(foto "Markino" )

Talmente moderna che la targa quadra sembra anacronistica.

Il frontale secondo me è la parte meno riuscita, questo esemplare presenta poi una commistione tra prima e seconda serie non particolarmente gradevole.

Credo che sia una delle poche Lancia che mi lascia indifferente, un po' come per la X1 9 della Fiat.

Curiosamente lo spazio nero tra i fari posteriori ha sempre mantenuto l'incavo per l'alloggiamento della quadrotta, nonostante il modello sia nato poco tempo prima del cambio di formato.
In un qualunque esemplare circolante a targa "lunga" si può intravedere questo spazio al di sotto della targa

Ringrazio Rosario per l'immeritata pole position, forse attribuita mettendo sul piatto della bilancia la significatività della targa, e la rarità del colore, che gradisco molto anche se, in rapporto al modello, lo trovo un po' "fuori tempo".
In termini generali, il modello non ha mai entusiasmato neppure me, data l'estetica - per me fondamentale nella valutazione complessiva di una vettura - piuttosto lontana dai miei canoni.

A me invece ha sempre affascinato un casino la Montecarlo pur essendo la vera prima auto totalmente "fiat travestita".
Un bel giocattolino che vorrei avere in casa, magari spider come questa. Una delle ultime Lancia ancora "di nicchia" e sportive per poi entrare nei monotoni decenni successivi dove solo i bagliori di un paio di berline sportive sono degne di essere messe in questa categoria "di nicchia" che in passato, invece, ha SEMPRE fatto parte della storia Lancia in ogni modello prodotto e che hanno reso famoso e portato aficionados al marchio nel mondo ben piu delle paciose e ben fatte berline o della tecnica sopraffina delle Lancia ma che pochissimi riconoscevano (anche in Italia)-

Infatti fu l'unica Lancia costruita sotto la direzione FIAT dopo l'acquisizione del 1969; la Lancia & C. S.p.A. aveva ancora la sua autonomia progettuale (vedi Beta e Gamma) e solo a ottobre 1978 divenne FIAT Auto S.p.A.
La X1/20 progettata da Fiat poco dopo la X1/9, diventò in seguito 137 riportando la sigla del suo progetto anche dopo l'affidamento alla Lancia, salvandola così dal limbo commerciale in cui sarebbe piombata a causa della crisi energetica. Il suo debutto al salone di Ginevra del 1975 non lasciò indifferenti: la linea ideata da Pininfarina propose in chiave moderna le pinne della Ferrari Dino e altri elementi adatti per la produzione in serie come la modanatura sull'estremità anteriore (a mio parere indigesta) e l'assenza di elementi cromati. Finiture andanti, non certo al livello del nobile marchio - anche se si poteva ottenere il condizionatore - fecero storcere molti nasi, i dischi freno provenienti dalla 127 (sic!) provocavano imbarazzanti bloccaggi a causa del servofreno agente solo sull'asse anteriore.
Tutti i problemi di gioventù vennero risolti con la seconda serie del 1980 ma l'anno successivo, con poco più di 7600 esemplari prodotti, si fermò la produzione. Ma la sua rivincita non tardò ad arrivare in campo sportivo.

Si, plastiche e finiture 1s erano ancora una volta poco inerenti alla storia, i dischi freno sono su tutte 4 le ruote dalla prima serie.. ma è chiaro che l'impianto e l'efficacia non aveva nulla a che fare con quello a cui erano abituati i lancisti da anni (il fantastico superduplex e prima duplex) ed era uno dei difetti dell'auto.. Fortuna che esiste l'inglese "Montecarlo Hospital" che fornisce il Kit x renderla finalmente giusta assieme ad altri "aggiustamenti" d'assetto (in velocita il muso tende ad alleggerirsi troppo nell'originale)

Certamente, mi è scappata una precisazione... quando non si rilegge capita.