Un piccolo mostriciattolo...
Un mio amico ne aveva una, e un bel giorno facemmo a scambio: lui con la mia y10 turbo, e io con la sua de tomaso...
Il motore ai bassi regimi era piu' pronto della mia y10, forse per i tre cilindri, o per il fatto che era un 1.3. Ma cio' che mi colpi' fu la prontezza di sterzo, che ti faceva sgusciare via, con pochissimo rollio! Anche se col senno di poi, non so se questa dote, a velocita' elevate, potesse mettere in difficolta' il retrotreno.
Comunque, alle piccole bombe anni 80, io non ci so resistere, le vorrei tutte nel mio garage.
I cerchi non sono originali, e peccato per la targa...
forse per i tre cilindri, o per il fatto che era un 1.3
No. Il motore inglese 1275 cc 4 cilindri aspirato equipaggiava le Mini 120 e De Tomaso più vecchie. La turbo monta il 993 3 cilindri di origine Daihatsu.
Un bel giocattolo con cui bruciare ai semafori molte berline sottomotorizzate; ricordo ancora il particolare sibilo della turbina in un periodo in cui le autovetture si riconoscevano a orecchio.
Molto bella e in condizioni originali. I cerchi sono giusti, e ciò non è cosa scontata necessitando dei costosissimi pneumatici Michelin TRX. Fari di profondità con vetro giustamente giallo e cofano motore munito di nervature la identificano come prima serie, col senno di poi meno affidabile delle successive munite di turbina giapponese.
Lo specchietto in tinta è una innocua licenza, mentre mancano le scritte posteriori sotto la battuta del portellone, che in questa serie erano adesive ( "Innocenti" a sinistra e "DeTomaso" a destra).
Chi la ebbe ne serba un ricordo quantomeno divertito, anche se per condurla al limite ci voleva un bel po' di pelo sullo stomaco: le sospensioni progettate dalla Innocenti dopo la fine del contratto col la British Leyland, di ispirazione 127, avevano reso la Mini più comoda soprattutto sullo sconnesso, ma decisamente più brusca e imprevedibile: piuttosto repentino era il passaggio dal sottosterzo al sovrasterzo nelle curve durante il rilascio del gas. Anche la maggior altezza dal suolo delle "tre cilindri" contribuiva non poco alla diminuzione della stabilità in curva che era un atout delle Mini con meccanica inglese, molto scomode ma altrettanto incollate al terreno in virtù dell'assetto rasoterra.
Tradotto in soldoni: in molti detomasisti "entusiasti" finirono per uscire dalle curve a ruote per aria, cosa che non era difficile ottenere peraltro nemmeno con la più tranquilla ma pur sempre molto brillante Minitre.
Le trazioni anteriori molto potenti e con il passo corto soffrono di questi comportamenti instabili ... vedi le 500 ss di oggi che ovviamente sono moolto migliorate ... gomme ecc ecc ...
Ho avuto circa due anni fa, per un breve periodo, una Minitre SE del 1985. L'accellerazione e la progressione erano impressionanti anche rapportandole alle vetture odierne della stessa classe ma con cilindrata e peso nettamente superiori. Si esce dalle curve strette letteralmente "schizzando",aiutati da una coppia molto vigorosa. Il motore Daihatsu era veramente un piccolo prodigio di tecnica e l'adozione del controalbero per smorzare le vibrazioni tipiche del tre cilindri fu una scelta azzeccata. Trova la Turbo desiderabilissima anche se la apprezzo maggiormente nella rifinitura grigio metallizzato.
Ho avuto sempre un debole per la Mini De Tomaso, piccola sportiva sfiziosa, veloce e con la già consolidata e stupenda linea disegnata da Bertone.
Esemplare da vetrina con una tinta che le dona tantissimo.
(foto "Blowup" )