Da questa prospettiva risultano ancora più evidenti le carreggiate strette e la fanaleria posteriore particolarmente "importante".... insomma non certo un esempio di design.

Terrificante.... sia rispetto alle antenate che in assoluto.
Penso che il design delle auto americane degli anni '70 sia il punto più basso della storia dell'auto (anche se le auto giapponesi, ancora oggi, non sono da meno...).

Concordo in pieno. Pensando alle prime due serie, è raccapricciante.

Orrenda! A mio avviso non dovrebbe nemmeno portare il nome Mustang.

Terribile anche considerando la magnificenza estetica e meccanica delle sue antenate. Era meglio non utilizzare proprio il nome Mustang su questa vettura.

Le buone condizioni generali e la gradevole tonalità di questo esemplare fanno da - insufficente - contrappeso al design piuttosto infelice e all'immagine poco entusiasmante del modello (perlomeno se valutato negli ultimi decenni).
Riesce arduo comprendere come, negli Stati Uniti, la "Mustang II" ottenne un buon successo di vendita, sapendo da quale ceppo proveniva, ma tant'è, così fu: i gusti e le esigenze della clientela erano evidentemente cambiati intorno al 1973-'74, o comunque la Ford era riuscita a plasmarli seppur con un prodotto completamente modificato.
Come ipotizzavo già qualche tempo fa, a giudicare dal numero di esemplari superstiti (11 censiti nel tempo su Targhe Nere, nessuno dei quali di importazione anni '90 e seguenti, come accade invece frequentemente per le "Mustang" pre-'74) questo modello, nelle sue varie configurazioni, ottenne un qualche riscontro anche sulla nostra piazza, prevalentemente concentrato nei primi MY, circostanza quasi unica per una vettura americana di tipologia diversa dal fuoristrada o dal SUV durante gli anni '70. Non mi stupirei se le unità complessivamente vendute nuove - o introdotte seminuove - siano state più di 150, se non 200.

Sicuramente non è un esempio di design, ma a me quelle che entusiasmano meno sono le Mustang anni Ottanta.

non sapendo che fosse una Ford, l'ho scambiata per una giapponese anni 70