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Fiat 124 Sport Coupé 1600

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Anno 1973 (classicauto2019).

Data: 05/04/2023
Commenti: 18
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Commenti
#1 | alequattro75 il 18/11/2021 10:51:10
Ce l'aveva identica un mio parente nei primi anni '80. Da bambino quale ero mi sembrava una supersportiva. Col senno di poi la trovo la serie migliore (sarebbe perfetta col frontale della seconda serie) ma che come tutte le Fiat degli anni '70 mi trasmette un certo senso di tristezza.
#2 | IL BUE il 18/11/2021 10:55:12
Le Fiat che danno senso di (profonda) tristezza sono fioccate a partire da 15 anni dopo. Queste erano piccoli capolavori, nonostante, nel caso specifico, preferisca di netto la seconda serie.
#3 | 1600 GT il 18/11/2021 11:32:45
Fin quando in Fiat c'è stato Ghidella, le cose andavano a meraviglia o quantomeno non c'erano i disastri che dagli anni 90 hanno cominciato a segnare la fine della Fiat di un tempo. Tornando alla 124 Sport, pur preferendo la serie precedente, sto iniziando a rivalutare anche questa serie conclusiva.
#4 | alequattro75 il 18/11/2021 11:54:04
Su Ghidella la penso esattamente al contrario. Per me è stato un pessimo manager, ed a sostegno della mia tesi, c'è il fatto che nel 1992, con i suoi prodotti, la Fiat era praticamente fallita.
Certo, sul breve periodo la Fiat vendette bene, anche se per la gran parte in Italia, ma trovo che le auto Ghidelliane avessero un livello qualitativo davvero pessimo (provato di persona!).
Non solo. A detta dello stesso Ghidella, il suo capolavoro, è stato il progetto Tipo2.
Che la Tipo avesse delle qualità (abitabilità su tutte!) ed una certa modernità è innegabile. Cosi' come la consueta pessima qualità. Ma proprio col progetto Tipo 2 incominciò la standardizzazione e spersonalizzazione dei marchi che ha portato l'auto italiana a diventare Peugeot...
L'emblema è a mio parere l'Alfa 155. Auto oscena presentata mentre la rivale Bmw aveva in gamma la e36. Non c'è bisogno di aggiungere altro.
A mio parere, il tanto vituperato Marchionne, era un manager molto più capace.
#5 | Transaxle73 il 18/11/2021 12:10:10
Ghidella era un uomo prodotto e nonostante i limiti finanziari imposti dalla proprietà - storicamente restìa ad investire nell'auto - svolse il suo compito in maniera egregia. Fiat a metà anni '80, senza l'Alfa Romeo, era ancora il primo costruttore europeo e presidiava quasi tutti i segmenti di mercato, compreso quello E dove secondo me con il Progetto Tipo 4 sfornò ottime auto. Anche nel motorsport era attiva sia su pista che su sterrato. Concordo che sui dettagli di finitura si potesse fare meglio ma strutturalmente i progetti non avevano niente da invidiare a nessuno. La fine è arrivata con Romiti.
#6 | IL BUE il 18/11/2021 12:14:33
Ovviamente del tutto in disaccordo per quanto riguarda Ghidella, l'ultimo manager capace di Fiat, al contrario dell'imposto quanto incapace Romiti, e parere discordante su Marchionne, l'uomo che a mio avviso ha definitivamente dissolto la Fiat che, però, aveva a cuore l'Alfa e volle fortemente il pianale Giorgio, da cui sono uscite quelle che saranno, con ogni probabilità, le ultime due automobili che possono portare con orgoglio il marchio del biscione: Giulia e Stelvio.
Assolutamente d'accordo sulla totale oscenità dei progetti Tipo 2 e sull'Alfa 155, a mio avviso uno dei punti più bassi della storia dell'ex Portello.
#7 | alequattro75 il 18/11/2021 12:38:20
Non sono un analista finanziario, ma da semplice appassionato valuto il prodotto.
Secondo me, la fine della Fiat è iniziata con l'avvento del "mitico" avvocato.
Fin quando al timone della Fiat c'era Valletta, gli operai non se la passavano benissimo, ma il prodotto c'era ed era molto valido. E Valletta stesso consigliò all'avvocato di continuare a fare la bella vita ma di non occuparsi di Fiat.
Poi a metà anni '60 arrivò Agnelli ed il primo prodotto fu la 124. Auto vendutissima in tutto il mondo per decenni che però, a detta di Giacosa, storico e capace progettista Fiat, fu la prima auto in cui si videro importanti tagli alla qualità (uno su tutti, le marmitte cagionevoli col tipico sound "scorreggiante"..).
Poi arrivò la crisi petrolifera ed il secondo prodotto simbolo del declino fu la 132. Sulla quale mi sono già espresso in altri post.
Non solo, ma per arginare il prodotto estero, sempre negli anni '70 mamma Fiat avallò la famigerata Iva pesante sulle cilindrate over 2000 che col sennò di poi, spianò la strada ai costruttori esteri "premium" e pose una pietra tombale sullo sviluppo di motori 6 ed 8 cilindri , materia in cui l'Italia eccelleva. Per farla breve a fine anni '70 la Fiat era agonizzante e venne chiamato Ghidella che lavorava alla Fiat Agri in America.
Stangando ulteriormente la manodopera, ottenne buoni risultati di vendita su prodotti progettati prima del suo avvento (la Uno su tutti, che era nata come piccola Lancia ) e fece un discreto lavoro col progetto Tipo4.
Su auto avallate da Ghidella come la Regata, preferirei per decenza non esprimermi.
Sul progetto Tipo2 mi sono già espresso. Ghidella venne cacciato nel 1988 e nel 1992 la Fiat era al collasso.
Marchionne rilevò una Fiat fallita che venne rifiutata persino dalla General Motors. Gli si chiese di rimettere in moto la baracca affinchè potesse essere acquistata da un gruppo esterno e Marchionne portò a compimento la sua missione in maniera impeccabile. Lasciando in eredità un eccellente prodotto come Giulia/Stelvio che nell'era Ghidella si poteva solo sognare...
P.s.: taccio sui finanziamenti pubblici che la Fiat ha preso sotto l'egida di Ghidella... a proposito di capacità imprenditoriale...
#8 | IL BUE il 18/11/2021 13:11:08
Fosse stato per la premiata ditta Agnelli & Romiti, manco la Uno avrebbero fatto. Solo per questo Ghidella merita un monumento.
In virtù di quanto scritto sopra, totalmente concorde sull'effettiva positività della figura di Giovanni Agnelli, pensando anche al vergognoso e preteso ostracismo che faceva nei confronti di Alfa Romeo. Tuttavia, buona parte delle vetture nate sotto la sua presidenza, diciamo fino ai primi anni '80, Regata rigorosamente esclusa, li ho sempre trovati azzeccati, 132, con qualche riserva, compresa. Azzeccati, sicuramente non perfetti.
"Grazie" a Marchionne, la Fiat sostanzialmente ha cessato di essere competitiva nell'ultimo settore dove ancora primeggiava: le utilitarie. il "capolavoro" che fece con la Punto, da vettura largamente più venduta d'Italia a modello senza erede, è emblematico.
Naturalmente parlo da appassionato, discreto lettore, ignorante come una capra (cit). Di sicuro Marco ha un bagaglio di cultura e competenza tali da poter migliorare di molto l'analisi.
#9 | 1600 GT il 18/11/2021 13:36:20
Ghidella era un grandissimo manager, il migliore assieme a Valletta. Infatti se sono stati prodotti capolavori come la Uno e le vetture del progetto "Tipo 4", oltre ad altri come la Panda o la Ritmo, lo si deve a lui. Romiti era un incompetente e con lui che è iniziato il disastro. Sulla Tipo riconosco molte qualità, tra cui abitabilità record sotto i 4 metri e una linea moderna e ispiratrice per modelli stranieri usciti poco dopo(si veda la Citroen ZX per esempio), anche se come qualità interna si poteva fare di più(con il mini aggiornamento del 1992 qualcosa migliorò), ma il "Tipo 2" produsse poco di buono, a parte appunto la Tipo e in parte la Dedra. Poi sulla 155 come già detto è uno dei punti più bassi dell'Alfa Romeo e infatti fu divorata dalla BMW E36, vettura riuscitissima e con un'ampia gamma di motorizzazioni. Su Marchionne va riconosciuto il lavoro che tutt'oggi vediamo sull'Alfa Romeo, soprattutto su Giulia e Stelvio, due modelli riuscitissimi, ma su Fiat e Lancia meglio non esprimersi, a cominciare dalla non sostituzione di un grandissimo modello come la Punto, per oltre 20 anni l'auto più venduta d'Italia, per non parlare del totale annientamento della Lancia. Eppure c'è chi lo osanna, sarò forse io lo strano che non apprezza le "meraviglie" del cd "uomo in maglioncino blu".
#10 | vivi61 il 18/11/2021 14:33:10
Ghidella è stato l ultimo vera manager Fiat che capisse veramente qualcosa di automobili,concordo sulla Regata,non di certo sugli altri modelli,la qualità dei materiali e gli assemblaggi non li stabiliva di certo lui,che invece decideva come doveva essere l auto ed a chi si doveva rivolgere,su Romiti meglio stendere un velo pietoso,si è guadagnato una liquidazione milionaria per far fallire un azienda,poi proseguendo negli anni, il fatto di non essere riusciti a sostituire la Punto parla già da sè,lo dico a malincuore e da grande appassionato e difensore della Fiat
#11 | alequattro75 il 18/11/2021 18:22:59
1600 gt, la Ritmo fu messa in commercio prima dell'avvento di Ghidella. La seconda serie fu messa in commercio sotto la sua egida e guarda caso è considerata un enorme passo indietro rispetto alla prima, esteticamente parlando.
La Panda fu un progetto di De Benedetti nei pochi mesi che lavorò in Fiat.
Ghidella , escludendo atrocità varie come la già citata Regata , mise in commercio la Uno rimaneggiando un progetto Lancia già esistente, e si occupò di Tipo 4 e Tipo 2.
Della sua opera, salvo giusto la Thema.
#12 | Cioppo71 il 18/11/2021 18:56:45
Non mi aggancio alle strategie aziendali e ai vari manager della FIAT, anche se leggendo i commenti, credo che BUE abbia detto una sacrosanta verità sul fatto che le Auto tristi e senza personalità in Fiat, sono state COSTRUITE DALLA fine degli anni 80, per esempio con la Tipo o la Marea tanto per citarne alcune, a mio modo di vedere. Detto questo voglio dire che ho un debole per la 124 SPORT, anche se la terza serie non mi prende troppo, preferisco la seconda serie , mentre la Prima serie che è quasi introvabile sul mercato dell'usato è una icona di rara bellezza. Questa in foto mi piace il colore della selleria e moquette in rosso e vorrei averla vista dall'interno per vederne le condizioni. Il Bianco 212 della carrozzeria invece non rende e la spersonalizza, nel complesso comunque con la sua bella targa quadra originale si difende bene dai
#13 | vivi61 il 18/11/2021 19:51:23
Da possessore della Fiat Marea we diesel ti posso garantire che non è per niente triste,perlomeno non lo sono io,visto che in oltre 400mila km.manutenzione a parte non mi ha dato nessun problemaWink
#14 | Francesco240D il 18/11/2021 22:19:59
Esemplare stupendo, con magnifici interni rossi e poggiatesta. Targa d'origine pregiate, bella anche l'antenna. Per quanto riguarda la questione, ognuno ha le sue ragioni. Per me la FIAT (e il gruppo FIAT in generale, AR esclusa) è stata valida in termini di produzione fino ai primi anni 2000 circa, e l'uscita di produzione di Croma senza eredi era un sintomo di quello che stava per succede. Ghidella è stato validissimo, non dimentichiamo che è lui ad aver voluto la Thema. Per Romiti, neanche a parlane...
#15 | mikitiki94 il 18/11/2021 23:49:07
i limiti finanziari imposti dalla proprietà - storicamente restìa ad investire nell'auto
Secondo me il problema è proprio questo: puoi avere anche il miglior manager del mondo, ma senza soldi è difficile tirare fuori un buon prodotto.
#16 | 1600 GT il 19/11/2021 11:19:26
Alequattro 75, non ho detto che con Ghidella era tutto rose e fiori, ma nemmeno che sia stato un manager pedestre come invece lo è stato a mio modesto avviso Romiti, però la situazione in Fiat con lui reggeva. Ok con lui c'è stata la Regata, auto poco personale e di derivazione dalla Ritmo 2a serie, ma bisogna anche vedere il periodo finanziario di allora, non proprio roseo, tant'è che anche l'Argenta era un restyling della 132, questo per dire che non c'era il budget per produrre modelli ex novo. In compenso però si è riusciti a produrre la Uno grazie a Ghidella, cosa che con altri non sarebbe mai avvenuta e infatti è stato non solo un successo, ma anche un'auto indovinata e avanti rispetto alla concorrenza in quanto a praticità, spazio, linee e rapporto prestazioni/consumi, ma non avremmo avuto nemmeno la Thema, ultima autovettura che ci ha fatto rispettare al cospetto delle straniere e vettura rimpianta da tanti.
#17 | alequattro75 il 19/11/2021 12:28:53
Come già detto, non sono un analista finanziario e non so quali fossero le finanze del Gruppo Fiat nel periodo Ghidella (ma di quanti soldi hanno chiesto agli italiani un'idea ce l'ho..).
Ghidella è riuscito ad indovinare due prodotti che hanno venduto bene (Uno e Tipo 4) ma dopo neanche 10 anni la Fiat era peggio di quando arrivò lui. Siamo sicuri che questi prodotti fossero cosi' validi?
Di Uno ne ho guidate a bizzeffe, di tutte le serie e cilindrate. E l'ho sempre trovata un'auto modestissima sia meccanicamente che come qualità . All'epoca, in casa, avevamo una 205 diesel, stessa categoria della Uno. Sembrava un'auto di tre segmenti superiori!
La Thema? Bellissima, specialmente la prima serie. E in versione Turbo inarrivabile per le concorrenti tedesche in quanto a prestazioni. Benissimo! Avete mai visto una Thema prima serie coi paraurti montati correttamente e senza sedili storti? E il concerto di scricchiolii che c'era all'interno? E l'affidabilità elettrica? Senza contare il fatto, che nei primi 8/9 mesi di commercializzazione le consegne avvenivano col contagocce perchè aveva un telaio cosi' debole che spaccava i parabrezza... E dato che non costava due lire, chi compra auto di questo segmento può farsi ammaliare dall'immagine una volta, ma poi cerca la sostanza. Sostanza che paradossalmente c'era sulla successiva Kappa, alla quale mancava però del tutto l'immagine...
Gli interni della Croma che cadevano a pezzi dopo pochi anni?
Questi sarebbero i prodotti che vengono rimpianti?
Ho viaggiato sulle Fiat post Ghidella ed erano costruite enormemente meglio. Ad iniziare dalla tanto bistrattata Marea.
P.s.: Romiti non lo considero neanche una persona.. altro che manager..
#18 | Markino il 19/11/2021 23:39:06
Ho seguito l'intera discussione - ricca di spunti e riflessioni validi - che non di rado si fa largo su queste pagine, riguardando una fase centrale della storia motoristica recente, con impatti decisivi - e nefasti - sulle sorti della nostra industria e della nostra economia, che sino agli anni '80 vedeva nell'automobile un settore indiscutibilmente trainante.
Ho poco tempo per scrivere, ed evito quindi anche di puntualizzare alcuni passaggi sui quali non mi trovo, ma credo che un argomento essenziale sia stato toccato da alequattro75, e riguarda l'aspetto della qualità costruttiva. Le vetture del Gruppo FIAT erano spesso, progettualmente, di buon livello, anche superiore rispetto alla maggior parte (o la totalità) delle concorrenti, ma, altrettanto spesso, non eccellevano nell'accuratezza della finitura, soprattutto rispetto a tedesche e giapponesi, benchmark del settore, e questo, a mio giudizio, perché il Gruppo aveva finito per cullarsi nell'idea che una vasta fascia di clientela, abituata a considerare la FIAT come naturale od unico riferimento per l'acquisto di una nuova vettura, avrebbe mantenuto all'infinito questo comportamento, originatosi quando il mercato era più chiuso, e lo erano anche gli orizzonti mentali dei consumatori. I tempi, tuttavia, stavano cambiando, e la clientela si sentiva sempre meno "culturalmente" vincolata al primo costruttore nazionale, e sempre più libera di valutare nel merito, senza pregiudizio, proposte alternative. Lampante, a questo proposito, l'incredibile boom di vendite registrato dalle nuove edizioni delle Volkswagen "Passat" e "Polo" tra fine anni '80 e primi '90 (mentre la "Tipo" perdeva di colpo il 50% delle consegne), quando la quota di mercato dei marchi nazionali scese irrimediabilmente - circostanza impensabile sino a qualche anno prima - sotto il 50%. A un certo punto, era quindi "saltato il tappo", e gli automobilisti non si erano più sentiti paghi dei soliti vantaggi competitivi, come la qualità dei motori, generalmente superiore alla concorrenza, o la capillarità della rete di vendita ed assistenza, ma esigevano anche, come è peraltro giusto in qualsiasi mercato, una qualità adeguata alla spesa sostenuta, fattore che non sempre poteva dirsi realizzato, e che il Gruppo aveva pericolosamente sottovalutato, evitando di presidiarlo con saldezza nell'intera filiera. Il tardivo e frettoloso annuncio di un passaggio alla "qualità totale", intorno al 1990, fu visto da certi osservatori più come un ennesimo modo per "spremere" i lavoratori, che non come l'avvio convinto di un nuovo paradigma costruttivo, praticato dai giapponesi almeno dagli anni '60.
Concludo brevemente ricordando che Romiti si guadagnò vasti consensi nel mondo economico e politico soprattutto per la sconfitta, nel 1980, delle pretese sindacali, fattore che non è certo estraneo alla faraonica liquidazione percepita uscendo dal Gruppo, nel 1998, poi rapidamente dilapidata con i figli in operazioni societarie ed industriali dagli esiti disastrosi.
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