Auto senz'altro originale nell'estetica, perciò oggetto di valutazioni contrastanti.
Io l'ho sempre trovata poco armonica ma con il plus (perché per me lo è, al di là di ogni dubbio) delle pop up lights.
Ora come allora, mi piace/piaceva moltissimo.
Coraggiosa, in un'epoca che non vedeva più in auge da tempo le Coupé per famiglia, e stilisticamente originale.
Trovandosi in una situazione, diciamo così, di "oligopolio" nella relativa nicchia di mercato, godette di un - relativamente - apprezzabile riscontro di mercato, godendo del notevole traino "reputazionale" degli altri modelli Volvo, che, pur non essendo ai vertici delle vendite, erano largamente apprezzati dagli automobilisti italiani.
Queste sono le youngtimer che mi piacerebbe vedere in maggior numero, al posto dei soliti 8/10 modelli sportivi/scoperti.
Proprio domenica ne ho ammirato con stupore un esemplare, bianco, uniproprietario, prime targhe PV 71, aggregato al Concorso d'Eleganza della Lomellina.
Nei primi anni '90, il mio oramai ex-preside di liceo acquistò una "Turbo" bronzo metallizzato, subito dotata di un potente impianto stereo, che mantenne per qualche tempo.
E' in sostanza una rivisitazione in chiave anni '80 dell'ardita - e per me bellissima - "1800 ES" prodotta nei primi anni '70, che trovò qualche sparuto acquirente anche in Italia.
Avendo bazzicato e amato per anni il mondo Volvo, mi associo ai commenti positivi .
Però la qualità (e l'affidabilità) era ben distante dalle grosse Volvo, che già non brillavano in fatto di componentistica.
Di questo modello, ricco di soluzioni stilistiche personali, ho sempre adorato la plancia affollata, le luci a scomparsa e i quattro sedili singoli.
La scritta "Turbo" destava ancora ammirazione nei giovani, anche se i 120 CV erogati erano una potenza tranquilla in rapporto alla cilindrata.
Altro dettaglio che mi ha sempre incuriosito è rappresentato dai side markers posteriori, di cui non ho mai capito l'esatta funzione non essendo funzionanti nel mercato europeo a cui era destinata.
L'affidabilità elettrica suscitò più di un mugugno all'epoca.
Altro dettaglio che mi ha sempre incuriosito è rappresentato dai side markers posteriori, di cui non ho mai capito l'esatta funzione non essendo funzionanti nel mercato europeo a cui era destinata.
Dovrebbero comunque essere catarifrangenti se non sbaglio, in questo caso un minimo di utilità lo avrebbero.
Anche a me è sempre piaciuta come linea, e qualche anno fa un pensierino sul prendere una Turbo lo avevo fatto.
Quanto alla scomodità, forse sono abituato "male" io, ma non trovo particolari difficoltà nel girare con auto basse, se non per la visuale ostruita in certe particolari situazioni dai mastodonti che ormai affollano le strade.
Qualche anno fa ho contribuito a far salvare dall'oblio la Turbo rossa della mia vicina di casa, che non la utilizzava più da una decina di anni.
Quando ero piccolo e sentivo la vicina che usciva con la Volvo, mi precipitavo alla finestra per osservare meravigliato le luci a scomparsa che si aprivano; la proprietaria, sapendo quanto mi faceva piacere, le apriva sempre solamente una volta uscita dal cancello, dove io potevo vedere questo piccolo "rituale"
Altro dettaglio che mi ha sempre incuriosito è rappresentato dai side markers posteriori
Erano un dettaglio che incuriosiva anche me quando, da piccolo, ne vedevo passare una. Probabilmente nascevano come predisposizione per il mercato americano (dove, però, la 489 non arrivò mai, causa ripensamento dell'ultimo minuto). Piuttosto che lasciare il buco vuoto, Volvo, sempre attenta alla sicurezza, decise di montare un catarifrangente; non escludo che fosse attiva anche la lucina al centro dello stesso, almeno nei Paesi in cui ciò era consentito.
Altro dettaglio che mi ha sempre incuriosito è rappresentato dai side markers posteriori, di cui non ho mai capito l'esatta funzione non essendo funzionanti nel mercato europeo a cui era destinata.
Da qualche parte avevo letto che la 480 era stata inizialmente studiata anche per il mercato USA, ma alla fine non se ne fece niente. Nonostante questo, alla fine mantenne comunque le specifiche di sicurezza di quel paese.
Ho posseduto per qualche anno una 480 Turbo nera, presa usata da un amico che causa nascita prole dovette passare ad una.. Atos! L'estetica può piacere o meno, ma è molto caratteristica e rende immediatamente individuabile il modello.
Qualcuno storse il naso per la presenza del propulsore 1.7 Renault, tuttavia si rivelò all'altezza della leggendaria qualità Volvo, pure nella versione Turbo (che era piuttosto 'soft' ).
Riguardo la componentistica i problemi che riscontrai (confermati anche dall'officina Volvo che frequentavo) furono essenzialmente due: il meccanismo alzacristalli (si spezzava facilmente un componente in plastica) e il gruppo dei piccoli tasti a destra sulla plancia, che gestivano la climatizzazione. Risolsi definitivamente il primo ricostruendo in metallo il componente in plastica, e il secondo irrobustendo il cablaggio della pulsantiera con spesso filo in rame saldato sulle piste del circuito stampato.
Confermo che i side marker posteriori erano catarifrangenti.