Probabilmente ancora con la sua vernice di nascita.
E' un caso piu' unico che raro in cui lascerei una storica in queste condizioni di "vissuto" con la sola sistemazione delle piccole imperfezioni.
Davvero commovente.
Incredibile. Poi del 1972 e con targa MI. Sarei veramente combattuto anche io se tenerla così in stato d'uso con "gli anni di piombo" scivolatagli addosso, oppure restaurarla totalmente per un vero gioiello d'epoca.
A verniciare c’è sempre tempo... una volta coperta la preziosa vernice originale (che comunque botta a parte avrebbe bisogno solo di una lucidata e pochi ritocchi) indietro non si torna..
Io non avrei dubbi nel lasciarla assolutamente così
.. Sarei veramente combattuto anche io se tenerla così in stato d'uso ..
Un bel dilemma ..
Bisognerebbe capire nella parte anteriore com'è la situazione ma immagino che non ci siano troppe grane
Nel dubbio un ottimo e navigato artigiano riuscirebbe senza problemi a risolvere le piccole rogne presenti
La mia opinione é tenerla così , proteggendola il più possibile da eventuali rischi ulteriori alla vernice
Io sistemerei solo graffi e botte varie, una bella lucidata ed un ricovero al coperto, quando non utilizzata.
Esemplare favoloso per targa, anno, colore e cilindrata.
Così vissuta pare veramente essere uscita da qualche inseguimento degli anni di piombo!
Come mi piace, con la sua patina del tempo e con questo colore meraviglioso che adoro!!! Me la prenderei così com'è, senza cambiarle nulla(tranne che nel motore, la cosa più importante in un'automobile).
Serie capostipite, verde pino, targa Milano, primo anno di produzione.....difficile pretendere di più; da ragazzino, sognavo di possederne una identica, tanto per capirci...
Considerato il pregio intrinseco, e la notevole rarità - se non unicità - di una simile combinazione di fattori, la mia prima preoccupazione sarebbe toglierla dalla strada, ed evitare l'utilizzo frequente, altrimenti il colpo alla sezione posteriore sinistra (anche qui....Vincenzo docet) rischia di essere solo l'inizio. Poi, non baderei a spese per riportarla in perfetta efficienza, rispettando - compatibilmente con la "decenza" - la patina di vissuto della carrozzeria e degli interni.
Trovo le parole di Markino pienamente condivisibili.
Non sembra vero che possano ancora esistere esemplari così pregevoli in uso quotidiano considerando che le Alfetta prima serie soprattutto da tempo sono passate dalle strade alle collezioni
Penso che questo esemplare capostipite sia migrato al sud da almeno una trentina d'anni, se fosse rimasto nel luogo natìo, con tutta probabilità, avrebbe fatto un'ingloriosa fine impilato in un campo di demolizione; ricordo a fatica già negli anni '80 Alfetta prima serie circolanti nel traffico metropolitano... se le condizioni del sottoscocca non sono compromesse è auspicabile un ripristino.
Nessun dubbio, a mio vedere: a meno che non sia davvero divorata dalla ruggine, deve restare così. Perderebbe tutto il fascino, e di esemplari da raduno ogni tanto e garage tutto l'anno ce ne sono fin troppi.
Conoscendo il terreno di caccia di Dario, sarebbe bello capire come sia sopravvissuta la spettacolare targa nativa su questo affascinate esemplare... spero che il proprietario sia consapevole del suo rarissimo mix ... da preservare con la massima cura...
E' un caso piu' unico che raro in cui lascerei una storica in queste condizioni di "vissuto" con la sola sistemazione delle piccole imperfezioni.
Davvero commovente.