Davvero carina, i cerchi neri non stonano molto. Ha un paraurti molto sottile!

Carina. Molto gradevole

La Mini "E", che in patria aveva delle strisce adesive laterali e si chiamava "City E", aveva praticamente lo stesso allestimento della Morris Minor "base" del 1959, compresi i sedili con schienale fisso, i vetri posteriori non apribili e la strumentazione centrale ad un solo elemento.
Mancavano anche il lunotto termico, le bocchette di ventilazione nella plancia, e i rivestimenti erano ridotti al minimo. In pratica, in più della versione primigenia, venivano aggiunti solo il retronebbia e il lavavetro elettrico.
Una versione completamente agli antipodi, quindi, non solo dall'idea di "piccola Rolls" che la Mini ricoprì soprattutto dagli anni '90 in poi con le sempre più impreziosite Rover, ma anche rispetto alle rifinite e brillanti Innocenti. Quantomeno, era rimasta fedele all'idea originale di piccola essenziale e risparmiosa come la concepì Issigonis, di conseguenza oggi assume un suo certo fascino.
L'esemplare in foto è grossomodo originale eccezion fatta per i tocchi di nero sul tetto e sulle borchie (de gustibus). Aggiunti i vetri posteriori apribili, accessorio fondamentale per sopravvivere in un'abitacolo che ha sempre sofferto di scarsa ventilazione.
Il badge "Made in England" ornava orgogliosamente il baule di molti esemplari coevi, è un bene che si sia conservato.