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Lancia Beta 1600

lanciabetaalessio20131109.jpg
Anno 1977 (Alessio3373).

Data: 10/11/2013
Commenti: 13
Visualizzazioni: 1325
Commenti
#1 | blackboxes66 il 10/11/2013 12:10:47
I fari sono di un'altra serie o sbaglio? dubbio
#2 | S4 il 10/11/2013 12:39:48
Esatto, i fanali sono quelli della prima o terza serie. nghenghe
In ogni caso una Beta berlina è sempre una rarità.
#3 | Markino il 10/11/2013 15:07:50
Noto anche un'ammaccatura in prossimità dell'indicatore di direzione laterale.
Esemplare comunque molto interessante e complessivamente in buono stato. Nel collezionismo italiano, la Beta Berlina è ancora quasi totalmente ignorata, nonostante la notevole rarità e il rilievo storico.
#4 | Transaxle73 il 10/11/2013 15:35:09
Bell'esemplare di Beta, ma al collezionista dice poco o niente perché rea di rappresentare la contaminazione Fiat nell'eden Lancia. Terminali di scarico fragilissimi e ruggine passante hanno compromesso il buon nome della Casa, tanto che in Inghilterra è dovuta andar via a gambe levate a causa della rottura dei supporti motore provocati appunto dalla ruggine.
#5 | S4 il 10/11/2013 15:41:03
L'eden Lancia aveva intrapreso la discesa verso l'oltretomba già da qualche anno.
#6 | Transaxle73 il 10/11/2013 15:44:30
Dal 1969
#7 | S4 il 10/11/2013 15:47:59
Ancora prima, dalla cessione di G. Lancia al cementiere Pesenti; nel 1969 il debito accumulato superava i 100 miliardi (di Lire).
#8 | Markino il 10/11/2013 16:19:13
Conciliare raffinatezza meccanica ed eccellenza nelle finiture con prezzi di vendita competitivi e capaci di garantire adeguati margini non è certo banale, e la storia della Lancia offrirebbe in tal senso molti spunti di riflessione, anche se la letteratura dove l'argomento sia affrontato seriamente sotto il profilo tecnico, economico, e di organizzazione aziendale è scarsa, a parte forse il solito volume "Lancia: impresa, tecnologie, mercati", spesso citato da Vincenzo. Episodicamente, ho letto o ascoltato che, a dispetto delle sue modeste dimensioni, l'Augusta arrecò profitti alla Lancia come mai prima nessuna vettura, e che, a discapito della sua raffinatezza e opulenza, l'Aurelia fu mediamente fabbricata in perdita. Occorre anche tenere conto dei modesti volumi produttivi di gran parte delle Lancia, anche durante la gestione Pesenti (ai quali poteva ovviamente concorrere, almeno fino ai tardi anni '50, una limitata capacità di assorbimento dei mercati di sbocco), che impedivano sufficienti economie di scala, nonché talune complessità costruttive, specie in ambito meccanico, il cui impatto sui costi di produzione si rifletteva poi, "a valle", in elevati costi di manutenzione per l'utente, senza dimenticare il bagno di sangue rappresentato dall'impegno nelle competizioni (Sport e Formula 1) voluto da Gianni Lancia, seppure concretizzatosi in vetture di eccellenza, come la D24.

al collezionista dice poco o niente perché rea di rappresentare la contaminazione Fiat nell'eden Lancia

Nel bene e nel male, a seconda dei punti di vista, risiede proprio in questo la principale rilevanza storica della Beta (in aggiunta ad ulteriori considerazioni estetiche o tecniche), che già di per sé dovrebbe indurre qualche facoltoso cultore del marchio ad aggiungere alla propria collezione di Aurelia o Flaminia uno dei pochi esemplari sopravvissuti della prima Lancia a due volumi.
#9 | Total III il 10/11/2013 16:43:51
Concordo pienamente.
#10 | 1600 GT il 10/11/2013 17:32:15
Esemplare bellissimo!!!
#11 | francesco80s il 15/02/2015 16:33:01
a voi:

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#12 | time101cv il 23/01/2019 00:56:43
www.targhenere.net/gallery2/wp-content/uploads/2019/01/avv6.jpg
(foto "atae21" )
#13 | atae21 il 23/01/2019 13:30:00
Quindi è in giro ancora ma evidentemente ha cambiato zona...dubbio
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