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Alfa Romeo 75 1.6

alfa75time20201229.jpeg
Anno 1987 (time101cv).

Data: 29/12/2020
Commenti: 13
Visualizzazioni: 1116
Commenti
#1 | IL BUE il 29/12/2020 09:54:17
La 75 più classica, e per me sempre gradita.
#2 | 1600 GT il 29/12/2020 11:08:19
Quoto. Sembrerebbe in ottime condizioni questo esemplare.
#3 | tonymura il 29/12/2020 13:18:30
Si concordo.. molto belle le prime 1.6
#4 | Transaxle73 il 29/12/2020 14:49:44
Tra tutte le 75 preferisco proprio una basica 1.6, meglio se una prima serie e rigorosamente a carburatori. Il collezionismo ha stravolto l'immagne, mitizzandola oltre misura, di alcune auto in quanto sembra che esistano solo le top di gamma tra quelle meritevoli di conservazione. Sembra che i cosiddetti appassionati, per di più giovani, abbiano occhi solo per la 3.0, la Turbo e la Twin Spark mentre io ricordo che all'epoca la "ciccia" delle 75 era proprio rappresentata dalle 1.6, dalle 1.8 e turbodiesel.
#5 | Alfa33 il 29/12/2020 14:58:03
La stessa cosa succede anche con la Lancia Delta, per molti esistono esclusivamente le più performanti e costose, mentre le sorelle più povere vengono liquidate anche con commenti poco piacevoli.
Indipendentemente dai modelli è giusto conservare la memoria storica delle versioni meno pregiate, che quasi sempre costituirono la base per la nascita delle varianti da vera collezione.
Aggiungo che anche io prenderei in considerazione una 75 1.6 a carburatori, va più che bene per "passeggiare" in collina, poi la sonorità meccanica gradevole è comunque garantita.
#6 | Markino il 29/12/2020 15:18:55
Io adoro incondizionatamente tutte le versioni (magari a benzina) della "75", senza alcuna predilezione "ideologica" per le cilindrate "inferiori" o per le motorizzazioni più performanti.
Le prime, come ben dice Salvatore, rappresentavano il nerbo del parco circolante, e, senza di esse il modello, dovendo sostituire la pari "Giulietta", non sarebbe stato neppure concepito, senza contare che non lesinavano certo soddisfazioni agli utenti, soprattutto la "1,8"; le seconde, a cominciare - per il suo notevole successo - dalla "Twin Spark", incarnavano con grande disinvoltura uno stadio superiore dello spirito sportivo imprescindibile per un'Alfa Romeo, e costituivano quindi un naturale complemento delle prime.
Guardo con eguale passione ad entrambe i "filoni", e considero tutte le versioni meritevoli di sviluppo collezionistico; da ex possessore - entusiasta - di "Twin Spark", se oggi fossi costretto a scegliere la mia "75" d'elezione, credo che - dato l'eccezionale mix rarità-caratterizzazione estetica-godibilità su strada - opterei per le prime "2,5 V6", vendute in gran parte all'estero, ma tutte le altre la seguirebbero a minime incollature, e quasi alla pari.
Magnifico l'esemplare in foto, si spera nelle mani di un proprietario "consapevole", oltre che visibilmente attento al proprio mezzo, ancora conforme alle specifiche d'origine. Le unità superstiti con questa motorizzazione ed in buon ordine si incrociano oramai assai di rado, ed è auspicabile che quelle giunte sino ad oggi nella forma migliore continuino ad essere adeguatamente preservate.
Fotografia nitida e riuscita.
#7 | prof il 29/12/2020 15:38:28
Avete già detto tutto.
Mi limito ad esprimere il mio apprezzamento per la bandiera italiana "stranamente" apposta nella posizione corretta.
#8 | IL BUE il 29/12/2020 16:26:39
Io sono un pò più talebano: solo motore bialbero testa larga, possibilmente carburatori, ma gradisco anche le successive IE. Delle prestazioni non m'importa niente, l'unico imperativo è il canto del bialbero
#9 | astraG il 29/12/2020 17:04:12
Versione con motorizzazione che avevamo noi in famiglia nel bel colore blu metallizzato, anch' essa con solo specchietto lato guida.
Io ebbi la fortuna di guidarla spessissimo da neo patentato.
Ne ricordo il rombo del motore ed i consumi esagerati.
Ci venne rubata e mai più ritrovata.
#10 | Markino il 29/12/2020 17:22:41
SadSadSad
#11 | 1600 GT il 29/12/2020 17:56:18
Tra tutte le 75 preferisco proprio una basica 1.6, meglio se una prima serie e rigorosamente a carburatori. Il collezionismo ha stravolto l'immagne, mitizzandola oltre misura, di alcune auto in quanto sembra che esistano solo le top di gamma tra quelle meritevoli di conservazione. Sembra che i cosiddetti appassionati, per di più giovani, abbiano occhi solo per la 3.0, la Turbo e la Twin Spark mentre io ricordo che all'epoca la "ciccia" delle 75 era proprio rappresentata dalle 1.6, dalle 1.8 e turbodiesel.

Esattamente, mentre ora la 75 per l'ottica popolare del collezionismo è soltanto Twin Spark, Turbo e V6, ma le 1.6 e le 1.8 neanche le tengono in considerazione. Anch'io preferisco una 1.6 carburatori, meglio se prima serie, ma anche una 1.8 o una I.E. delle serie successive(sia 1.6 che 1.8)non mi dispiacerebbe affatto.
#12 | lancista il 31/12/2020 15:31:10
Tra tutte le 75 preferisco proprio una basica 1.6, meglio se una prima serie e rigorosamente a carburatori. Il collezionismo ha stravolto l'immagne, mitizzandola oltre misura, di alcune auto in quanto sembra che esistano solo le top di gamma tra quelle meritevoli di conservazione. Sembra che i cosiddetti appassionati, per di più giovani, abbiano occhi solo per la 3.0, la Turbo e la Twin Spark mentre io ricordo che all'epoca la "ciccia" delle 75 era proprio rappresentata dalle 1.6, dalle 1.8 e turbodiesel.


Concordo su tutto. Oggi si ha una immagine completamente distorta della 75 in particolare. All'epoca per qualche anno fu anche un ottimo successo di vendite (in Italia) che senza quelle versioni "normali" non avremmo visto.
Anche perche nelle versioni piu' spinte e costose andava a scontrarsi con auto piu moderne e di immagine dove nell'epoca "tutta immagine" anni 80, a parte il trio Thema/Croma/164, l'auto italiana aveva gia perso "colpi" sotto questo aspetto a favore delle tedesche... Quelle versioni piu' spinte e costose di 75 alla fine erano auto in gran parte acquistate da aficionados del marchio, difficile spendesse quei soldi l'utente "normale" che poteva scegliere l'immagine di una pari prezzo tedesca o al limite del "trio italiano" suddetto.
#13 | LFL il 01/01/2021 15:39:35
Concordo con tutti coloro che vedono sbagliato trascurare le 1.6/1.8 (e anche le 2.0 a carburatori): rappresentano la tradizione Alfa Romeo e sono l'ultima degna lezione che ad Arese riuscirono a dare circa la possibilità di un progetto vecchio di 20 anni di tenere testa a progetti più recenti di 15 anni... non solo erogare la stessa potenza (a tutti i regimi, non solo a quello di potenza massima) dei colleghi dotati di iniezione (anche multipoint), ma fornire una regolarità di marcia ed un confort (nonostante fosse una sportiva) non inferiore a molte.

Ciò che si pagava alle tedesche era la qualità della componentistica: le forniture italiane - non di rado già a capitale straniero, soprattutto americano - non erano all'altezza delle tedesche. L'astuzia dei tedeschi è stata quella di orientare il mercato dell'auto ad un utilizzo massiccio di plastica, del cui trattamento loro erano effettivamente maestri (fino ad una manciata di anni fa, al vertice delle industrie della plastica nel mondo c'erano le note aziende chimiche tedesche). C'era poi 4R che ci metteva del suo, ad esempio quando lamentava che i pannelli porta delle italiane lasciavano ancora della lamiera scoperta... come se quella striscia di lamiera facesse differenza! Tanto più che molto tedesche celebrate per non lasciar lamiera in vista in realtà la facevano intravedere: ad esempio, nella mia E28 l'occhio mi cade sempre sull'arco finestrino della portiera (chiusa, s'intende), che internamente si vede scoperto e se ci cade il sole brilla per effetto della finitura lucida della vernice metallizzata...

Rumorini, scoloriture o distacco della verniciatura, spaccature facevano subito identificare un modello italiano (ma anche francese) rispetto ad uno tedesco. Oggi le cose sono cambiate: ad esempio, una BMW è al 30-40% fatta di componentistica italiana, ma purtroppo ormai l'auto italiana è rimasta vittima della cattiva fama degli anni '80 e '90.
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