Time intendi dire quella trovata semiinterrata in un campo a Sesto San Giovanni? La ricordo anche io ma non so se possa essere questa. Quella era molto conciata e necessitava di un restauro completo; questa invece mi sembra un'incredibile "conservato"!
L'avevo vista anch'io diverso tempo fa ma non avevo notato le targhe quadre! Pare sia pure stata sistemata dato che non mi sembrò così in ordine! ECCELLENTE!
Sì ata, proprio quella. Grazie a time per la precisazione, allora ricordavo male!
Chissà che fine avrà fatto poi, era in condizioni impressionanti, completamente divorata dalla ruggine, anche quella bianca con targa nera quadrata originale Milano...
GTI79 il 13 settembre 2010 11:56
Ho appena finito di leggere Christine la macchina infernale, vi dico solo questo...
L'ho letto anch'io una quindicina d'anni fa e mi sembra di ricordare di aver trovato qualche punto stridente. Stephen King raccontava di una coupè Fury del '57 modello '58, ma in un punto accennò alla presenza delle portiere posteriori (mi pare quando la figlia di Le Bay vi morì dentro), carrozzeria che con le 4 porte in realtà avrebbe dovuto chiamarsi Belvedere.
Non ho più il libro per poter controllare, ti ricordi di aver notato qualcosa del genere?
Purtroppo non me lo ricordo, ma ormai deve essere di qualche annetto fà... ma ricordo perfettamente le foto della Plymouth Fury riesumata dal campo a Milano, un cumolo di ruggine. Doveva essere restaurata da un appassionato, chissà che fine avrà fatto...
...si ci sono delle discordanze tra il libro e il film. durante le riprese fu usata la versione due porte, ma nelle scene in cui veniva demolita usarono la versione 4 porte belvedere a cui erano state saldate le portiere, anche perchè la versione due porte era più rara. ho letto che in totale furono distrutte 14 auto e già all'epoca parecchi estimatori del modello protestarono!
Non Time, quella che intendevo io e ata era un'altra, se non sbaglio era proprio una plymouth belvedere tutta bianca come questa con targhe nere quadrate Milano, l'articolo era di sole due-tre pagine e mostrava le foto del suo recupero dal campo, era completamente infossata nel fango e piena di ruggine. Se non ricordo male sarà stato un servizio del 2004-2005, appena posso controllerò!
Allora, io ho letto 2 volte il libro, guardato almeno una quarantina di volte il film e guardato pure i contenuti speciali su dvd: nel libro ho notato pure io il fatto delle portiere posteriori che ne l film non ci sono.
Per la registrazione della pellicola sono state raccimolate venti Fury e le discordanze frà racconto e film, sono parecchie, in quanto la storia è stata lievemente cambiata (e secondo me migliorata), perchè diventava troppo complicato raccontare in un'ora e mezza che l'auto era posseduta dall'anima del vecchio proprietario.
Più semplicemente nel film è l'auto ad avere un'anima al 100%.
Ho ritrovato l'articolo, ho sfogliato tutti i ruoteclassiche del 2003-2004-2005.
Quello in questione è del marzo 2003, pagine 98-99-100-101 e come ricordavo bene era una Plymouth Fury del '58 ritrovata alle porte di Milano in un deposito di rottami a Sesto San Giovanni. Era abbandonata da 30 anni, ancora con targhe nere quadrate originali MI38.....ma radiata d'ufficio.
Adesso invio le foto...
Ho altre foto ma non so come aggiungerele qui sotto...se mi aiutate le invio.
Sono rimasto sbalordito quando l'ho vista. In queste condizioni, assolutamente un conservato, fa ancora più impressione di quelle restaurate che si vedono alle esibizioni.
...si anche io ricordo anche altre discordanze, come ad esempio nel libro c'è come personaggio il fratello del proprietario che ha un ruolo importante mentre nel film appare solo nelle prime scene. comunque bel romanzo molto piu bello del film secondo me.
Non ti preoccupare, le ho fatte io! Le ho già inviate a blackboxes66, appena le posta le vedi.
Purtroppo non sono venute benissimo perchè non ho potuto scannerizzarle.
Se non erro l'autore del servizio,noto estimatore e collezionista di vetture USA,come pure la moglie,attualmente collabora con altre riviste che trattano nello specifico queste auto.Chissà se era sua anche quella e se è riuscito a restaurarla:in Italia arrivarono col contagocce,figurarsi ora quante ne sono rimaste!
Su Gente Motori di qualche mese fà ci fù un'articolo dedicato a persone che in Italia hanno restaurato auto famose di film e serie televisive.
C'era anche un tizio Christine... magari è lui.
l'ho vista davanti a casa mia qualche mese fa, in movimento e con a bordo dei ragazzi, ho ammirato la decisione del proprietario di lasciarla conservata.
Gran colpo Vincenzo aver ritrovato questa "Belvedere", con la stupefacente, al giorno d'oggi, targa originale di Milano. In grandi città come Milano o Roma le americane non erano affatto rare, almeno fino agli anni '60, come dimostrano frequentemente le riprese casuali del traffico che compaiono in film, documentari e fotografie, ma si estinsero rapidamente negli anni '70 per gli alti costi di gestione e l'eccessiva appariscenza; un esperto dell'argomento, fondatore di una nota rivista, mi ha anche spiegato che il colpo di grazia arrivò da una certa diffusione di queste auto presso comitive di zingari, alle quali le americane di uno o due decenni precedenti furono facilmente associate nell'immaginario collettivo.
La vettura è caratterizzata da una linea ribassata, lanciata per tutto il Gruppo Chrysler nel 1957, e intesa a far percepire d'un colpo come "vecchie" le concorrenti Ford e GM. Lo slogan pubblicitario recitava: "Improvvisamente è il 1960 !". Si trattava comunque di un design piuttosto effimero, e dopo pochi anni quelle pinne smisurate, che sembrano staccarsi prepontemente dalla coda, e l'arcigno frontale apparivano decisamente fuori moda. Da notare i doppi fari, che iniziarono a diffondersi proprio nel 1957 quale soluzione tecnico-stilistica a nuove leggi federali, che stabilivano più elevati standard di illuminazione notturna.
E' stata riproposta su Ruoteclassiche di questo mese (la Fury del '58 - n.d.a.)
Piccola soddisfazione personale, quell'articolo, che, manco a dirlo, ho letto avidamente appena acquistato il fascicolo, si apre citando la pubblicità del 1957 di cui ho allegato l'immagine in un mio precedente commento a questo post.
La Fury '58 in livrea Bucksin beige, l'unica disponibile per questo modello top of the line, è nelle mani sicure di uno dei più noti ed esperti cultori italiani di lungo corso di auto americane; inizai a conoscerne la fama sin da quando, giunto al mio primo raduno di Rozzano, il 14 giugno 1987 (sic !), vidi una strepitosa Buick GS 400 del 1968, azzurro metallizzato e con targa originale Roma D3, fresca di acquisto dal precedente proprietario pugliese.
Lo scorso settembre, ad un importante raduno di vetture americane che, all'aeroporto di Rivanazzano, appena fuori Voghera (PV), affianca una famosa "due giorni" di corse di accelerazione (di cui non ho visto neppure un episodio, concentrato com'ero sulle vetture stradali), ho avuto occasione di ammirare e fotografare questo gioiello, il cui complicato ed oneroso restauro è stato ripagato dall'eccellente risultato finale, e di complimentarmi con lo stesso proprietario.
bellissimo rivederla... la vidi 2 volte in giro per la città, una volta davanti a un teatro un sabato sera di 12-13 anni fa e un'altra parcheggiata in strada, sempre una decina abbondante di anni fa. emozionante, mozzafiato, sontuosa, vero conservato... poi le targhe originali MI sono commoventi! da allora per me è un sogno, assieme a una mustang gialla con strisce nere con cambio manuale targata MI D5 e un'altra americana azzurrognola (a dire il vero un po' scassata) guidata da un eccentrico anziano. nessuno ha notizie di queste altre due?
Molto bella! Se non sbaglio nel libro di Stephen King, la protagonista è proprio una Belvedere 4 porte, non una Fury......
Immaginatevela verniciata di rosso.....
mi ricordo che nei primi anni novanta era in vendita, alla merce' della polvere da quello storico rivenditore di fuoristrada land proprio sull'uscita di Cinisello. Altri tempi. tempi non sospetti. il boom delle Harley era cominciato da poco ma le vetture americane erano ancora per pochi, veri appassionati. ora intorno a queste macchine gravitano orde di pagliacci vestiti da carnevale e tatuati anche nel bianco degli occhi. credo che per queste persone l'automobile sia uno dei tanti accessori e che non abbiano in media una vera cultura del ferro made in Detroit.
questa e' meravigliosa. vissuta ma non sfatta. e' tanto che ci incontriamo: buona vita, vecchia Plymouth. spero che a nessuno venga in mente di pasticciarti con inopportuni pinstriping ed elvis a molla che ondeggiano sul cruscotto.
Che rarita', che targa , e che record (?) di visualizzazioni e commenti!
Il posteriore di quest'auto, con i suoi fanalini appuntiti, mi ricorda i fumetti di topolino di 30/35 anni fa, dove in qualche storia deve esserne apparsa qualcuna simile, forse era di Rockerduck
Rivista di sfuggita questa mattina, nella (per me) nuova livrea bicolore. Resta sempre il mio sogno proibito, anche se la preferivo bianca con tutte le sue imperfezioni.
Un vero peccato. Era affascinante oltremodo così com’era, con la sua patina e le targhe in ferro ossidate.
È una grave mancanza di cultura aver proceduto con un “restauro” così fantasioso e poco conservativo su un mezzo del genere.
In ogni caso, questo modello mi fa sempre venire in mente quel bellissimo evento a Tulsa, dove come capsula del tempo da seppellire per 50 anni avevano scelto proprio una Belvedere (due porte Peró) bicolore bianca e azzurra.