Identica a quella utilizzata per la ricostruzione della fuga dopo la rapina alla filiale di Largo Zandonai del Banco di Napoli nell'efficace pellicola di Carlo Lizzani "Banditi a Milano" (1968), dominato da un (sempre) magistrale Volonté.
Bell'esemplare; la visiera sulla targa era oramai un po' fuori moda.

OT "PISTA PISTA ... PISTAAA"
La storia della banda Cavallero e' quanto mai interessante , ed e' considerata , forse per comodo , la "madre" del terrorismo ...
Il filosofo del gruppo , scontata la pena , fini' poi a Bologna , dove gesti' per molti anni un pub in pieno centro , accanto al carcere minorile ...

Il terrorismo, in effetti, con la Banda Cavallero c'entra ben poco, a meno che non ci si voglia aggrappare pretestuosamente al fatto che il leader era un fuoriuscito dal PCI torinese.
Quel fenomeno ha ben altre radici metropolitane che le "doppiette" o le "triplette" in banca, anche se ammantate di un'idea delirante di "farsi la guerra da solo" o di "uscire dalle masse" professata luciferinamente dal protagonista nella bella scena dell'approvvigionamento di armi in una località di montagna.