Immagine

Mercedes 190 SL R121

mercedes190sldariomontrone20210111.jpg
Anno n.c., targhe bianche del 1989 rifatte nere (dariomontrone).

Data: 11/01/2021
Commenti: 3
Visualizzazioni: 932
Commenti
#1 | bob91180 il 11/01/2021 11:27:23
Targa smaccatamente falsa un po' esagerata ...
Notevole accostamento colori avorio/granata ...
#2 | classicauto2019 il 11/01/2021 11:32:29
Fosse stata la targa quadra d'origine sarebbe stata davvero notevole, però è comunque molto ricca di fascino.
#3 | Markino il 12/01/2021 15:01:42
Raffinata Roadster propugnata, come altri modelli iconici e di successo, dal vulcanico importatore statunitense Max Hoffman, già "mentore" della "300 SL". La robusta domanda di vetture sportive e scoperte espressa dalle zone più ricche e climaticamente favorevoli del Paese, California in testa, garantì alla "190 SL" un solido mercato di sbocco, al quale si unì l'apporto di un'Europa oramai in netta ripresa economica dopo la travagliata epoca della Ricostruzione postbellica. Poche, ma ne arrivarono anche in Italia, dove il prezzo non certo popolare lievitava ulteriormente per effetto dei dazi doganali a cui erano soggette le vetture di importazione, sino al dicembre 1961 anche se intracomunitarie.
Data la capacità produttiva di un gigante come Mercedes-Benz, e la sua proiezione internazionale, i consuntivi furono ben superiori rispetto alle nostre convertibili equivalenti: 25.881 esemplari dal maggio 1955 al febbraio 1963, con un andamento molto uniforme tra il 1956 e il 1961 (al netto di un 1958 in tono minore), quando, per fare un esempio, la nostra Alfa Romeo "2000 Spider", costruita in maniera semi artigianale, fu replicata in 3.443 unità tra il 1958 e il 1962.
Inevitabile che ne siano sopravvissute parecchie, specie negli Stati Uniti, non solo per la naturale tendenza a mantenere in uso le "scoperte" anche quando anziane, ma anche per l'abitudine, in quell'immenso territorio, di conservare - seppur in condizioni mediocri o pietose - le vetture oramai obsolete o fuori uso, nelle fattorie come nei campi di demolizione, data l'abbondanza di spazio disponibile; un buon numero di quelle oggi circolanti in Italia o nel resto d'Europa proviene da quel mercato.
Ricordo che in anni passati, alla fiera di Padova, sono arrivato a contarne esposte in vendita una ventina; più recentemente, con l'avvicendarsi degli appassionati e dei relativi gusti, tali numeri sono stati "ereditati" dalla successiva "Pagoda".
Scrivi commento
Per scrivere un commento devi essere registrato