Mi sono sempre chiesto quale mente malata abbia potuto partorire l'idea della ruota di scorta sul cofano posteriore...
La macchina non è male ma, se ne avessi una, mi doterei di bomboletta riparagomme...
Avvistamento del tutto inaspettato. Mentre ero all'interno del bar che si vede di fronte a prendere un caffè, ecco che mi giro e vedo questa meravigliosa vettura fermarsi proprio davanti.
Ho anche scambiato quattro chiacchere con il proprietario che mi ha detto che è un conservato avente come primo proprietario un medico modenese che la tenuta sempre al chiuso. Infatti era intonsa sia fuori che dentro(interni elegantissimi e molto british).
se ne avessi una, mi doterei di bomboletta riparagomme...
In realtà, potresti tranquillamente collocare la ruota di scorta nel bagagliaio, in posizione verticale sul lato sinistro dello stesso: la ruota montata sul baule, infatti, era un optional e non la regola, come peraltro si può constatare anche scorrendo i precedenti avvistamenti del modello su queste pagine .
Esemplare, per quanto mi riguarda, terribilmente affascinante.
Dalle mie parti non erano particolarmente rare all'epoca, più volte mi hanno raccontato che il concessionario lavorava molto bene e sapeva piazzare con saggezza i prodotti della casa inglese.
Immagino anche la pesantezza dell'apertura del bagagliaio: subito che ci fosse l'automatismo comandato dal piede sotto al paraurti...
E dubito anche che il bagagliaio non avesse un coperchio, ma fosse un enorme cassetto...
(questa fesseria mi è venuta in mente adesso così per gioco, ben consapevole che lo sia. Parlando seriamente, tra tante stranezze viste su un'auto direi che questa è ancora inedita!)
Piaccia o no la ruota esterna è diventata una peculiarità del modello tant'è che i più non ne conoscono la denominazione, ma la riconoscono come "quella con la ruota sul baule".Quindi W la ruota esterna anche per recuperare un po' di spazio nel bagagliaio piccolo ed irregolare.
Pezzo intrinsecamente pregiato, con splendida targa nativa, e in una delle livree più tipiche insieme al british racing green.
Ai tempi era un'auto per pochi facoltosi, considerata la cilindrata impegnativa; il prezzo era più o meno allineato a quello della FIAT "130 Berlina" 3,2 lt..
Non è un caso se, proprio nell'anno di questo bell'esemplare, comparve - appunto, in verde scuro - nel capolavoro "Amici miei" di Mario Monicelli (un copione, in realtà, dovuto a Pietro Germi, scomparso prematuramete), quale vettura personale del "Sassaroli", il facoltoso primario di una clinica privata sui colli fiorentini.
(foto "1600 GT" )