argento, perfetta, targata GE 59 (1974). Presumo sia ancora in vita, anche se ignoro dove, a meno di eventi traumatici, tra cui includerei i furti, di cui diverse Montreal sono state purtroppo vittime...
ai tempi dei primi incentivi, arrivò una Montreal sana (verde) e, l'allora principale la destinò immediatamente alla pressa... il giovane demolitore invece fece una ventina di telefonate presso le abituali carrozzerie/officine clienti fino a trovarne una interessata al ritiro per (pur) pochi Caravaggi...
Intorno al 1997/'98, pur se a prezzi sonnecchianti, la Montreal era già una vettura da collezione che non era difficile incrociare a fiere e raduni, oltre ad essere comunque oggetto di ammirazione; non avrei immaginato che qualche asino si fosse disfatto di tanta supersportiva vintage tramite incentivi, alla stregua di una qualunque utilitaria o media obsoleta. Perlomeno, il danno è stato parzialmente tamponato dal buon senso del collaboratore dello sfascio.
Nei primi anni vendette piuttosto bene, diversamente da quanto si penserebbe dando credito alle solite banalità che la bollano come un fiasco
Gianni Chizzola, cofondatore di Autodelta e concessionario Alfa Romeo a Udine, asseriva che le ordinazioni raccolte per la Montreal all'atto della sua presentazione superarono di gran lunga ogni aspettativa, in rapporto al bacino di utenti potenziali e al rango della vettura. Gran parte di quelle prenotazioni fu però annullata a causa dei lunghi tempi di consegna determinati dal rallentamento del ciclo produttivo dovuto alla difficoltosa messa a punto dell'impianto di iniezione SPICA.
Al netto del contesto socioeconomico dell'epoca, viene spontaneo pensare che lo scontento della clientela di fascia alta, dirottata verso altre marche, abbia contribuito ad esasperare la sensazione di défaillance commerciale che viene attribuita alla Montreal.
(foto "Blowup" )