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Alfa Romeo Montreal

alfaromeomontrealmarkino20201001.jpeg
Anno 1974 (Markino).

Data: 01/10/2020
Commenti: 19
Visualizzazioni: 1472
Commenti
#1 | time101cv il 01/10/2020 09:34:43
www.targhenere.net/gallery2/wp-content/uploads/2020/10/montrealmarkino_01.jpeg

www.targhenere.net/gallery2/wp-content/uploads/2020/10/montrealmarkino_02.jpeg
(foto "Markino" )
#2 | Transaxle73 il 01/10/2020 09:50:33
Mi inchino dinanzi a tale opera d'arte, esaltata dai magnifici scatti fotografici.
#3 | Frabo187 il 01/10/2020 10:00:31
Targa originale Milano, oltretutto Shock
#4 | IL BUE il 01/10/2020 10:14:19
Colore da sturbo vero
#5 | Markino il 01/10/2020 10:34:01
Contratto marsigliese (1974) …

https://www.youtu...c9r3xUPSuw

All'epoca dovevano circolarne parecchie con targa Milano, e qualcuna è rimasta, nonostante l'emorragia che ha portato diversi esemplari oltreconfine; nel 1974, però, le immatricolazioni erano diventate rare, vista la grave crisi petrolifera che, nella metropoli lombarda, portò persino al divieto della circolazione per qualche domenica.
#6 | 1600 GT il 01/10/2020 10:37:34
Stupefacente!
#7 | pierbott il 01/10/2020 10:42:23
Veramente spettacolare sotto ogni profilo!
#8 | vipergreen il 01/10/2020 10:50:03
Bellissimasbavv
#9 | alequattro75 il 01/10/2020 11:26:57
Pensare che Gandini, che l'ha disegnata, la trova "niente di che, bruttina..". Ovviamente rispetto al disegno originario.
#10 | Sauro il 01/10/2020 11:47:08
Unica pecca rispetto ai primi lotti, secondo me, il brutto spoiler in plastica aggiunto per motivi aerodinamici
#11 | Markino il 01/10/2020 11:48:50
Il prototipo (ma sarebbe meglio dire i due esemplari) con meccanica "Giulia" 1600 esposto a Montreal nel 1967 - e conservato al museo di Arese - è indubbiamente più snello; l'esigenza di ospitare il V8 di derivazione "33" impose alcune modifiche che suscitarono la netta disapprovazione di Bertone, anche se, nel complesso, la vettura resta un capolavoro mozzafiato.
#12 | Transaxle73 il 01/10/2020 11:53:01
La genesi del disegno della Montreal fa il paio, in senso opposto, con quello delle Brera.
Due linee fantastiche dei rispettivi prototipi stravolte successivamente in fase di produzione, dove per la Montreal la direzione dell'Alfa obbligò i progettisti ad infilare, al posto del Bialbero da 1.6 litri della Giulia, il poderoso V8 derivato dalla 33 sfruttando a fini commerciali l'eco vittoriosa delle competizioni.
Con la Brera si stravolse, questa volta al ribasso, l'impostazione del prototipo di Giugiaro che sfruttava la meccanica Maserati con il V8 e la trazione posteriore (ripresa poi dalla successiva 8C) per poi adattare il tutto sull'insulso pianale Premium della 159 a trazione anteriore equipaggiato con una serie di propulsori indegni per il blasone del Biscione, quelli a benzina di origine GM, eccezion fatta per il crepuscolare 1.750 Tbi di FCA.
#13 | Sauro il 01/10/2020 13:51:23
Bella... anche se preferisco i primi lotti senza il brutto spoiler anteriore in plastica
#14 | ARGiuliasuper il 01/10/2020 14:18:19
La storia della Montreal, con le proteste di Gandini e della Bertone per le modifiche alla carrozzeria resesi necessarie per poter adottare il motore della 33 stradale, sono un esempio dell'eterno dissidio tra i progettisti ed i responsabili della produzione e del marketing: tra la teoria e la pratica. Personalmente, non credo che un modello con il motore 1.600 della Giulia avrebbe avuto la stessa personalità della Montreal. Anche il comportamento stradale difficile da controllare, dovuto al telaio della Giulia, a mio modo di vedere ne aumenta solo il fascino.
#15 | ARGiuliasuper il 01/10/2020 14:20:32
Dimenticavo di dire che questo avvistamento è favoloso per la bellezza del modello, per il colore raro ed affascinante e per le eccellenti condizioni dell'auto. Gli scatti, poi, sono un esempio di come deve essere fotografata un'auto.
#16 | Transaxle73 il 01/10/2020 15:14:56
Aggiungo che se, all'epoca, a qualcuno delle sfere alte in Alfa Romeo fosse venuto in mente di utilizzare il pianale della nascitura Alfetta, per giunta anch'essa presentata nel 1972, sicuramente ne sarebbe uscita una sportiva che avrebbe dato seri grattacapi a sportive ben più blasonate, Ferrari incluse. Con il V8 della 33 sono emersi i limiti del telaio Tipo 105, in particolare del vetusto ponte posteriore ad assale rigido che mal si conciliava con potenze superiori ai 200 cavalli.
#17 | Markino il 01/10/2020 15:29:28
fosse venuto in mente di utilizzare il pianale della nascitura Alfetta, per giunta anch'essa presentata nel 1972

La Montreal fu però lanciata nel 1970, quando il progetto "Alfetta" era appena in incubazione.

Personalmente, non credo che un modello con il motore 1.600 della Giulia avrebbe avuto la stessa personalità della Montreal

Concordo; una linea del genere meritava comunque una motorizzazione più corposa.
#18 | S4 il 01/10/2020 23:48:31
Gli scatti, poi, sono un esempio di come deve essere fotografata un'auto.

Esattamente, peccato che in pochi prendano esempio.
#19 | LFL il 03/10/2020 00:27:48
Non sono molto d'accordo sulla difficoltà del telaio 105 di "reggere" la cavalleria del motore 8V: diverse generazioni di GTA dimostrano il contrario, risultando vincenti per buona parte degli anni '60, ma ancora capaci di risultati discreti fino alla metà anni '70. Metà anni '70 che rappresentarono un limite per questo modello: la linea - pur bella - della Montreal era inevitabilmente demodè già alla nascita - dati i 4 anni di attesa tra presentazione e lancio commerciale - per cui non poteva attraversare il decennio, è tanto che sia arrivata al 1977: denuncia l'età soprattutto nella vista di trequarti posteriori, come ben evidenzia la foto principale, con un tratto evidente della linea "Coke bottle" di americana ispirazione, nata a metà anni '60 e che ha visto varie applicazioni anche in Europa (Fiat 128 Sport, Opel Manta I serie). Gli anni '70 sono caratterizzati dalle linee di fiancata tese, tutt'altro che sinuose: la durata - eccezionale - di un modello come la Porsche 911 nasce proprio dall'aver una linea a fiancata tesa, che negli anni '60 era ancora una rarità tra le sportive (tra le poche eccezioni, la Fiat 124 coupé, che infatti ha avuto una vita abbastanza lunga).

Lo spoiler - con la sua funzione aerodinamica - aveva anche un altro obiettivo: incrementare la velocità massima di quasi 10 km/h, permettendogli di superare agevolmente i 220 km/h che senza spoiler non riusciva ad avvicinare (il che non era molto dignitoso, se si pensa che una pesante e massiccia Mercedes-Benz 450SE superava i 210 km/h e la 450SEL 6.9, ancora più massiccia, le stava più o meno alla pari in velocità).
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