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Buick Riviera

buickrivieraneim20150314.jpg
Anno n.c., targhe ZA in formato europeo (neim4).

Data: 14/03/2015
Commenti: 14
Visualizzazioni: 1905
Commenti
#1 | atae21 il 14/03/2015 10:03:42
Incute un certo rispetto....ShockdiabloCool
#2 | Markino il 14/03/2015 10:42:51
Modello 1968, a giudicare dalla sagoma della coda e dalla fanaleria.
La mia personal-luxury car preferita - immancabilmente una Buick - almeno sino ai primi anni '70 (quando la Riviera era incarnata nell'incredibile versione boat-tail lanciata nel 1971, dopodiché il mio interesse per le americane sfuma parecchio.
Appuntamento a quando sarò riemerso dalla mattinata in consulenza Grin
#3 | Uno Turbo D il 14/03/2015 10:45:28
Porca miseria, è fantastica. Imponente e aggressiva anche sul retro...
#4 | neim4 il 14/03/2015 11:02:14
Inverno, è una mattina uggiosa, pioviggina, mi tocca andare a lavoro come ogni sabato, entro nella zona industriale e... BAM! un lampo blu! tiro fuori lo smartphone e scatto. Il proprietario aveva sbagliato strada e si è subito girato per tornare indietro. Sono stato fortunato! Wink
#5 | Transaxle73 il 14/03/2015 11:50:48
La vista posteriore la fa sembrare quasi una show car dei giorni nostri
#6 | Alfa33 il 14/03/2015 15:13:52
Avevo inviato anche io una foto di una Riviera, però il posteriore è diverso, quindi dovrebbe trattarsi di una seconda serie.
#7 | gabford il 14/03/2015 18:32:32
Modello dal nome evocativo, che richiama il Vecchio Continente (in particolare il fascino della Costa Azzurra), come accadde per altri modelli americani (ad esempio Pontiac Grand Prix e Chevrolet Monte Carlo). La Buick però fu la prima ad inaugurare questa tendenza, introducento l'allestimento Riviera sulla Roadmaster del 1949.
Un atteggiamento un po' schizofrenico, quello americano di battezzare i modelli con nomi europei per dare loro un certo appeal esotico, dato che, poi, nel mondo del cinema hollywoodiano, alle vetture di casa nostra vengono solitamente attribuiti ruoli negativi o "perdenti".
Modello 1968, a giudicare dalla sagoma della coda e dalla fanaleria.

A me sembra più un MY 1969. La fascia che alloggia i fari posteriori è più sottile rispetto al MY 1968.
dovrebbe trattarsi di una seconda serie

In realtà la seconda generazione, che va dal 1966 al 1970, è quella a cui si riferisce la vettura pubblicata. Bisogna comunque tenere conto che i modelli americani presentavano differenze estetiche praticamente ogni anno Wink.
#8 | Uno Turbo D il 14/03/2015 19:55:37
Ma pure in certi telefilm come l'A-Team, dove in una puntata distruggono una LeCar, la versione USA della R5.
#9 | Markino il 17/03/2015 00:33:41
Gabford: A me sembra più un MY 1969

Le versioni ’68 e ’69 sono quasi identiche, e in questo caso non escluderei la presenza di una customizzazione più o meno invasiva, purtroppo frequente sulle Riviera di tale periodo.
Il modello raccoglieva sostanzialmente le forme di un prototipo studiato per la Cadillac intorno al 1960, e poi aggiudicato dal management GM al brand che avesse formulato la migliore proposta tecnico-commerciale per renderlo operativo, iniziativa per la quale la Cadillac non aveva mostrato interesse. La gara interna fu vinta dalla Buick, che, dopo le opportune correzioni, fu pronta a lanciare la nuova vettura alla fine del 1962. Ben nota ai cultori di automodelli obsoleti per via di una splendida riproduzione della Corgi, declinata in oro o in azzurro metallizzato, la prima generazione della Riviera sfoggiava un’elegante configurazione coupé hardtop a tre volumi, con un frontale molto caratterizzato e una fiancata pulita e armoniosa, senza dubbio uno dei migliori esempi di design USA della prima metà degli anni ’60. Tale soluzione lasciò il posto, nel 1966, a una stupenda conformazione fast-back, impostata sulla stessa piattaforma di un altro capolavoro, la Oldsmobile Toronado a trazione anteriore, anch’essa con coda spiovente. Dopo una serie di affinamenti che ne mantenevano inalterata la struttura, nel 1971 la Riviera fu sottoposta ad un restyling più radicale, il cui elemento formale più rilevante, ed indubbiamente “forte”, era la conformazione “boat tailed” della parte posteriore, con un generale adeguamento alla tendenza al gigantismo tipica del periodo. Dal 1974, le Riviera andarono appiattendosi su standard più anonimi, nel quadro di un generale impoverimento della creatività stilistica dei costruttori d'oltreoceano.
Parlando della Riviera, occorre ricondurne l’essenza al concetto di personal luxury car, tema di spicco nell’industria automobilistica americana, del quale la Riviera è stata certamente una delle interpretazioni più riuscite e raffinate, conseguenza naturale del prestigio e dello spessore del marchio Buick. Mentre si compiva l’impetuosa ascesa e poi il rapido declino delle muscle cars, nel cui solco si inserì pure la Buick con le “GS”, la Riviera esprimeva una filosofia per certi versi opposta, sebbene le prestazioni non le facessero certo difetto (nonostante un peso non troppo lontano dalle due tonellate), date le motorizzazioni nell’ordine dei 6,5-7,0 lt. (ed oltre, come nel caso del propulsore 455 c.i.), nonché la tradizionale caratterizzazione delle Buick come vetture brillanti. Diversamente dalle muscle cars, accessibili nelle versioni d'ingresso ad una vasta platea di soggetti, perlopiù di giovane età, le Riviera – e le personal luxury cars in genere – erano rivolte a persone più facoltose, il cui numero negli Stati Uniti era comunque tale da poter costituire un mercato stabile e cospicuo per vetture il cui costo, già salato per le configurazioni standard, poteva salire anche notevolmente in funzione del livello di personalizzazione scelto dal cliente, reso possibile da una lunga lista di accessori. Vetture di tal genere erano concepite per garantire il massimo comfort di marcia a pilota e passeggeri, i quali venivano accolti in un ambiente ovattato dove anche il minimo dettaglio aveva lo scopo di creare una sensazione di opulenza e un’atmosfera rilassata. Tra le Riviera del periodo aureo, le serie del ’66-’70 sono probabilmente quelle che offrono l’espressione migliore di tale filosofia, esaltata da un’estetica estremamente raffinata, e da una gamma cromatica che comprendeva tonalità di grande impatto visivo, il tutto all’insegna di una qualità costruttiva di elevato livello.
In italia le Riviera furono importate in quantitativi simbolici, ed il bel film del 1969 “Il commissario Pepe”, ambientato in una Vicenza dove le belle automobili si sprecano, mostra uno splendido esemplare prima generazione amaranto, targato MI A3, nella scena in cui i frequentatori della messa sfilano con le proprie automobili. In anni recenti, le importazioni sembrano aver premiato la versione “boat tail” (resa celebre al cinema da alcune scene, concluse da un inseguimento, nella prima mezz’ora della pellicola di Michael Cimino “Una calibro 20 per lo specialista”), che, per quanto assai gradita ai miei occhi, è obiettivamente da considerare come la meno elegante – e, ritengo, anche la meno perfetta sul piano costruttivo - delle prime tre generazioni.
#10 | neim4 il 17/02/2017 10:21:27
Ecco l'anteriore. Magari è utile per capire l'anno esatto...
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#11 | audiclassic il 17/02/2017 12:57:17
Non posso che concordare con Markino sull'apprezzamento relativo alla produzione Buick fine 60 primi 70. In particolare c'è un modello della Casa che rientra nel mio personale podio: la Centurion del 72-73. Ne ho vista una sola dal vivo anni fa, in terra elvetica e al di là delle dimensioni, rimasi colpito dalla cura generale, con finiture di lusso ma senza pacchianerie eccessive.

www.targhenere.net/gallery/images/news/buick-centurion-72.jpg

www.targhenere.net/gallery/images/news/buick-centurion-72b.jpg

Foto da web, una convertible e una coupè con tetto in vinile (che preferisco nettamente, non amando le auto scoperte)
#12 | gabford il 18/02/2017 00:17:27
Ecco l'anteriore. Magari è utile per capire l'anno esatto...

Difficile per me dare certezze. La differenza sta tutta nelle lamelle delle griglie anteriori: potrebbe essere corretta l'ipotesi di Marco.
PS Paolo, è il piazzale di quel rivenditore sulla Statale, giusto? Wink
#13 | deltago92 il 04/03/2017 17:06:46
Ecco un'altra foto Wink
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#14 | gabford il 07/03/2017 00:40:01
Il dettaglio delle griglie anteriori rende sempre più plausibile l'ipotesi di Markino che si tratti di un MY '68 Wink.
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