La linea compatta e blandamente aggressiva di Bertone appare tuttora moderna, nonostante sia stata concepita giusto 40 anni fa. La prima serie, come quasi sempre accade, è la più "fresca" e gradevole.
Molto maneggevole, e piuttosto brillante grazie al peso contenuto, è però penalizzata dall'abitabilità sacrificata, nonostante l'impostazione già propria della Mini "vera", ossia la riduzione al minimo degli sbalzi e gli assi sistemati alle estremità della vettura.
Davvero rara oggi, nonostante all'epoca godesse di una buona diffusione, soprattutto nelle grandi città. L'esemplare postato sembra ben conservato; livrea elegante e targa milanese ne accrescono il pregio, valorizzato anche dalla bellezza dello scatto.
Notoriamente sono un estimatore di questo modello, il cui stile al tempo era giudicato modernissimo ed esclusivo. Nonostante la diffusione e la produzione ultraventennale, fu un modello che potremmo definire sfortunatissimo, in quanto nacque al momemto sbagliato: nel 1974 non solo le vendite di automobili arretravano, ma lo stesso "colosso dai piedi di argilla" British Leyland si trovò in acque talmente torbide da decidere di chiudere diverse fabbriche, e ridimensionarne altre. L'Innocenti era fra queste: la prospettiva di dover licenziare migliaia di operai fu seccamente respinta, e i contrasti causarono l'arresto della produzione, che riprese solo nel 1976 col passaggio a De Tomaso.
A quel punto, se la Leyland avesse avuto un briciolo di intelligenza, avrebbe stipulato un accordo con gli italiani per produrre anche in loco la bella Mini di Bertone, che in patria aveva riscosso enorme consenso mentre le vendite della Mini classica - orrenda Clubman in primis - ristagnavano. Invece la Mini nostrana fu boicottata, esportata col contagocce e costretta a rinunciare al nome Mini all'estero.
Gli inglesi dovettero aspettare addirittura il 1980 per vedere l'erede ufficiale della Mini di Issigonis, la Metro, più spaziosa ma anche esteticamente banale.
Incantevole questo esemplare, con la targa disposta a due piani com'è giusto che sia, e i paraspruzzi con la mitica scritta Mini stilizzata.
Le grigliette posteriori argentate erano però tipiche della prima 120, se non erro.
I vetri azzurrati, le cromature dei finestrini e gli appoggiatesta mi pare di ricordare fossero prerogative della SL, se poi fossero solo della120 o anche della 90... mi sfugge!!!
La 120 SL aveva lo stesso allestimento completo della 90 SL. Però, non avendone mai vista una nemmeno dipinta, né in foto ufficiali né tantomeno circolante, non saprei dire se l'estetica fosse identica a quella della 90 o se avesse conservato la mascherina e le grigliette argentate come le prime 120. Se attraverso il sito dell'AdE risultasse una cilindrata di 1275 cm3 sarebbe un colpo epocale...
Davvero bellissima questa creatura di Bertone che io reputo ancora attuale nonostante i 40 anni dalla sua nascita.
Le Mini Bertone, specie poi queste 90 e 120, le ho sempre trovate molto affascinanti e secondo me hanno poco da invidiare alle Mini di Issigonis.
Ottimamente conservato questo esemplare di un bel blu scuro.
Dopo l'uscita della Mini De Tomaso le vendite delle 120 si sono ridotte praticamente a zero. Come la A112 era molto diffusa come seconda macchina tra le famiglie della piccola borghesia; sovente diveniva la prima macchina dei figli.
Mi è venuto in mente un episodio risalente ai miei anni del liceo (primi anni Ottanta): uno studente più grande, personaggio invero piuttosto sgradevole, ebbe in regalo per il conseguimento della patente una 90 simile a questa, bianca. Non nuova, probabilmente era stata della madre; comunque era un'auto che sarei stato felicissimo di guidare, e insieme a me molti altri...
Costui invece la disprezzava al punto di arrivare a prenderla a calci sulle fiancate (danneggiandole entrambe) davanti a tutti, all'uscita della scuola, perché colpevole di non essere partita al primo colpo. Una scena che mi fece male: avrei preso a calci lui. Invece poche settimane dopo eccolo arrivare su una Jeep CJ7 Renegade.
Invece poche settimane dopo eccolo arrivare su una Jeep CJ7 Renegade.
Classico individuo figlio di papà che deve compensare con l'auto quel che manca nella scatola cranica ....E forse non solo
Ovviamente senza nulla togliere alla CJ7
=) è una 90. Ve lo dico con certezza perchè è la mia, comperata circa un anno fa.. E ringrazio chi mi ha "paparazzato" e ha postato la foto. E' un conservato, comprata dal primo proprietario nuova direttamente alla Innocenti nel 1978 e venduta quest'anno a me (il proprietario ha smesso di guidare). Siccome sono anch'io un fanatico della - introvabile - 120 ho cambiato alcuni particolari con quelli della più rara delle Mini Bertone. La mascherina e le prese d'aria (satinati grigi) e i cerchi sono infatti fondi di magazzino per mini 120. In più ho messo i fanalini trasparenti degli indicatori di direzione anteriori bianchi come le primissime versioni ante '76, a mio gusto personale stanno meglio.
Se non fosse per il colore delle frecce anteriori, la versione sarebbe del tutto identica alla 90L/120L per l'export.
La 120 SL italiana sarebbe quasi uguale, ma in più dovrebbe avere i finestrini posteriori a compasso. Questa potrebbe essere scambiata dall'esterno per una (rarissimissima) 120L.
Mi chiedo dove hai trovato le rarissime frecce anteriori bianche. Riguardo ai cerchi, l'Innocenti cominciò a montarli anche sulle 90, probabilmente dopo la fine della produzione della 120. Sicuramente molto più belli, anche grazie al canale largo.
Bellissimo esemplare, complimentoni.
Molto maneggevole, e piuttosto brillante grazie al peso contenuto, è però penalizzata dall'abitabilità sacrificata, nonostante l'impostazione già propria della Mini "vera", ossia la riduzione al minimo degli sbalzi e gli assi sistemati alle estremità della vettura.
Davvero rara oggi, nonostante all'epoca godesse di una buona diffusione, soprattutto nelle grandi città. L'esemplare postato sembra ben conservato; livrea elegante e targa milanese ne accrescono il pregio, valorizzato anche dalla bellezza dello scatto.