Splendido conservato per un modello tanto raro quanto ancora poco considerato nel collezionismo. A giudicare dall'anno, e supponendo corretta la presenza della striscia satinata sul baule, dovrebbe essere uno degli ultimi esemplari della prima serie, alla quale seguì un blandissimo ed effimero restyling (la produzione della Trevi terminò l'anno successivo), abbinato a modifiche meccaniche finalizzate a contenere i consumi.
Molto frequente su questo modello il beige Marocco, tinta che sulle Lancia a cavallo tra fine anni '70 e inizio '80 non mi ha mai fatto impazzire, un po' come il beige cava delle Alfa Romeo.
Mi ha sempre affascinato la Lancia Trevi, così sobria e quasi "austera" all'esterno e così "futuristica" all'interno, con quella plancia bucherellata come una forma di formaggio Groviera.
Una 2.0 i.e., con tettuccio apribile in metallo, di colore amaranto, l'ha posseduta per molti anni una mia prozia, fra le cinque sorelle di mia nonna (venduta qualche anno fa ad un collezionista in favore di una Lancia Ypsilon MomoDesign).
È sicuramente una pre restyling a giudicare dalla feritoia sul montante posteriore a listelli orizzontali. Vedo anche la vetrofania intatta che testimonia la cura con cui è stata conservata in questi 30 anni...non mi esprimo sulla tinta.
Sarà che i lancisti più radicali diranno il contrario, ma a me la Trevi mi è sempre piaciuta e lo sempre trovata affascinante. Questa poi è tenuta splendidamente, anche se il colore non è il massimo, anzi non le dona affatto: meglio un amaranto o un marrone Parioli(ma anche un azzurro). Davvero un ottimo esemplare.
EDIT: Ok per la passione, ma cerchiamo di prestare attenzione alle regole minime di grammatica, e, trattandosi di sviste involontarie, almeno di rileggere quanto si compila di getto. Anzitutto, è proprio nell'interesse di chi scrive. Grazie
Solo chi ha viaggiato su una Trevi può riferire della sensazione particolare e mai più riprovata nello stare seduto al posto di guida o in quello del passeggero, con quella plancia avvolgente da aereo, le cui porzioni laterali erano in realtà integrate nei pannelli delle portiere!
Questi ultimi erano completamente lisci e ricoperti di moquette: praticamente avevi davanti a te una U di plastica che ti abbracciava e ti dava un senso di protezione incredibile.
Non so se mi sono spiegato, ma davvero, sembrava di stare su tutto fuorché un auto. Questo destabilizzava non poco la nonna.
Dunque, questa vettura era rimasta per 15 anni dentro un autosalone, invenduta. Di recente è stata comprata da una persona che conosco (e mi ha permesso di farle le foto) che le ha curato il motore per bene. La carrozzeria è originale mai riverniciata.
Non so se mi sono spiegato, ma davvero, sembrava di stare su tutto fuorché un auto. Questo destabilizzava non poco la nonna.
Destabilizzava non poco anche i lancisti. Per quanto poco consona ad una clientela amante della sportività classica, ho sempre ammirato la plancia Beta III - Trevi. Chissà, lo stesso concetto applicato ad un modello dalla linea più futuribile, magari avrebbe creato proseliti.
Ricordo anch'io un breve viaggio da bambino sulla Trevi di un compaesano. Me ne è rimasto effettivamente un ricordo indelebile, probabilmente anche perché lo stile della carrozzeria non mi lasciava presagire quello che avrei trovato all'interno .
La cosa più divertente era vedere lo spaesamento che provavano le persone anziane di 30 anni fa nell'approcciarsi alle macchine "moderne" (per i tempi...).
La Trevi si prestava davvero bene a questo gioco: l'anziano che saliva a bordo se ne stava seduto dietro fermo e immobile per tutto il viaggio, e gli leggevi in faccia il senso di impotenza quasi claustrofobica verso alcune azioni che erano elementari ma allo steso modo incomprensibili (e non avevano il coraggio di chiedere), tipo abbassare un finestrino (dov'è la manovella?) oppure aprire la portiera (le famigerate maniglie nascoste...). Si aggiungano i sedili piatti da astronave e quei poggiatesta che se erano spinti in avanti spaccavano la nuca...
Tristezza... questo Dicembre dei ragazzini poco educati hanno tentato di dare fuoco a questa Trevi. Ho sentito il proprietario che l'ha salvata in quanto l'incendio non era ampio, si è bruciato il passaruota, fianco, cofano e faro anteriore.
EDIT: Gigi, cortesemente, cerca di evitare epiteti troppo colorati, grazie!
Che fine ha fatto? La targa BG67 mi commuove, era lo stesso incipit di quella della Delta GT di mio padre (rottamata nel 2000). Tra l’altro è stata anche la numerazione più bassa con cui a Bergamo si poteva vedere la Fiat Uno (gennaio 1983).
Molto frequente su questo modello il beige Marocco, tinta che sulle Lancia a cavallo tra fine anni '70 e inizio '80 non mi ha mai fatto impazzire, un po' come il beige cava delle Alfa Romeo.