In effetti tutta originale....perfetta dentro e fuori. Non manca nemmeno un copricerchio e non sono stati sostituiti con quelli delle versioni più recenti o con cerchi in lega moderni... un applauso al proprietario!
Modello molto carismatico e rimpianto per varie motivazioni, ottenne risultati commerciali decisamente buoni, grazie anche ad una gamma di motorizzazioni ampia.
Erano molto diffuse le 1.8 abbinate alla carrozzeria grigio chiaro.
Esemplare spettacolare del mio modello post-'85 prediletto (oramai parecchio tempo fa, ho posseduto una "Twin Spark" rossa del 1990, acquistata usata nel 1998, perfetta), realizzato in tempi di "vacche magre" da un'Alfa Romeo prostrata da anni di gestione malsana, ma ancora forte di uomini e idee, che, se adeguatamente supportati sul piano finanziario e strategico (il che rimandava inevitabilmente a scelte della proprietà pubblica, oramai orientata verso tutt'altra strada), avrebbero potuto assicurare al Biscione ancora diversi anni di autonomia (magari passando per la quotazione in borsa di parte del capitale), e un rinnovamento della gamma più incisivo.
Pur con i pochi mezzi a disposizione, la "75" nacque bene e resse più che egregiamente il mercato sino al 1991, grazie anche all'introduzione di nuove ed azzeccate versioni che mantennero sempre viva l'attenzione sul modello (la "Twin Spark", appunto, la "1,8 IE", la "3.0 6V" destinata soprattutto all'esportazione), un successo che non era affatto scontato se si considera che la vettura era sostanzialmente una "Giulietta" alla quale il bravo Ermanno Cressoni, in Alfa già dalla metà degli anni '60 e poi capo del Centro Stile, aveva apportato un sostanzioso - e originale - maquillage, operazione che, nella staffetta tra "Alfetta" e "90", non era riuscita.
Vettura generalmente molto amata dagli appassionati Alfa Romeo, la "75" (numero che richiamava il 75mo compleanno dell'originaria Anonima Lombarda Fabbrica Automobili, fondata appunto nel 1910 sulle "ceneri" della Darracq Italiana, e rilevata dall'Ing. Nicola Romeo nel 1915) ha subito il destino di molte precedenti Alfa Romeo: acquistata dalla media borghesia, sfruttata già dai primi proprietari in virtù della sua generosità meccanica, finita poi non di rado in mani "sbagliate" nel circuito dell'usato, demolita in gran quantità anche per il sopraggiungere delle campagne di rottamazione, quando magari cadeva a fagiolo poterla sostituire con la nuova - e non malvagia - "156".
Gli esemplari superstiti in buono stato, su una produzione di circa 375mila unità, sono probabilmente compresi tra una e due migliaia, ma trovarne in perfetto ordine, soprattutto nelle cilindrate inferiori, è arduo. Qui siamo di fronte ad un caso che pare mirabile, quindi applausi scroscianti.
Visto che ne giungerà un discreto numero, propongo a Time di creare una cartella dedicata, dove fare confluire l'unica già censita a targhe nere; farei uguale anche per le "Alfa "1900", che oramai spiccano nella cartella residuale Alfa Romeo.
Messaggio poi da cancellare...
Per l'Alfa 75 è ancora presto, in genere viene creato un nuovo album appena si hanno disponibili una dozzina di foto da metterci dentro. Ma immagino che non ci vorrà molto tempo ad accumularne un simile quantitativo.
Per la 1900 è da diverso tempo che sto cercando di creare un album apposito, ma tecnicamente sto fermo al palo, perchè non riesco a trovare online la sagoma stilizzata della 1900 (tecnicamente si chiamano "blueprint" ) da usare poi all'atto della creazione dell'album. Che tocca fà pe campà....
Ho guidato alcune volte una basica 1,6 simile a questa con interni boucle' grigi , e la sensazione e' di complessiva solidita' ... ma non mi convince la posizione di guida , un po' troppo infossata , causa anche il massiccio quadro strumenti ...
Quoto in pieno Bob: la 75 avrà tutti i pregi che volete ma come impostazione di guida é veramente imbarazzante! Guida infossata e notevolmente disassata rispetto alla pedaliera. Sotto questo aspetto è una delle peggiori berline mai guidate. Ripeto: sotto questo aspetto, non in generale...
Dopo l'ennesima ottima disamina di Markino posso affermare che, così come nel programma televisivo Propagandalive è presente lo Spiegone Damilano, allo stesso modo anche Targhenere può vantare il suo Spiegone: in questo caso "da Genova" ma si chiama sempre Marco
La pessima impostazione di guida della 75 in particolare, e di tutta la sua progenie in generale, è figlia della scelta dei progettisti dell'Alfetta che vollero aumentare lo spazio vitale interno e, nel contempo, mantenere il medesimo interasse della Giulia, pari a 251 cm, per non pregiudicarne l'agilità in considerazione della rivoluzione adottata per il reparto trasmissione. Invece di far avanzare la paratia anteriore della scocca che avrebbe accresciuto il passo, e la lunghezza complessiva dell'auto, consentendo però di realizzare la corretta centratura della pedaliera in rapporto al volante si preferi far avanzare l'intero abitacolo verso le ruote anteriori con la spiacevole conseguenza che i passaruota invasero lo spazio destinato ai pedali costringendo il progettista a spostarli verso il centro abitacolo. Chiunque abbia mai guidato per lunghi tratti un'Alfetta, una 90, una Giulietta o una 75 avrà notato che non è proprio il massimo dell'ergonomia stare seduto per tanto tempo con le gambe piegate verso destra....
Magnifica, spettacolare! Vettura che mi piace fin da quando ero bambino, ossia fin da quando era un'auto nuova o quasi e ne circolavano molte per le strade della mia città. Quanto prima dovrò rifotografare un'esemplare dello stesso anno ma 1.6 in condizioni niente male, anche se non come queste di questa stupenda 1.8.
Chiunque abbia mai guidato per lunghi tratti un'Alfetta
Chi possiede una percezione concreta per determinate caratteristiche, se ne accorge immediatamente. Negli ultimi anni, ho avuto il privilegio di guidare in pochi giorni sia l'Alfa 1750, sia l'Alfetta Quadrifoglio Oro di un amico (quest'ultima venduta da poco); la sensazione di scomodità nell'Alfetta è immediata, la pedaliera disassata non è molto diversa da quella della 127.