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Alfa Romeo Giulia Nuova Super 1300

giuliamc12720190822.jpg
Anno 1976 (Mc 127).

Data: 22/08/2019
Commenti: 8
Visualizzazioni: 1343
Commenti
#1 | time101cv il 22/08/2019 11:23:46
La targa è "SP 13"
#2 | fab il 22/08/2019 11:37:00
Il mio sogno!!! La metterei subito in garage
#3 | atae21 il 22/08/2019 12:01:06
Molto bella bianca ma da questa foto si può notare come il restyling dell'ultima Giulia sia stato fatto il più possibile senza stravolgere i lamierati. Sotto la mascherina nera in plastica si intravede infatti il lamierato dove in origine veniva applicato lo scudetto stretto delle prime versioni, in modo senz'altro più naturale e aggraziato.
#4 | Markino il 22/08/2019 13:56:59
L'unica significativa modifica ai lamierati apportata per questa serie riguardò l'eliminazione della "vasca" al centro del bagaglio, che peraltro, anche se poteva sembrare leziosa sin dall'origine, assolveva ad una precisa funzione aerodinamica.
In generale, per l'Alfa Romeo toccare gli stampi era un tabù, dettato da problematiche di costo che divenivano più stringenti per un'azienda dai volumi produttivi notevolmente accresciuti rispetto agli anni '50, ma pur sempre lontani dai principali costruttori di massa.
Ottimo esemplare con targa nativa di una provincia che compare di rado su queste pagine.
#5 | blackboxes66 il 22/08/2019 14:27:10
Certe scelte dell'Alfa Romeo di quell'epoca sono veramente strane. Da una parte si cercava di spendere il meno possibile per i restyling, dall'altra si mantenevano in produzione due scocche diverse per la stessa auto, come nel caso delle berline Alfetta tra il 1977 e il 1981, alle quali si aggiungeva la Giulietta, che adottava la stessa meccanica con dimensioni molto simili. L'esatto contrario del concetto di economie di scala, verrebbe da dire...
Altri esempi di "sprechi di scala", l'iniziale sovrapposizione tra 2000 berlina e GTV con Alfetta berlina e GT e le Spider coda tronca con due tipi di porte a seconda della versione, che richiedevano stampi differenti.
#6 | Transaxle73 il 22/08/2019 23:40:26
In Alfa all'epoca le scocche venivano affettuosamente soprannominate le "vacche sacre" per come ho avuto il piacere di apprendere dal libro di Giuseppe Busso. In questo caso specifico sarebbe bastato verniciare di nero il lamierato dietro lo scudo per ingannare l'occhio dell'osservatore.
#7 | ARGiuliasuper il 23/08/2019 01:36:41
La foto rivela tutti i limiti dell'infelice restyling dovuto, in parte, anche alle poche risorse economiche della proprietà dell'epoca. La rimozione della scalfatura sul cofano posteriore e della modanatura sul cofano anteriore la resero meno originale. In particolare, la coda ne risultò molto appesantita. Ma il danno peggiore fu nella mascherina plasticosa che mal si sposava con il frontale alto della Giulia. L'innalzamento della lama del paraurti creò lo sgradevole effetto di una mascherina troppo alta nel design del frontale come la bella foto ben evidenzia. Nemmeno lo spostamento degli indicatori di direzione sotto il paraurti e la lunga presa d'aria mitigano questa disarmonia estetica. A metà degli anni '70 le cromature non erano più di moda e la plastica esprimeva modernità. Molte auto furono aggiornate secondo questi dettami e la Giulia non passò indenne a questa idea di design: La rivista Quattoruote, d'altronde, all'epoca giudicò riuscito l'intervento estetico. A mio parere è la Giulia meno bella esteticamente ma, tra le versioni 1300, quella con gli interni migliori. Ne comprerei volentieri un esemplare in blu.
#8 | Markino il 23/08/2019 09:33:27
Bisogna peraltro rimarcare che questa serie - anche per me la meno riuscita esteticamente della stirpe - grazie all'ottima messa a punto e alla straordinaria reputazione conquistata nel tempo dal modello vendette ancora bene sia in Italia che all'estero (come dimostra la quota di "1600" prodotte), tanto più in anni segnati - soprattutto da noi - da una dura crisi economica (nel 1975, il PIL dell'Italia registrò un calo di oltre il 3%, il primo deciso segno "meno" dagli anni '50) e di alta inflazione, che ne fece salire rapidamente il prezzo di listino.
L'Alfa Romeo aveva fatto bene a puntare ancora molte delle sue carte sulla "berlina disegnata dal vento" (ora un po' meno aerodinamica, per via del restyling), i cui ultimi esemplari furono immatricolati addirittura nel 1978, con la "Giulietta" già in pieno esercizio.
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