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Le pochissime Tagora incrociate nella mia vita - di sicuro non più di 4 o 5, tra le quali magari anche dei "doppioni" - restano confinate negli anni in cui erano seminuove o poco oltre. Da appassionato in genere di vetture di dimensioni medio-grandi, la giudicavo positivamente, complice anche la rarità, che spesso sospinge l'interesse e la curiosità; ricordo che, studente dellle medie, fu una delle vetture che tentai di replicare in uno dei miei disegni su foglio A4.
I miei gusti in tema di auto storiche sono ben noti, ed è facile immaginare che non acquisterei una "Tagora", alla quale fa ombra una corposa lista di mie vetture di culto, in genere più datate, ma plaudo vivamente al fatto che ci sia qualcuno, come Davide, che ha cura di uno dei pochissimi esemplari superstiti, che altrimenti sarebbero finiti impilati in un campo di demolizione, cancellando ogni traccia "viva" del modello.
Quanto poi al cimentarsi in immani "sbattimenti" per partecipare od assistere ad eventi di auto storiche, quali esso siano, ne sono fiero propugnatore: solo per fare un esempio, ogni mia incursione verso l' "American Live" della prima domenica di maggio nel cantone Solothurn è stata un'impresa rocambolesca. La passione fa volgere al bello anche grandi "fatiche", se sono lo strumento per soddisfarle.