Manca la targhetta della versione...o L o HLE..in famiglia ne abbiamo avuta una color oro comprata appena uscita
Auto robustissima....e molto simpatica...unica nota negativa gli ammortizzatori Hydragas che ogni tanto si scaricavano....
Mia sorella ne ha avuta una, dell'82 come questa. Molto spaziosa e assettata (con due T). Di contro, il volante aveva una sgradevole eccessiva inclinazione orizzontale che costringeva a posture di guida scorrette. Nota negativa anche per il cambio in "configurazione" inglese, tale che la prima marcia si trovava dove normalmente si trova la terza, e la terza marcia dove di solito risiede la quinta. Motore rumoroso e poco performante completano il quadro. Nota positiva sul versante degli ammortizzatori che in circa 7 anni sono sempre rimasti "all'altezza"
Son finite tutte allo sfascio anzitempo per colpa delle famigerate "Hydragas". Con l'occhio del poi, pur non essendo all'altezza della leggenda che sulla carta avrebbe dovuto sostituire, la Mini (da qui il nome "Minimetro" ), era deliziosa: equilibrata, a suo modo aristocratica e sfiziosa. In quasi 10 anni di giri a caccia di vecchie glorie per strada, non sono mai riuscito a pescare una prima serie come questa. Pazienza per i paraurti posteriori, visto quanto sarà difficile trovarli.
Le vendite dal 1981 al 1983 sono andate fortissime.....poi con l'arrivo della Fiat Uno sono cominciate a calare....
Comunque è stata un'auto innovativa...è stata la prima della sua categoria ad avere il sedile posteriore frazionato...comunque ora mi sono ricordato mancando i paraspruzzi alle ruote posteriori dovrebbe essere una HLE...la quale all'interno aveva l'orologio di serie
Le vendite dal 1981 al 1983 sono andate fortissime.....
Fortissime non direi. Il Gruppo Austin-Rover si collocava regolarmente nella parte bassa della classifica delle vendite sul nostro mercato, e in giro non se ne vedevano molte, anche in virtù di una rete distributiva e di assistenza poco capillare.
Era comunque una buona vettura, dalla linea moderna e piacevole, e con un'ottima abitabilità, valutabile a colpo d'occhio dal passo lungo e dagli sbalzi ridotti.
Gran bell'esemplare.
Fortissime non direi. Il Gruppo Austin-Rover si collocava regolarmente nella parte bassa della classifica delle vendite sul nostro mercato, e in giro non se ne vedevano molte,
Nella mia città ce ne erano parecchie....ora non ricordo la classifica delle vendite dal 1981 al 1983...so solo che con la Fiat Uno le Austin Metro presero una botta non indifferente...
Sempre viste pochissime di queste vetturette, l'ultima volta anni fa in una grossa città calabrese, beige e targata RC, stava su un carro attrezzi, prevedendo una brutta fine nonostante le condizioni: invece, della "figlia" 111 ne ho viste di più.
Tra l'altro portata, con alcune modifiche dettate dagli anni e col nuovo nome di Rover 111/114, fino quasi alla soglia degli anni duemila. Anche col nome Rover vendette qualcosina nei primi anni, per poi essere dimenticata e invecchiata ancor più precocemente rispetto alla giovane concorrenza.
A me ne sfugge sempre una beige, ma adesso è sparita dopo essere stata inserzionata per mesi e mesi a 1000 euro: non vorrei pensare al peggio.
Ad ogni modo è ormai un pezzo raro questa simpatica e affascinante vetturetta britannica molto pratica peraltro in corrispondenza di dimensioni assai contenute, qualità peraltro premiate dal pubblico almeno in un primo momento.
Stupendo questo esemplare e il paraurti errato passa in secondo piano, anche per via della quasi irreperibilità del ricambio.
"The british car to beat the world", era il roboante slogan coniato per il lancio di quella che sarebbe dovuta essere la vettura del rilancio internazionale dell'industria automobilistica inglese dopo un decennio che definire disastroso sarebbe una pietosa cortesia. In effetti la MiniMetro (il suffisso "Mini" rimase fino al 1985) spopolò si, ma unicamente in madrepatria. Buono fu il riscontro in Francia, ove i fan delle utilitarie inglesi erano ancora numerosi, e discreto in Italia (terzo mercato di esportazione) dove in virtù della meccanica Mini, quasi tutti i meccanici sapevano dove mettere le mani.
La Metro era una vettura robusta, onesta, e spaziosa. Eppure non accese gli animi, innanzitutto a causa di un design che puntava tutto sulla funzionalità (notevoli le superfici vetrate con montanti posteriori sottilissimi, ridotti gli sbalzi per via del passo allungato, intelligente la plancia a mensola con la strumentazione che si spostava a seconda dei mercati come su SD1 e Allegro) ma non aveva nulla di veramente attraente. Il pubblico inglese avrebbe preferito che la Leyland avesse deciso di importare (o a fabbricare in proprio, con investimenti minimi) la Mini Innocenti di Bertone, che ben sei anni prima propose le novità della Metro (ruote da 12" con freni a disco, portellone posteriore, ecc.) ma con un design moderno ed elegante. Invece la BL non solo vietò le importazioni in tutto il territorio degli UK, ma ne boicottò le importazioni all'estero (imponendo, peraltro, la rinuncia al nome "Mini" ) dando prova di quella cocciuta miopia gestionale che avrebbe portato di lì a poco la già agonizzante industria britannica alla fine definitiva.
Su strada la Metro ripeteva in chiave moderna le caratteristiche della Mini classica: tenuta di strada ottima, grande maneggevolezza, consumi molto ridotti grazie ai nuovi 998 cm3 "Serie E", che però non brillavano certo per prestazioni, superando di poco i 130 orari in quarta.
L'esemplare in foto è sicuramente una HLE, dotata fra l'altro di interni in tessuto raffinato, poggiatesta, tergilunotto, sedile posteriore sdoppiato, orologio e accendisigari. Manca una caratteristica peculiare delle prime Metro, e cioè i paraspruzzi posteriori dedicati (anche all'epoca era difficile vederli, si staccavano con una certa frequenza).
Alla carrozzeria grigia veniva abbinato un pretenzioso interno rosso bordeaux.
Manca una caratteristica peculiare delle prime Metro, e cioè i paraspruzzi posteriori dedicati (anche all'epoca era difficile vederli, si staccavano con una certa frequenza).
I paraspuzzi il modello HLE non ne aveva...era un piccolo accorgimento per limitare i consumi....il motore era stato leggermente modificato sempre per limitare i consumi rispetto alla Versione L..che era dotata di paraspruzzi come la 1.3S..
http://www.targhe...to_id=3694
A me risulta di si, anche a sfogliare le brochure dell'epoca:
Inoltre non vedo come dei paraspruzzi posteriori possano fare qualcosa che non sia, appunto, parare gli spruzzi. Ad ogni modo il motore della HLE (chissà poi perché solo questo) aveva modifiche al rapporto di compressione e alla fasatura, per una potenza lievemente superiore e consumi leggermente ridotti. In ogni caso si trattava pur sempre del caro vecchio 998 cm3 con basamento in ghisa già ampiamente rivisto all'inizio degli anni '80, denominato appunto "Serie E".
Questa è una foto Preserie....Tant'è che l'ugello lavavetro posteriore è assente come sono assenti i poggiatesta... e comunque non dovrebbe essere la versione HLE bensì la versione HLS solo per il Regno Unito...e non importata in Italia..
@1600GT Mi ricordo anch'io dell'esemplare inserzionato..magari per molti non vale nemmeno 1000 euro e questo proprio non lo riesco a capire..era pure tenuta bene e considerata la raritá a quella cifra meritava un acquirente! Speriamo non abbia fatto una brutta fine,non se lo meritava affatto!
@1600GT Mi ricordo anch'io dell'esemplare inserzionato..magari per molti non vale nemmeno 1000 euro e questo proprio non lo riesco a capire..era pure tenuta bene e considerata la raritá a quella cifra meritava un acquirente! Speriamo non abbia fatto una brutta fine,non se lo meritava affatto!
Speriamo si, anche perché era in uno stato di preservazione notevole, dato che l'ho anche vista una volta dal vivo.
Il fatto è che la vedevo sempre parcheggiata in un cortile condominiale presente in un quartiere veramente brutto e, una volta che ho trovato l'escamotage per poterla fotografare(grazie anche ad un mio amico che mi ha aiutato ad entrare in quella Casbah), puff.....e non l'ho più trovata al suo posto.
Ecco perché temo che abbia fatto una finaccia, peraltro ampiamente immeritata, e per la rarità e per le condizioni pari al nuovo in cui stava.
Ho un triste ricordo su una di queste macchinine...
Quando andavo alle elementari con l'autobus ne vedevo sempre una sotto un albero nel cortile di una casa, mi ha sempre fatto una tristezza, e mi sono sempre chiesto che auto fosse, quella è stata l'unica che vidi dal vivo.
Saranno passati più di dieci anni ma chissà se c'è ancora...
Probabilmente si sarà disintegrata per la ruggine...