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Austin Mini 1000

austinminideltago20160725.jpg
Anno 1970 (deltago92).

Data: 25/07/2016
Commenti: 7
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Commenti
#1 | time101cv il 25/07/2016 08:05:12
www.targhenere.net/images/001/austin_mini_cooper_1970_2_zpsz4xrjboq.jpg
(foto "deltago92" )
#2 | Total III il 25/07/2016 08:44:38
A prima vista una Mini personalizzata come tante ne girano, ma in realtà una chicca assai rara nel nostro paese, dove imperversavano le Cooper Innocenti, e rispetto alle quali aveva un prezzo di vendita più salato rispetto a quello, non certo popolare, della sportiva made in Lambrate.
La Mini MK3, uscita nel 1969, fu la prima ad abolire le cerniere esterne e i vetri scorrevoli (per le Mini nostrane la modifica sarebbe stata adottata l'anno successivo) e non presentava più le - già minime - differenze fra Austin e Morris, marchi che comunque venivano applicati nel baule a seconda delle richieste e dei mercati, ma il marchio Mini diventava di fatto un brand a se, uno dei numerosi marchi del gigante dai piedi d'argilla British Leyland, il cui badge faceva bella mostra nei parafanghi.
La gamma si componeva di tre modelli: Mini 850 (anche automatica), Mini 1000 e Mini Cooper S. Quest'ultima, almeno esteticamente, non si distingueva granché dalle sorelle minori: badando al risparmio, la Leyland non aveva previsto né interni speciali, né la celebre verniciatura a contrasto del tetto. D'altronde, il contratto con John Cooper era in scadenza e non c'era nessun interesse a rinnovarlo, mentre si pensava ad una versione sportiva (che sarebbe stata la pessima 1275 GT) basata sulla già poco gradita Clubman: un fulgido esempio della scarsa lungimiranza del management inglese.
Questa ultima serie "canto del cigno", più di bandiera che altro, era comunque ancora richiesta dalla cricca degli smanettoni (sia da strada che professionisti) che non si accontentavano della Cooper da un litro prodotta in Italia. Il noto 1275 cm3 nella sua massima espressione (76 cavalli) era ancora temibile e offriva un'accelerazione ancora bruciante.
L'epopea delle Cooper britanniche finì nel 1971, con l'avvento della già citata 1275 GT, mentre in Italia si metteva a punto l'ottima 1300 made in Lambrate che, cose della vita, era desideratissima proprio dagli inglesi.
Difficile dire se questo esemplare sia una vera Cooper, tante sono le modifiche estetiche apportate dall'appassionato proprietario, e posto che, come detto, la Cooper era esteticamente quasi identica alla Mini 1000. Fra le modifiche, lo stemma anteriore Austin Cooper, certamente meno anonimo dello scudetto di serie, che proviene dalle prime serie. Mancano altresì le - anonime - scritte nel baule.
Parafanghini supplementari di prammatica, non mi fanno impazzire, ma sono indispensabili quando si montano cerchi in lega con gomme larghe.
I sedili con poggiatesta provengono dai modelli più recenti: non bellissimi, ma certamente più comodi e sicuri.
#3 | time101cv il 25/07/2016 08:50:55
Secondo l'AdE, la cilindrata è 998 cc.
#4 | Total III il 25/07/2016 09:02:29
Quanti kilowatt? Perché ravanando nel mio archivio ho appreso che anche la Cooper MK3 montò il 998 da 55 cavalli (oltretutto questa non poteva essere una S per la mancanza del doppio serbatoio, di cui non mi ero accorto). Non credo fosse importata in Italia, almeno non ufficialmente, per non dar fastidio alla Innocenti di identica cubatura...
#5 | deltago92 il 25/07/2016 15:29:11
27.97 kw, circa 38 cavalli.
#6 | Total III il 25/07/2016 15:38:06
Allora è una Mini 1000. Regolarmente importata, benché se ne fossero vendute pochissime, fra il '69 e il '71.
Peccato. Ma sicuramente il motore di questo esemplare è di quelli simpatici. Smile
#7 | Markino il 29/07/2016 01:35:28
Grazie a Total per l'ampio excursus, modellato secondo i canoni che notoriamente prediligo, tanto più trattandosi di una vettura della quale, ammetto, ho una conoscenza piuttosto sommaria.
Esemplare sicuramente pregevole ab origine, ma, per i miei gusti, troppo manomesso.
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