Mizzica che avvistamento ... per trovare notizie di questo prototipo bisogna consultare i sacri testi di "carrozzologia" italiana ...
Filante ed equilibrata , notevole esercizio di stile ... forse e' piu' apprezzabile il frontale ... lo specchio di coda merita fari piu' grandi ...
Oltre tre anni fa, Gabriele mi raccontò dell'esistenza nelle sue terre di questo esemplare, il cui restauro era stato completato poco tempo prima, e celebrato dal fortunato proprietario con una cena prelibata. Se ricordo bene il suo resoconto, la Carrozzeria Savio, atelier non tra i più in vista nell'affollato panorama dei carrozzieri torinesi tra anni '20 e anni '60, realizzò tre sole vetture one-off su base "2300 Coupé", una all'anno tra il 1962 e il 1964, e questo in foto, a quanto pare, dovrebbe essere l'unica superstite. Una macchina quindi decisamente pregevole e rappresentativa - a maggior ragione in quanto proveniente da un carrozziere "minore" - di un universo che, all'epoca, costituiva una parte fondamentale del tessuto industriale locale - ma con una proiezione di immagine su scala nazionale ed internazionale - e che aveva come soggetto naturale dei propri esercizi stilistici l'intera gamma delle vetture FIAT. Per quanto riguarda, nello specifico, la "2300 Coupé", il tema, in realtà, non fu molto esplorato, sia per l'elevato livello merceologico, sia per la difficoltà di superare o solo eguagliare l'eccezionale bellezza della versione di serie, curata da Ghia: le realizzazioni su questo argomento, reso impegnativo dal telaio piuttosto lungo, non eccellono, in genere, per armonia e/o piacevolezza (al pari delle fuoriserie derivate dalle berline "1800"/"2100" ), e le unità costruite furono ben poche, talvolta rimaste a livello di prototipo da esporre al Salone dell'Automobile di Torino.
Do per scontato che Gabriele possegga altre viste di questa eccezionale vettura, fortunatamente giunta sino a noi con la sua importante targatura d'origine.
Appena possibile aggiungerò altre immagini e vi racconterò come questa auto sia rocambolescamente giunta fino ad oggi, dopo avere “assaggiato” il “ragno” del demolitore.
Nel volume "Carrozzieri italiani" di Elvio Deganello, risulta presente una sola immagine di questa rarità, per la precisione, si tratta della parte anteriore, caratterizzata da un design semplice e pulito, arricchito da elementi decorativi che danno maggiore importanza al modello.
Cercando su Google si trova la foto d'epoca di un'altra 2300 con fari posteriori di derivazione Mercedes: sembrano decisamente meglio integrati di quelli "miseri" di questo esemplare
Per quanto ne so, Savio si cimentò sul tema Fiat 2300 Coupé nel 1962, 1963 e nel 1964, sempre con esemplari unici, diversi tra loro e a livello di prototipo. L'odierna 2300 costituisce l'esercizio di stile dell'anno 1964. Delle precedenti non ho alcuna notizia.
Esposta al Salone dell'Automobile di Torino del 1964, è stata poi acquistata da una famiglia messinese di stanza a Roma che, chissà quando, la portò in Sicilia. Ed è proprio in Sicilia che si svolge il rocambolesco salvataggio in extremis e la seguente rinascita.
I fatti.
Intorno all'anno 2000, una elegante signora si presenta presso un demolitore con questa auto dall'aspetto dimesso priva di targhe e documenti. Il demolitore la prende in carico e si appresta a toglierla dal carro attrezzi per impilarla con le altre auto da demolire. Utilizza il "ragno". Ed ecco il colpo di teatro: la scena non sfugge ad un tipo che si diletta ad accumulare automobili e altra roba vecchia. Il tizio riesce a fermare l'operatore nell'esatto momento in cui il "ragno" si appoggia sulle cromature delle grondaie, lasciandole segnate per sempre, rileva l'automobile e la fa trasferire in un suo capannone, dove resterà a prendere polvere per una decina d'anni. Sempre senza targhe e documenti. Intorno al 2010, l'attuale proprietario mio caro amico, venuto a conoscenza della strana storia di una strana auto, entra in contatto con il detentore e va a visionare l'auto. Dopo varie "visite" si persuade ad acquistarla e tentare l'impresa di re-immatricolarla, consapevole della implacabile burocrazia in caso di modello totalmente sconosciuto.
Altro colpo di scena: portata a casa la 2300, il nuovo proprietario, novello speleologo, si immerge negli spazi più piccoli e bui di quell'auto così particolare e...rinviene targhe e documenti, riposti chissà quando e chissà perché in un recondito anfratto del vano bagagli. Segue un pluriennale restauro a carico di carrozzeria, interni e motore che porteranno, tre anni fa, alla nuova messa in strada. Le foto che vedete sono relative alla prima e unica uscita, avvenuta appunto tre anni fa, e sono state tenute riservate fino al mese scorso per espressa volontà del proprietario. That's all, folks!
Ottimo reportage e bel resoconto di questo salvataggio letteralmente in extremis.....quando si dice "il tempismo".
La vista dell'interno, con plancia e volante chiaramente derivati dalla "2300" convenzionale, e non dalla "Coupé", mi confermano l'impressione originaria che la Carrozzeria Savio intendesse realizzare una sorta di elegante e snella berlina a due porte, più che una Coupé di impronta più o meno sportiva.
Che storia! Questa vettura si é salvata per un pelino quindi, pensa se l'attuale proprietario fosse passato pochi minuti dopo, a quel punto....adieu, 2300 Coupé S Savio!
Pazzesca! Queste sono auto che dovrebbero valere soldoni, mica modelli costruiti in migliaia di esemplari, stravisti dappertutto e "di moda".... e la chiudo qui.
Ha dell'incredibile il fatto che nel 2000 ,cioè quando la moda all'auto d'epoca era già scoppiata, un demolitore vada a "Ragnare" un auto indubbiamente particolare e mai vista senza pensarci troppo; comunque come si dice ...Tutto e bene quel che finisce bene.......
Personalmente trovo riuscito il frontale di quest'auto, soprattutto aggressivo al punto giusto il posteriore invece è un pò mortificato , come già detto, dalla fanaleria povera; magari raddopiata avrebbe fatto un altra scena.
Astrale> nel 2000 sarà anche scoppiata la moda dell'auto d'epoca ma ti garantisco che si continuava a buttare via di tutto allegramente senza pietà....erano ancora anni del menga, quelli.
Notevolissima nelle foto con vista anteriore , secondo me forse anche oltre rispetto alla più famosa e performante cugina disegnata da Ghia
Immagino l'emozione appena ritrovati i documenti nonché la spettacolare quadrozza romana tutto numeri
Pazzesco anche il salvataggio,specie se si tiene conto di quanti invece non sono andati a buon fine
Filante ed equilibrata , notevole esercizio di stile ... forse e' piu' apprezzabile il frontale ... lo specchio di coda merita fari piu' grandi ...