Immagine

Autobianchi A112 Elite

a112elitedsel82.jpg
Anno 1982. (Edsel)

Data: 18/03/2012
Commenti: 19
Visualizzazioni: 2529
Commenti
#1 | Edsel il 11/07/2011 19:00:24
Questa Elite è di un mio amico, che tra l'altro ha deciso di metterla in vendita. Sad
E' una rara Elite della serie "Maquillage '82", con la selleria in lana firmata Zegna con le fasce centrali quadrettate, identica a quella adottata sulla Beta H.P.Executive.
L'ho anche provata, è veloce e scattante, ma abituato alla prima serie l'ho trovata troppo plasticosa, soprattutto la leva del cambio non mi è piaciuta per niente! Cool
#2 | Total III il 11/07/2011 19:13:58
Leva del cambio che, oltre ad avere un design non proprio attraente, con gli anni si scioglieva come un chewing gum (ricordo la Junior settima serie di mia madre....) Pfft
#3 | Edsel il 11/07/2011 19:52:56
Se non erro anche questa Elite era affetta dallo stesso problema...Sad
#4 | Total III il 11/07/2011 20:53:03
Eh sì, la leva era la stessa. Bella schifezzuola. Pfft
#5 | TAMINES il 11/07/2011 23:08:57
Concordo con Edsel, anche io trovo questa serie della A112 particolarmente plasticosa.... La serie successiva almeno non aveva tutta quella plastica che fa da contorno alla targa e ai gruppi ottici posteriori....
#6 | IL BUE il 12/07/2011 00:07:32
In compenso aveva un'elegante e poco plasticosa fascia rifrangente tra i due fanali...
#7 | Total III il 12/07/2011 00:12:12
E soprattutto, per nulla delicata. Pfft
#8 | Edsel il 12/07/2011 00:18:55
Della Élite quinta serie erano particolarmente apprezzabili i sedili: delle vere poltroncine, ottimamente rivestite, dotate di appoggiatesta imbottiti e ampiamente regolabili in altezza e inclinazione, con la chicca del divanetto sdoppiabile di serie!
La plancia però era un pò troppo scatolata, sebbene vantasse alcune soluzioni originali come il cassettino portaoggetti e il vano per l'autoradio con coperchio.
Brutta la leva del cambio e piuttosto deprimenti i pannelli delle portiere, squadratissimi e integralmente in plastica nera liscia, soggetta a graffiarsi con facilità nel tempo.
Senz'altro l'interno della prima serie mostrava un migliore equilibrio stilistico tra le varie parti: la plancia con fascia in metallo, gli strumenti circolari accoppiati, il posacenere in zama argento, i pannelli delle portiere a cannelloni verticali, il volante a due razze traforate esprimono un gusto classico che non perde mai la sua eleganza...
#9 | S4 il 12/07/2011 01:25:32
di appoggiatesta imbottiti e ampiamente regolabili in altezza e inclinazione


Proprio ampiamente non direi...io sono "basso" 1,65 e all'epoca,completamente sollevati,mi arrivavano alla base del collo!
#10 | Total III il 12/07/2011 01:28:12
Ricordo quando mia madre parcheggiò la sua Junior accanto ad una stupenda prima serie, di un verde che pareva quasi inglese, in perfette condizioni.
La vista di quegli interni, dei quadranti circolari, del volante in legno e soprattutto dei pannelli porta con tutti i vari profili lucidi, mi fece desiderare aredentemente uno scambio alla pari. Pfft

Paradossalmente, quella A112 sopravvisse fino a pochi anni fà, quando fù parcheggiata nella "solita" campagna, priva di targhe e ancora in condizioni dignitose. Purtroppo sparita definitivamente un paio d'anni fà. Frown
#11 | Edsel il 12/07/2011 15:59:00
Total, ti riferivi a questo interno?Pfft

i55.tinypic.com/voorxw.jpg

i52.tinypic.com/29x6uck.jpg

Le foto provengono dalla mia A112 E prima serie, per correttezza specifico che ho voluto "personalizzarla" con vari accessori, tra cui il cruscotto portastrumenti e il volante in vero legno della Fiat 850 Sport Coupè (ovviamente conservo anche gli originali).
Curiosità: il volante di serie della A112 prima serie aveva lo stesso disegno a due razze traforate di quello della 850, ma con corona in PLASTICA colorata tipo legno sulla base e in fintapella con imbottitura maggiorata sulla E.Wink
#12 | Total III il 12/07/2011 18:27:54
Edsel il 12 luglio 2011 14:59
Total, ti riferivi a questo interno?


Sai bene che la risposta è: sì. Grin

In quel periodo il design italico degli interni viveva un periodo particolarmente felice. Eleganti, sportivi, ma allo stesso tempo semplici. Giulia Super, GJ e GTV, Spider, 124 Special, A112 e 127 prima serie, 850 Sport, 124 Sport e Spider, Lancia 2000 HF, eccetera.
Dei piccoli capolavori di equilibrio cromatico e stilistico, prima dell'avvento nella metà degli anni '70 di uno stile che voleva essere moderno ed elaborato sfociando fin troppo spesso nel kitsch.

Mi riferisco alle levette colorate e alla strumentazione tipo Tetris della 127 seconda serie, al clacson quadrato della Giulietta '77, agli accostamenti cromatici della plancia della Alfetta 2000, fino ad arrivare alle plance avanguardiste di Trevi e Beta III serie.
Da quel punto in poi, non ci fù uno stile preciso di riferimento per le italiane, a parte i recuperi degli stilemi del passato su Fiat Coupè prima, e sulla produzione Alfa dalla 156 in poi. Smile
#13 | neim4 il 12/07/2011 19:39:34
levette colorate e alla strumentazione tipo Tetris della 127 seconda serie
da piccolo era la cosa che mi piaceva di più della 900/L di mio padre! Grin
#14 | Total III il 13/07/2011 00:25:32
Oh pure a me piaceva.
E' stato divertente scoprire che la meccanica del cruscotto era la stessa identica della serie precedente, cambiava solo la grafica e il "taglio" del vetrino che da rotondo divenne appunto squadrato. Pfft
#15 | Edsel il 13/07/2011 13:43:43
Personalmente trovo brutta anche la strumentazione della 132 III serie / Argenta, con l'enstensione dei quadranti pari a 90 gradi...
Per non parlare del cruscottino della prima Giulietta, con gli strumenti tutti appiccicati l'uno all'altro e il discutibile disegno del tachimetro e del contagiri disposti simmetricamente: ma perchè diavolo l'hanno fatto così piccolo, considerando che uno dei vanti delle Alfa Romeo era sempre stata la dotazione (e l'estensione) degli strumenti?
Passare dai magnifici quadranti delle Giulia, espressione di una classicità tecnica tutta italiana, a quelli a dir poco stravaganti della Giulietta credo abbia suscitato uno shock nei puristi del marchio!
Sul frangente delle strumentazioni "pazze" non scherzava nemmeno la Lancia, che dalla metà degli anni '70 ci propinò per i suoi quadranti tutti i colori del mondo, dall'avorio della Fulvia 3 al giallo della Beta Coupè prima serie, fino al verde e al rosso delle Beta Coupè e HPE successive...
#16 | Total III il 13/07/2011 19:41:49
Per non parlare del cruscottino della prima Giulietta, con gli strumenti tutti appiccicati l'uno all'altro e il discutibile disegno del tachimetro e del contagiri disposti simmetricamente: ma perchè diavolo l'hanno fatto così piccolo, considerando che uno dei vanti delle Alfa Romeo era sempre stata la dotazione (e l'estensione) degli strumenti?
Passare dai magnifici quadranti delle Giulia, espressione di una classicità tecnica tutta italiana, a quelli a dir poco stravaganti della Giulietta credo abbia suscitato uno shock nei puristi del marchio!

Quella era un epoca in cui in Alfa si lasciavano andare, diciamo, all' "avanguardismo" un pò fine a se stesso, le prime avvisaglie si erano avute con la strumentazione in sue blocchi della Alfetta GT, che causava una velocità di consultazione non esattamente da primato. Pfft

Nella Giulietta si concentrò gran parte delle pulsioni innovatrici, alcune felici intuizioni delle tendenze venture (la coda alta e tronca, criticata fino all'ultimo ma apprezzata e imitata, o i paraurti integrati, o la quasi assenza di cromature, o la plancia di disegno moderno e priva di inserti in legno), altre fine a se stesse, come il disegno di volante e strumentazione, o le scritte adesive del baule, che volendo essere moderne riuscivano solo a non essere all'altezza della classe e del prezzo della vettura, quindi corrette coi vari restyling. Smile

Comunque chi comprò una Giulietta nel '77 ne parla come di una vettura "di rottura" e quasi rivoluzionaria nello stile.
Manco fosse una DS. Grin
#17 | Edsel il 13/07/2011 20:06:19
Come già ho detto più volte, mio nonno comprò una Giulietta 1300 argento nel 1978, quindi praticamente all'inizio della commercializzazione: la tenne per 15 anni, quindi ho avuto la possibilità di viaggiarci a lungo...
La ricordo come una berlina spaziosa, ma rumorosa e contraddistinta da comandi durissimi (almeno per le forze di un bambino), specialmente le leve alzavetri e i nottolini di chiusura delle portiere.
La macchina era tenuta benissimo, i sedili in vellutino bicolore li ho sempre visti coperti da foderine in velluto a coste verde (?) e nei posacenere c'èra la polverina granulare profumata!
Mio nonno era il classico automobilista della domenica, quello che di tanto in tanto accendeva la Grundig a tasti, che Sadnel cassettino teneva il pettine con la custodia in vellutino, gli occhiali da sole con le lenti gialle, e lo straccetto nella tasca della portiera, per "disappannare" più velocemente il parabrezza (imparare come funzionava l'impianto di riscaldamento no eh?).Pfft
Inutile dire che quando la sostituì con una Lancia Dedra 1.8 i.e. LE verde (poi distrutta in un incidente nel 1999), la Giulietta era ancora come nuova...
Purtroppo fu rottamata senza pietà, quelli erano proprio gli anni in cui questa vettura toccò il fondo in quanto a perdita del valore. Sad
#18 | fabio200 il 14/07/2011 00:32:39
Total III :
Leva del cambio che, oltre ad avere un design non proprio attraente, con gli anni si scioglieva come un chewing gum

Mah, la leva cambio di pessima qualità, gommosa ed appiccicosa era quella dei quarta serie.
Per le tre serie successive venne utilizzato un tipo diverso, dal gambo più sottile e di una plastica più consistente.
Non era il massimo ma certo meglio del prodotto '78/'79. Wink
#19 | Total III il 14/07/2011 21:04:20
Ah, quella di mia madre si era sciolta lo stesso. Non c'è gomma che tenga dinanzi al sole sardo...... Grin
Scrivi commento
Per scrivere un commento devi essere registrato