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Innocenti I5

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Anno 1972, targhe ZA in formato europeo (michele 131cl).

Data: 03/03/2020
Commenti: 12
Visualizzazioni: 1143
Commenti
#1 | oinotna il 03/03/2020 09:14:55
La versione finale del ciclo produttivo di questa gamma di vetture, prima di passare ai fasti della serie Allegro/Regent.
La ritargatura fa pensare che sia nelle mani di un appassionato.
#2 | ARGiuliasuper il 03/03/2020 10:32:25
Ultimo anno di produzione, la meno bella del lotto ado16 con il frontale dalla mascherina in plastica. Sempre una eccellente visione.
#3 | Markino il 03/03/2020 11:43:29
Talmente rara ai giorni nostri da non essere stata neppure considerata nella denominazione della cartella: è la prima del sito in oltre 11 anni di "caccia".
Poche migliaia di esemplari costruiti tra il 1970 e il 1972, quasi spariti dalle strade già entro la fine degli anni '80; preferibili anche per i miei gusti le versioni più datate, l'elegante e raffinata "IM3" su tutte.
Avvistamento comunque molto particolare e apprezzabile.
#4 | Alfa33 il 03/03/2020 14:14:44
Concordo con Marco, le più anziane sono preferibili anche per me, considerando i particolari più vintage.
Tuttavia è assai apprezzabile anche questa, l’impostazione stilistica è sempre stata di mio gradimento, ha una eleganza naturale.
#5 | michele 131cl il 03/03/2020 15:59:29
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#6 | vivi61 il 03/03/2020 22:50:08
Una delle vetture mie preferite,equilibrata,comodissima e per quel periodo molto moderna,qualcuno sa se il design era di casa nostra?Mi sembra troppo bella per essere inglesedubbio
#7 | gabford il 03/03/2020 23:24:55
qualcuno sa se il design era di casa nostra?

Lo sviluppo progettuale è da attribuire ad Alec Issigonis.
#8 | ARGiuliasuper il 04/03/2020 00:09:11
... e il design è di Pininfarina che aveva già collaborato con la BMC per lo styling della A40.
#9 | vivi61 il 04/03/2020 19:40:39
Mi pareva strano che la linea non fosse di casa nostra
#10 | gabford il 04/03/2020 22:33:18
... e il design è di Pininfarina

Sì, più propriamente, Pininfarina agì da consulente a quattro mani con la BMC, che comunque apportò in proprio alcune modifiche.
#11 | ARGiuliasuper il 06/03/2020 08:51:02
In un progetto complesso le attività vengono scomposte ed affidate a vari gruppi di lavoro coordinati da un organo di governo.
Il project management decide di affidare la progettazione di un ammortizzatore, della trasmissione, del propulsore o del sistema frenante a gruppi specialistici per poi occuparsi di assemblare il tutto. Nella scelta dei gruppi ci sono tre opzioni: affidare l'attività ad un dipartimento interno con o senza il supporto di consulenti non appartenenti all'azienda oppure esternalizzare il sotto progetto ad un fornitore esterno, al quale sono imposti i requisiti di sistema entro i quali sviluppare il componente o il tema.
Questa ultima soluzione è quella realizzata per la bella auto di cui parliamo. Alla consegna del progetto di design da parte di Pininfarina il responsabile del progetto, Alec Issigonis nel caso specifico, inserisce il manufatto ricevuto nell'ambito del progetto complessivo dell'auto nella fase di integrazione tra i vari componenti. In questo contesto può accorgersi che occorre apportare alcuni accorgimenti, rimandando il progetto al fornitore oppure operando le modifiche del caso con i dipartimenti interni. Ma anche dopo, in fase di esecuzione, il direttore dei lavori può apportare delle modifiche giustificate da oggettive criticità come, ad esempio, che il motore progettato da un altro dipartimento/fornitore non entra nel vano, i fanalini previsti costano troppo ecc.
Da quello che ho letto (purtroppo non ero lì), per la progettazione delle ado 16, il contributo di Pininfarina è stato di questo tipo. Quindi, se sono state applicate quattro mani, è accaduto in momenti diversi, a due a due. D'altronde, basta confrontare la produzione della BMC prima e dopo il ricorso a Pininfarina per rilevare una forte discontinuità. Ritengo la A40 Farina una macchina bellissima ed innovativa che, nella conformazione del tetto e della coda, era avanti di vent'anni.
#12 | Markino il 14/03/2020 21:14:33
Per chi non possegga il fascicolo di Ruoteclassiche del febbraio 1988, condivido i dati di produzione della stirpe riportati in un bel servizio sotto la rubrica "Classiche di domani" (sic !):

- "IM3" e "IM3 S": 30.002
- "J4" : 30.140
- "I5": 5.666
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