Concordo con Daniele; bellissima in rosso! E congratulazioni a Francesco per un avvistamento che, se non contestualizzato all'interno di raduni e/o manifestazioni, è veramente stratosferico!
Per gusto personale la preferisco con le coppette di serie, i cerchi a raggi la caricano troppo; ma è un vezzo stilistico che ci può stare, la fanno effettivamente assomigliare molto al modellino della "Bburago".
Vettura dagli strabilianti contenuti tecnici, pezzo d'altissimo collezionismo, che rimanda ad un film entrato nella storia e nella memoria collettiva ("Il sorpasso", con Vittorio Gassman) e della quale Marco traccerà senza dubbio un profilo storico coi fiocchi!
Tanto di cappello per questo avvistamento, io mi accontenterei di possedere...il frontale, che da solo è già un capolavoro
Praticamente il modellino 1.24 della Burago
Lo ricevetti in regalo da mio padre in tenera età con grande enfasi da parte sua per la bellezza e importanza dell'auto, ma da me (che avrei preferito una betoniera) non compresa, se non a distanza di anni e lì per lì accolta con una certa freddezza. Ora me ne rammarico un po'
Qui siamo a livelli alti! Un capolavoro di macchina che vorrei nel mio garage Beato chi le acquistò a due soldi 35/40 anni fa e oggi si ritrova dei gioielli...
Non è difficile datare l'Aurelia B24 Spider, versione facilmente riconoscibile dai paraurti in due pezzi: tranne un esemplare di pre-serie nel 1954 (che non è questo), sono state tutte costruite nel 1955. Le unità con guida a destra furono 181, che salgono a 240 conteggiando anche le "S" con guida a sinistra. Pezzo molto raro, quindi, reso oggi inavvicinabile a chi non disponga di ampi patrimoni da quotazioni impazzite dopo che, a qualche asta, il ricco arabo o russo di turno ha voluto aggiudicarsene un esemplare senza andare per il sottile, ad un prezzo divenuto subito il nuovo benchmark per i commercianti di auto d'epoca: un noto operatore lombardo ne ha attualmente una in vendita, ad oltre 1 milione di euro.
Parlare della "B24" sarebbe troppo lungo, e bisogna procedere per sommi capi. L'intuizione di questo modello, che, insieme alla "B20", sopravvisse alle berline (la cui produzione terminò con la "B12" nel 1955), si deve a Gianni Lancia, uomo estroso e visionario, amante delle prestazioni e delle competizioni, ma non troppo aduso ai bilanci aziendali e all'equilibrio dei conti. La nuova vettura, chiaramente di nicchia, doveva essere spendibile anche sul mercato d'oltreoceano, e Pininfarina, che aveva già lavorato con gli americani (Nash-Healey, 1952), materializzò superbamente le suggestioni del committente adottando anche alcune soluzioni già viste sulla Chevrolet Corvette del 1953, come il parabezza basso e panoramico, o i fanalini posteriori che concludono sulla sommità le codine. Il propulsore era mutuato dalla "B20", giunta con la 4a serie (insieme alla 3a) alla sua configurazione più sportiva, poi lievemente ridimensionata con la nuova gestione Pesenti, disinteressata alle competizioni; alcune modifiche si resero necessarie per consentirne l'alloggiamento in un cofano molto più basso rispetto alla Berlinetta. La vettura fu deliberata molto rapidamente, tra il 1954 e l'inizio del 1955, in tempo per la presentazione al Salone dell'automobile di Bruxelles, dove ottenne grande riscontro di critica. Curiosa l'assenza di serrature esterne, che ne accentuano la caratterizzazione corsaiola; anche il baule è apribile solo dall'abitacolo. Altrettanto estrema la scelta di non adottare finestrini tradizionali, sostituiti da elementi in plexiglas che si agganciano tramite automatici alle portiere e alla capote.
Dopo una breve interruzione, nel 1956 la "B24" fu civilizzata nella versione "Convertibile", con paraurti unificato e parabrezza convenzionale: fu questa l'Aurelia del "Sorpasso", e fu questa ad essere ribattezzata "America", anche se, impropriamente, molti chiamano con questo appellativo la serie d'origine. Se ne costruirono 581 sino al 1958.
Non credo di avere mai vista questa "MI 88", equipaggiata con cerchi a raggi Borrani, e ringrazio quindi Francesco per aver portato alla luce un esemplare magnifico di un modello che, sulle nostre strade, è sempre più difficile incrociare per la fuga di vetture di pregio dalla Penisola in atto da almeno un decennio.
Chapeau a Markino!
Visto che le targhe sono del 1964, credo che chi l'ha acquistata e ha fatto il cambio targa, l'abbia pagata veramente poco, in quanto era solo una macchina vecchia; un affare che con i vari eventuali passaggi di mano, ne ha fatto un patrimonio economicamente parlando.
Be' , le aurelia b20 e b24 non sono mai state "macchine vecchie" ... certamente a meta' anni '60 il collezionismo era nelle mani di pochi facoltosi ...
Meravigliosa in tutto; queste Aurelia già negli anni 70 erano inserzionate sul Quattroruote nella sezione del "Mercato delle speciali" ed il Club Consorzio KCA si occupava già del restauro di questo modello ed altre Lancia come l'Aprilia o la Appia.
A proposito di modellini, un paio di mesi fa acquistai una B24 che fa parte della raccolta Auto Vintage, un bel esemplare di colore grigio; il Burago mi manca e se me lo avessero regalato durante l'infanzia avrebbe fatto una brutta fine, come prima cosa sicuramente avrei distrutto le ruote a raggi.
Sono d'accordo con Alfa33 che già negli anni 70 venivano inserzionate e valorizzate come il modello meritava e ricordo il consorzio KCA, ma nel 1964 era ancora troppo presto, quindi o si era dei fini intenditori con fiuto sul futuro a venire o l'auto per la diminuzione di valore economico si abbassava di ceto; del resto nel film `Il sorpasso` del 1962, Gassman, non la cura certo a puntino ed emblematica è anche la scena della tacchetta con la più moderna 2300 coupé.
Capolavoro indiscutibile secondo il modesto parere del sottoscritto!!! La Lancia al suo Zenith produsse una scoperta dal fascino ineguagliabile e protagonista, come già detto più volte, del capolavoro di Risi.
Rossa e con i cerchi a raggi poi è da visibilio.
del resto nel film `Il sorpasso` del 1962, Gassman, non la cura certo a puntino
Capolavoro seducente, uno dei tanti realizzati da Pininfarina sotto la direzione di Martinengo.
Le unità con guida a destra furono 181, che salgono a 240 conteggiando anche le "S" con guida a sinistra.
Marco, pensavo che fossero le B24S le più numerose, proprio in ragione della destinazione al mercato americano .
Se così fosse, l'avvistamento, già di per sè notevolissimo, acquisterebbe ulteriore valore quanto a rarità assoluta .
Gabriele, hai proprio ragione, i dati sono invertiti: 59 guida a destra e 181 "S" con guida a sinistra. Pensare che ho sempre avuto stampati in testa questi numeri, ma nell'ordine sbagliato
Chiedo venia...
Splendida regina, non amo davvero per nulla i cerchi a raggi che trovo addirittura sbagliati su questa macchina.
Anche il rosso a mio avviso non le dona quanto potrebbe invece fare un grigio ma per caritá, uno spettacolo!
OH mamma che pezzo, in effetti i cerchi a raggi contrastano un po' con la fluidità e pulizia delle linee armonizzate ad arte della carrozzeria, comunque l'accetterei di trovarla dentro nel garage un giorno, anche su 4 cavalletti
Quaggiù tra i vivi ne rimane un buon numero, ma occhio ai falsi. Con quotazioni che sono arrivate a toccare e persino superare il milione di euro, la tentazione di replicare qualche esemplare per il riccone di turno è troppo forte.
La vista posteriore in marcia è da svenimento, ma ancora più bello è constatare che si tratta di un esemplare rimasto nel nostro paese.
Ieri sera guardando Ulisse ho scoperto che quando affondò la nave Andrea Doria, nella stiva erano presenti ben 5 Aurelia B24 e un prototipo della Chrysler. Che ovviamente ora si trovano in fondo al mare.
quando affondò la nave Andrea Doria, nella stiva erano presenti ben 5 Aurelia B24
Un numero, peraltro, sul quale pare non vi sia accordo.
Talune fonti, tra cui Ruoteclassiche, parlano di soli due esemplari.
Per tralasciare lo speaker del maxi raduno Lancia in Piazza San Carlo a Torino, con cui si celebravano i 90 anni del marchio (1996), che sparò 100 unità tonde (ma dal fondo della platea il sottoscritto si voltò verso un noto collezionista Lancia milanese facendo volteggiare la mano davanti alla fronte, traducibile con "questo è fuori"...).
Praticamente il modellino 1.24 della Burago