"Carburatori" elegantemente rifinita in bronzo Longchamps con selleria in velluto color "visone", se vedo bene, e corredata di nobile targa.
Considerato anche il volume di produzione piuttosto modesto (circa 14mila esemplari nelle due versioni realizzate), il parco superstite si è rivelato assai più ricco di quanto non facessero supporre le poche unità che si incrociavano per strada già a fine anni '80, e, in seguito, il lungo disinteresse di gran parte del mondo del collezionismo, che ha riscoperto questo modello solo da pochi anni. Silenziosamente, nel frattempo, diverse unità sono state mantenute in vita al chiuso, spesso conservate entro la stessa cerchia famigliare, come può suggerire, anche in questo caso, la frequenza delle targhe d'origine.
Molto bello, dato anche il contesto, lo scatto d'anteprima.
Secondo me, la "migliore" berlina italiana di sempre. Qualità, finiture, eleganza e perchè no, prestazioni, erano splendidamente amalgamate. La preferisco alla successiva Thema.
Stavolta sono in totale disaccordo con "alequattro75" : a me questa berlina mi dice poco/nulla e le preferisco molte altre berline del periodo sia italiane (Alfa) che straniere (sono troppe da elencare... ). Non che le mie prescelte poi abbiano qualità superiori a questa Lancia, è solo mio gusto personale...
Risulta anche molto difficile confrontare vetture di epoche così differenti,la 2000 a me piace molto come piace molto anche la Thema ma tolto il parere estetico mi riesce impossibile paragonarle.
Anche a me piace molto la Thema (specialmente la prima serie) ma come qualità era nettamente inferiore a queste "vere" Lancia.
Sarebbe interessante valutarne le doti stradali in una comparativa. La Thema l'ho guidata ed a fronte di una indubbia sicurezza stradale non mi entusiasmò granchè.
È il primo particolare che ho guardato!
Sfoggiata con orgoglio dal conducente, il quale, probabilmente, non bada troppo ai dettagli fuori ordinanza, come il penzolante terminale di scarico.
Come già scritto, rimane incomprensibile per lo scrivente, la privazione del cambio a cinque rapporti (ottenibile solo a richiesta nel 1972) su una berlina raffinata e costosa - che vantava l'idroguida ZF a circolazione di sfere - quando la più economica Fulvia seconda serie, lo offriva di serie.
Sul lunotto si intravede anche la ghirlanda del mondiale rally 1972.
Direi che le quotazioni sono ancora più che abbordabili, POICHÉ, come già detto, ancora fatica leggermente ad essere considerata in ambito collezionistico. Esemplare ottimo, per tinta e targhe, scatti idem. Io onestamente non mi vergognerei delle tendine, anzi le chiuderei anche!
Tra Thema e 2000 preferisco esteticamente la prima: la 2000 mi pare una Volvo più ingentilita ed elegante. Motoristicamente non possono essere paragonate, qualitativamente meglio la 2000, anche se già ci si avvicinava all'oribita FIAT...
non bada troppo ai dettagli fuori ordinanza, come il penzolante terminale di scarico.
Forse è un effetto indotto dall'ombra ma ti assicuro che il terminale era perfettamente montato e, in generale, la vettura è perfetta. Il proprietario, con cui ho scambiato qualche chiacchiera dal finestrino (io ero sullo scooter accostato al muretto a destra), ne è giustamente orgoglioso.
ti assicuro che il terminale era perfettamente montato
Il rivestimento inferiore presenta un incàvo dove inserire la parte terminale del tubo, in modo da intravedere il silenziatore, in pratica è il contrario della Beta coupé, la quale non permette di celare il suddetto a causa della particolare sospensione posteriore. Non è semplice centrarlo, ma è un altro vedere; la Fulvia, ad esempio, ha un terminale molto simile e lo stesso incàvo:
Hai ragione! E' solo che io non ho mai visto una 2000 con il tubo alto fino ad occupare lo spazio lasciato dall'incavo che potrebbe essere stato derivato solo per evitare che in caso di oscillazione verticale lo stesso urti il rivestimento. Anche nella maggior parte degli esemplari presenti nel sito la marmitta è sempre ben visibile e il tubo non riempie l'incavo. Sembra un difetto che affligge molti esemplari.
Esattamente; questo accade perché, come ho già scritto, centrare il finale di scarico è un'operazione molto laboriosa, in altre parole, c'è da perderci molto tempo. Inoltre la linea di scarico è composta da cinque elementi e due silenziatori, basta montarne uno fuori quota e tutti gli altri ne risentono, con il risultato di vedere la parte terminale pendente.
(foto "ARGiuliasuper" )