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Citroen Ami 8

citroenami8alfa3320160809.jpg
Anno 1970 (Alfa33).

Data: 09/08/2016
Commenti: 10
Visualizzazioni: 1444
Commenti
#1 | time101cv il 09/08/2016 09:55:48
www.targhenere.net/images/001/citroen_ami_8_1970_640x360_1_zpsvgr2mapm.jpg
(foto "Alfa33" )
#2 | oinotna il 09/08/2016 10:15:31
personalmente preferisco la versione break, ma questa si fa guardare volentieri.
#3 | atae21 il 09/08/2016 10:24:28
Io invece preferisco la berlina. Comunque al di là delle preferenze, c'è da dire che i francesi avevano proprio dei gusti "bizzarri". Se guardata bene, si nota che non ha una linea armoniosa e continua: è un insieme di linee tonde, rette e spezzate con particolari che sembrano "incastrati" a caso. Ce ne saranno voluti di mesi per abituarsi a guardarla quando è stata presentata al pubblico...
#4 | FeDeesse il 09/08/2016 10:32:57
sembra perfetta.
starebbe bene nel mio garage.
#5 | vivi61 il 09/08/2016 12:04:36
Quoto atae21 ,è uno dei pochissimi casi in cui preferisco la berlina alla break o station o familiare che dir si voglia
#6 | IL BUE il 09/08/2016 12:33:12
E' una Citroen, deve essere così. Ed è fin troppo normale rispetto alla capostipite. Mi accodo al partito della Break, leggermente più armoniosa
#7 | 1600 GT il 09/08/2016 17:47:02
Anch'io ho sempre preferito la Break, sia della Ami 6 che della Ami 8. Tuttavia non resto affatto indifferente neanche rispetto ad una berlina così ben messa e sicuramente un conservato tenuto sempre in garage. Le Citroen dell'epoca hanno un fascino davvero straordinario.
#8 | Uno Turbo D il 10/08/2016 02:42:04
Bel pezzo, tenuto come si conviene.
#9 | Total III il 10/08/2016 05:04:23
Credo che pochi modelli possano rappresentare, come la Ami 8 berlina, quella particolare filosofia Citroen, ormai perduta, di sparigliare le carte nel settore utilitario con linee assolutamente anticonvenzionali, armoniose o disarmoniche che fossero: non bisogna dimenticare che la capostipite della dinastia, sua maestà la ultracelebrata 2CV, fu definita con termini alquanto aspri, il più gentile dei quali fu quello di "macchina più brutta del mondo".
Il progetto Ami, come più volte detto, fu fin dall'inizio funestato dall'esigenza, da parte della Casa, di risparmiare il più possibile utilizzando al massimo componenti meccanici già esistenti. Così la nuova media doveva cercare di tappare il buco (pardon, voragine) fra 2CV e ID utilizzando però la piattaforma 2CV. La direzione pretendeva una tre volumi, e per via della risicata lunghezza del pianale, Bertoni ebbe la genialata del lunotto invertito, che consentì di rispettare il diktat e allo stesso tempo di ottenere una delle linee più audaci e riconoscibili del maestro varesino.
Con suo enorme dispiacere, però, il frontale filante e carenato da lui progettato (richiamante non a caso la DS) dovette essere pesantemente modificato per via dell'ingombro del voluminoso filtro dell'aria del motore bicilindrico. Di modifica in modifica, una volta rialzati anche i parafanghi e i gruppi ottici, Bertoni diede origine ad uno dei frontali più tormentati della storia automobilistica.
Defunto Bertoni, il giovane Robert Opron si trovò a dover modificare pesantemente l'opera del suo maestro. Dopo i mesi passati a definire le forme della nascitura GS, la soluzione era quantomai ovvia: trasformarla in una due volumi, dotandola di un grande lunotto spiovente. Il che sicuramente avrebbe reso la linea molto meno personale, ma anche più moderna e al passo con le tendenze. Ma anche qui si dovette fare i conti con le esigenze di risparmio, e si rese necessario utilizzare le stesse portiere posteriori della Break (che rimaneva in produzione, sostanzialmente invariata nella scocca). Le cornici alte e squadrate delle portiere portarono ad una linea quantomai strana, un tetto che sale diritto e sicuro per poi chiudersi bruscamente, quasi si fossero accorti all'ultimo momento che era finito lo spazio. Pfft
Non so se Opron fosse soddisfatto del risultato (come lo fu, e a buona ragione, per SM, GS e CX). Vero è che, in presenza della nuova GS, l'Ami non era più un modello fondamentale per la Citroen: rimase in produzione in quanto il progetto era ancora molto valido dal punto di vista della versatilità e dell'economia di esercizio, ancora ai massimi livelli.
Forse anche per la sua estetica...divisiva, la considero una delle Citroen più romantiche. E non disdegnerei davvero di possederne una.
#10 | Markino il 16/08/2016 00:50:06
Total III: Credo che pochi modelli possano rappresentare, come la Ami 8 berlina, quella particolare filosofia Citroen...

Le schede-macchina che adoro leggere Smile
Oggi molto più apprezzabile di anni fa, principalmente per l'accresciuta maturità dell'osservatore (il sottoscritto Grin ), ai tempi piuttosto "razzista" con auto che non rispettavano certi "canoni" di purezza formale.
Esemplare in gran spolvero, oggi piuttosto difficile da reperire nonostante il buon riscontro commerciale e i costi di gestione assai modesti, fattore che può costituire un ottimo incentivo alla perpetuazione delle vetture.
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