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Panhard PL 17 Grand Standing

panhardpl17svalvolato20191209.jpg
Anno 1962 (svalvolatogiallorosso).

Data: 09/12/2019
Commenti: 23
Visualizzazioni: 1743
Commenti
#1 | time101cv il 09/12/2019 08:33:32
www.targhenere.net/gallery2/wp-content/uploads/2019/12/img_9279.jpg

www.targhenere.net/gallery2/wp-content/uploads/2019/12/img_9280.jpg
(foto "Frabo187" )
#2 | peppecantarella il 09/12/2019 08:37:39
Standing ovation
#3 | etilico il 09/12/2019 08:50:25
Spettacolare!
#4 | oinotna il 09/12/2019 09:10:02
Notevole, questa linea mi ha sempre affascinato!
#5 | Transaxle73 il 09/12/2019 09:33:06
Che meraviglia!
#6 | Markino il 09/12/2019 09:39:02
Stratosferica.....si resta a bocca aperta....
#7 | Mc 127 il 09/12/2019 09:53:02
Stupenda in tutto: modello, targa, colore, stato di conservazione... Vuoi anche per la loro rarità in Italia, sono sempre stato affascinato dalle Panhard. Tuttavia molte, comprese le due non pubblicabili che ho in archivio, sono corredate della quadrotta di prima immatricolazione.
#8 | Frabo187 il 09/12/2019 10:19:04
Era in vendita alla scorsa fiera di Macerata, ma non era presente il prezzo..
L'allestimento "Grand Standing" in cosa la differenziava, rispetto ad una normale PL 17?
#9 | Neeskens78 il 09/12/2019 10:44:21
davvero splendida, anche se forse preferisco la 24 per il frontale. Avvistamento davvero notevole. Tra l'altro qualche giorno fa avevo visto che c'era una "Grand Standing" in vendita, blu, forse da ultimare di restaurare o qualcosa di simile..
#10 | Biturbo83 il 09/12/2019 11:38:05
La Grand standing era la versione lussuosa, rispetto alla normale, da quello che ho capito.
Forse anche il tetto di colore nero ne era un elemento distintivo.
Affascinantissima!
#11 | LeleDS19 il 09/12/2019 13:36:33
Il tetto qui sembra in vinile, sicuramente di applicazione successiva.
Il bicolore comunque era previsto.
La PL17 prima maniera, con i "baffi" attorno ai fanalini, mi fa impazzire....prima o poi riuscirò a prenderne una....
#12 | Alfa33 il 09/12/2019 16:47:50
Magnifica; non mi pare che questo esemplare fosse presente 3 anni fa al raduno Internazionale in provincia di Novara.
Belle auto, non tanto conosciute qui in Italia; avevo riletto alcune prove su strada e mi avevano stupito i consumi decisamente bassi in rapporto alle auto concorrenti.
#13 | Markino il 09/12/2019 16:54:38
Marco, ti confermo che, al raduno di Novara del 2016, questa non c'era.
All'epoca, le Panhard erano piuttosto costose, circostanza che ne limitò certamente la diffusione nel nostro paese, ma nessuna vettura con una motorizzazione così piccola (un bicilindrico di 850 cm3) forniva tanto in termini di soluzioni tecnologiche, abitabilità, prestazioni e, in definitiva, sostanza.
#14 | Astrale il 09/12/2019 20:29:37
Davvero Notevole , meno male che qui c'è gente che l'apprezza ed in generale le Panhard perchè quando ne parlo con i miei conoscenti mi guardano schifati; alla recente rassegna Milano Autoclassica ne erano esposti 2 esemplari di serie differenti; non vi dico i commenti che ho sentito.....Fa niente, a me piace un sacco...
#15 | Kmkm il 09/12/2019 21:04:41
Semplicemente spettacolare
#16 | lancista il 09/12/2019 23:17:19
wow ..eccezionale questo avvistamento. Questa non l'ho mai vista nemmeno in fiere
#17 | prof il 09/12/2019 23:34:04
@astrale, ti capisco. L'anno prossimo andrò in fiera a Padova con dei tappi per le orecchie. I commenti degli... "appassionati" sono sconcertanti.
#18 | acier618 il 10/12/2019 11:29:30
i cosidetti"appassionati" guardano sempre le solite macchine ,che ,tra l' altro non sono poi cosi' rare a vedersi .
#19 | puma76 il 10/12/2019 12:16:06
Ne girava una nella mi città, sempre all'aperto, nemmeno un punto di ruggine e chissà perchèdubbioGrin
#20 | LeleDS19 il 10/12/2019 14:04:36
Se era una delle prime gli appassionati sanno perché non arrugginiva......
#21 | sir alec il 10/12/2019 17:46:59
Non avevo mai visto questo modello e nemmeno ne avevo sentito parlare. E' davvero eccezionale: trovo che abbia una linea molto originale e coraggiosa: e sicuramente, stando ai commenti di chi mi ha preceduto, è una vettura di sostanza e qualità, insomma, un vero gioiellino.
#22 | LFL il 03/09/2020 00:14:41
La Panhard era un'auto eccezionale: una 850 cc che riusciva a tenere il passo di una 1100-1200 cc, specie con la versione "Tigre" del piccolo bicilindrico piatto. All'epoca 60 CV (sia pure SAE) su un 850 implicava una potenza specifica da Alfa Romeo.

In Italia non ebbero successo per i motivi detti da Markino, ma in Francia ebbe successo... Purtroppo la Panhard finì in mano alla Citroën alla metà degli anni '60, quando era in procinto di uscire la bellissima 24, ancora più prestazionale (la velocità massima era sui 150 km/h!): la Casa del Double Chevron ebbe timore che cannibalizzasse la ID (nettamente più grande, ma con prestazioni simili, se non inferiori, specie per il consumo) ed impose alla Panhard di produrre la sola versione a 2 porte... il mercato francese - che le due porte non le voleva neanche sulla 2 CV o sulla Renault 4 - ne decretò l'insuccesso e con esso la fine della Panhard.

Concettualmente il bicilindrico piatto servì come base alla Citroën per progettare il 4 cilindri piatto della GS, una manciata di anni più tardi, che infatti rispetto allo standard dei motori Citroën aveva potenza psecifica elevata (nella prima versione, 1000 cc con 57 CV DIN).
#23 | ARGiuliasuper il 03/09/2020 18:30:43
la Casa del Double Chevron ebbe timore che cannibalizzasse la ID .... ed impose alla Panhard di produrre la sola versione a 2 porte


La Panhard e Levassor non aveva, e mai avrebbe avuto, la capacità produttiva per impensierire la Citroen. Il suo destino era quello di essere assorbita, di fondersi con altre case o di chiudere i battenti, come accaduto ad altri marchi, alla stessa Citroen, qualche anno dopo. La Panhard, in realtà, non si era mai ripresa dopo la seconda guerra mondiale complice anche il piano economico nazionale approvato dal governo francese, all’indomani della Liberazione, che prevedeva la razionalizzazione del settore automobilistico ristretto ad un piccolo numero di costruttori: la Panhard, e Levassor non entrò nel gruppo prescelto, restando ai margini del grande mercato dell’auto. Con queste premesse, conobbe un inesorabile declino fino alla completa acquisizione da parte della Citroen, seguendo così la logica dei mercati in espansione nei quali, i marchi che restano al di sotto di una certa soglia produttiva e non superano una certa dimensione, non riescono a sopravvivere in modo indipendente.
Così, nel 1965, la Citroen completò l’acquisizione della Panhard acquistando l’ultimo 25% nelle mani di Jean Panhard e completando un processo iniziato 10 anni prima quando la Panhard era in piena crisi economica. E’ quello che è accaduto anche a Lancia e alla Alfa Romeo, alla Simca/Talbot, alle marche inglesi e che ha portato FCA e PSA a trovare un recente accordo di fusione. Come qualche giorno fa ricordava qualcuno di noi, la stessa Mercedes è dovuta scendere a compromessi per allargare il proprio target, vendere più auto e riuscire a sopravvivere.
Personalmente, adoro le sofisticate Panhard, ma non mi nascondo che erano macchine di nicchia. Le C/CT 24 del 1965 erano troppo costose per essere un 850 cc di cilindrata (costavano più del doppio di una Fiat 850) e non competitive con auto dal prezzo simile ma di categorie superiori come la Alfa Romeo Giulia (che costava anche meno) e la Citroen DS che avevano ben più di un motore bicilindrico raffreddato ad aria, come quelli delle utilitarie.
Possiamo definirlo un prodotto magnifico ma mal collocato nel mercato. Una azienda più grande e solida sarebbe riuscita a contenere il prezzo dei propri prodotti riducendo i costi di produzione e rinunciando a qualche soluzione sofisticata ed elegante, ma troppo costosa.
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