La tinta, a mio avviso, è del tutto inventata. Altri indizi mi fanno dubitare dell'originalità di questo "ovalino", che potrebbe essere davvero del 1963 ed essere stato oggetto di un intervento di "invecchiamento"...
Il sito istituzionale fornisce questi dati (fatto copia e incolla)
Cilindrata:1192 cc
Potenza:
Direttiva Euro. assente
Alimentazione:Benzina
EcoDiesel: No
Cavalli:14
Posti:5
Portata:* kg
Peso: kg
Numero Assi:2
Categoria: autovettura
Data immatricolazione:05/01/1963
Codice uso: privato trasporto persone
O é rientrata dall'estero in quella data, o .. invecchiata di proposito
Di ritargatura da altra provincia italiana credo proprio di no
Possibilissimo. L'operazione rispetto alla 2CV è un po' più lunga (anche perché la scocca del Maggiolino ha un peso discretamente superiore) ma tecnicamente parlando non ci sono difficoltà di sorta.
Per la tinta pare quasi abbiano preso a modello (e ci sarebbe da sorridere se fosse così) un celebre modellino Bburago uscito a fine anni '90.
Per la tinta pare quasi abbiano preso a modello un celebre modellino Bburago uscito a fine anni '90.
Modellino che, a sua volta, riprendeva la reale colorazione del milionesimo Maggiolino costruito. Non credo, però, che la tinta dorata sia stata utilizzata sui Maggiolini di serie.
è un ovale ragtop del '56 o '57, colore originale diamond green L412. non ha niente fuori posto, almeno per quello che si può vedere dalla foto. (eccezion fatta per la tela del tettuccio che dovrebbe essere dello stesso colore dell'auto, ma ormai sono introvabili)
non vedo perché non potrebbe essere possibile una ritargatura da un'altra provincia italiana...
ad ogni modo, auto notevolissima
in genere in caso di ritargatura il sito del bollo fornisce comunque la data della prima immatricolazione.
questo non lo sapevo. possibile una prima immatricolazione all'estero...è inusuale, ma tempo fa ho letto di un maggiolino del '62 immatricolato in Germania e poi reimmatricolato in Italia nel '63
...è inusuale, ma tempo fa ho letto di un maggiolino del '62 immatricolato in Germania e poi reimmatricolato in Italia nel '63
Era una pratica diffusa allora, quando il cittadino di origine italiana che viveva all'estero per guadagnare qualche soldo in più alla fine rientrava armi e bagagli nella sua zona di origine
mutatis mutantis, oggi all'inverso, l'italiano ,sempre per guadagnare qualche soldo in più ,vende all'estero pezzi di un patrimonio storico ineguagliabile
in genere in caso di ritargatura il sito del bollo fornisce comunque la data della prima immatricolazione.....
E non solo,anche (p.es.) se prodotto tra le due guerre ,e se la reimmatricolazione é avvenuta meno di 30 anni fa il sito del bollo fornisce indicazione di prezzo pieno (a meno di qualche errore)