Plastiche a profusione e bianco capodimonte e' una accoppiata tra le peggiori , secondo me ... esemplare comunque in ordine con motorizzazione godibile ...

Immatricolata per la prima volta il 7 febbraio 1985, quindi di sicuro nata a targhe nere.

Non sono affatto d'accordo. Il bianco dona molto alla linea della Giulietta, soprattutto alla terza serie, proprio in virtù delle sovrastrutture in plastica che, contrariamente all'Alfetta, non le stonano affatto, soprattutto per la maggiore modernità generale della vettura

Be' , meglio cosi' , se la mettessero in vendita , non ce la litigheremmo di sicuro ...

Ah, sicuro! Io me la piglierei così com'è!

Nemmeno io impazzisco per il bianco, però sono d'accordo col BUE che alla Giulietta dia una certa eleganza.
Le prime due serie le preferisco invece in colori più squillanti, che donano soprattutto alla prima, che è ovviamente la più "settantesca", non so se mi spiego...

Ovviamente straquoto il Bue in toto. Al tempo il Capodimonte era un colore assai diffuso su questa serie (così era anche quella di mio padre) e si sposava assai bene coi paraurti grigio chiaro, ottima intuizione degli stilisti Alfa inizialmente non capita da tutti.
Neanche condivido chi parla di eccessiva pesantezza della terza serie: i paraurti, privi di rostri e con fendinebbia anteriori integrati, erano molto più armoniosi, così la nuova mascherina e i coprimozzi in tinta coi cerchi. Mentre la mostrina posteriore, le dava un aria più completa e signorile, tanto da venire montata da molti proprietari delle serie precedenti (sic).
Questo esemplare è sostanzialmente in ordine ma non privo di rimaneggiamenti: i raschiavetro laterali sono quelli della prima serie: nelle serie successive marcivano solo a guardarli.
Paraurti posteriore e un faro da sostituire, mentre meraviglia la presenza di un accessorio al tempo costosissimo e difficile da trovare: lo specchietto destro, disponibile anche con azionamento elettrico mediante pratica manopola allocata sul tunnel. Una mezza milionata dell'epoca.

Concordo con chi dice che il bianco su questa ultima serie sta molto bene, stesso discorso non si potrebbe fare invece sulle prime due, dove il bianco non è si brutto, ma sono preferibili sicuramente tinte come il Blu Pervinca, il Rosso Veneziano o il Luci di Bosco, ossia le migliori.
Niente male questo esemplare, in uso quotidiano ma ancora in ottima forma.

Sebbene rimanga più affezionato alle versioni precedenti, sia in edizione austerity, sia nelle meglio rifinite serie '81 e '82, il sito ha avuto, tra moltissimi altri, il merito di farmi apprezzare pienamente anche questa variante "matura" di un'auto tuttora sottovalutata per ragioni dibattute più volte su queste pagine, e che Automobilismo d'Epoca, di recente, ha molto ben sintetizzato.
Questo esemplare conclusivo si distingue per alcune sapienti migliorie mutuate dalla "1800", come, all'esterno, il profilo nero applicato ai paraurti, e, nonostante qualche segno di usura, si presenta complessivamente in forma.

Noi della zona ormai la conoscevamo bene... era diventata quasi un'istituzione! Quando poi è scomparsa (dal giorno alla notte), ci siamo chiesti tutti che fine potesse aver fatto...
Un mio amico - e anche di Frabo187 - ci ha raccontato la sua storia e qualche aneddoto; l'auto al momento dello stop forzato, aveva più di 800 mila km (dovrebbe aver cambiato 3/4 motori) e per di più con impianto a metano.
Il nostro amico la chiamava simpaticamente "la Giulietta di Virgilio"