Occasione ben rara, durante il raduno Matra ospitato nell'edizione 2008 della maxi-fiera di Padova, ebbi modo di osservare una piccola pattuglia - sette o otto esemplari rossi o gialli, alcuni dei quali con targa originale italiana - di questa curiosa sportiva, costruita tra il 1967 e il 1973, periodo in cui la Matra iniziò ad ampliare al settore automobilistico il proprio ambito di operatività, originariamente concentrato nel settore militare ed aerospaziale. Oggi come allora, alla vista la vettura non risulta particolarmente appagante, e sembra mescolare contenuti stilistici eterogenei, fusi in un insieme poco armonioso. L'idea era senz'altro interessante: una piccola 2+2 con motore centrale, snellita nel peso grazie alla vetroresina. Tuttavia, il disegno era piuttosto tormentato - linea di cintura digradante molto bassa, passo esagerato, sproporzione tra l'ampio frontale dalla foggia un po' bizzarra e la coda minuta, coesistenza di rotondità e spigoli vivi - ben lontano dalle armonie delle coupé di scuola italiana, o, per restare in Francia, dalla piacevolezza delle Coupé Panhard. Il motore, il 4V ad aste e bilanceri delle Ford Taunus 17M, non era un fulmine di guerra, ma otteneva comunque buoni risultati su un corpo vettura così leggero, e, credo, aerodinamicamente efficiente. Se non ricordo male, i freni sono a disco sulle quattro ruote, e l'accesso al vano motore avviene sollevando il lunotto. Il numero di esemplari costruiti fu modesto; decisamente più accattivante, la successiva Bagheera ottenne consensi molto superiori in un numero di anni quasi identico, oltretutto in un periodo, la 2a metà degli anni '70, in cui le coupé di cilindrata contenuta stavano passando di moda.
Esaurito il mio cahier de doléance, l'avvistamento risulta indubbiamente di prim'ordine
La rarità della vettura qui ritratta non riesce a far passare in secondo piano gli eccessivi arzigogoli estetici e l’evidente disarmonia dei volumi tali che, vedendola di fianco, risulta faticoso distinguere la coda dal muso. Ricordo che tanti anni fa, quando anche dalle mie parti ne circolavano un paio, una (non so quanto) leggenda metropolitana attribuiva a questa Matra una insufficiente rigidità della scocca quando priva di tettuccio. Narra la leggenda che avvallamenti e dossi particolarmente insidiosi potessero, se affrontati in velocità, piegarne il telaio. Vero? Falso? Boh.
Complimenti davvero per l'avvistamento!
Dal 1970 il modello dovrebbe essersi chiamato M530LX, distinto dalla più economica versione SX a quattro fari anteriori circolari, tettuccio fisso e paraurti verniciati neri.
Il modello è distinguibile dalla M530 prima serie, tra gli altri particolari, dalla presenza dei rostri anteriori.
Poichè la seconda serie fu venduta attraverso la rete di concessionari Chrysler-Simca, in molti mercati fu venduta come Matra-Simca.
(foto "francesco80s" )