Una delle mie auto preferite, particolarmente in questa versione iniziale, in virtù del suo stile chiaramente americaneggiante. Questa colorazione le dona particolarmente facendo risaltare le belle e tipiche cromature.
Noto solo adesso che si tratterebbe di un'auto del 1955.
Non dovrebbe essere quindi una versione A? Oppure, come mi pare più probabile, si tratta di un immatricolazione tardiva.
Pezzo di storia motoristica di grande suggestione, trattandosi della prima vettura FIAT interamente nuova - e con carrozzeria portante - del dopoguerra, costruita con tecnologie moderne acquisite anche tramite i finanziamenti del Piano Marshall.
Nel rinnovo integrale della gamma che si sarebbe compiuto nella prima metà del decennio, fu la "6C 1500" la prima ad essere sostituita, guardando a quella borghesia medio-alta che aveva ricostituito rapidamente le proprie sostanze dopo il disastro della guerra, e che tributò alla "1400", nei primi anni di commercializzazione, un notevole successo reso ancor più evidente dalla modestia del parco auto nostrano; di rilievo fu inoltre il contributo delle esportazioni, data la persistenza presso diversi costruttori, ancora nei primi anni '50, di vetture pur ottime ma progettate prima del 1940.
Questo favoloso esemplare, a me sinora ignoto, sfoggia le introvabili frecce a bacchetta laterali, e dovrebbe quindi appartenere al primo periodo di produzione, diciamo sino al 1951-'52, a spanne; probabile quindi una ritargatura - in "Patria", anziché, come accadrà spessissimo in seguito, all'inverso - già in epoca "1400 A", versione non molto dissimile lanciata nel 1954.
Avvistamento per me di grande valore intrinseco ed emotivo, sebbene tuttora questa importante berlina sia realmente aapprezzata da una fascia piuttosto ristretta di appassionati.
Mi sembra di ricordare che la 1400 fu progettata, oltre che coi finanziamenti del citato Piano Marshall, anche con l'apporto di grandi aziende americane che crearono innovativi metodi di produzione delle lamiere e di assemblaggio.
Questo esemplare è veramente fantastico per tinta e targa, immagino sia stato restaurato molti anni fa, forse quando alcuni elementi come la freccia laterale si potevano ancora trovare a buon mercato o, semplicemente, trovare senza dannarsi troppo.
Un'analisi molto seria di quell'epoca ricca di fervore, in cui la FIAT guardava inevitabilmente agli Stati Uniti, e alle sue tecnologie e metodi di produzione, è contenuta nel bel volume di Duccio Bigazzi "La grande fabbrica. Organizzazione industriale e modello americano alla Fiat dal Lingotto a Mirafiori", edito nel 2000 da Feltrinelli.
(foto "FamVit" )