(foto "Kanon X" )

Ottimo esemplare restyling, in condizioni eccellenti. Notevole la presenza dei tergilavafari e dell'adesivo "aria condizionata" sul lunotto (quando ancora era un vanto averla, mi ricordo che si usava e si usa ancora oggi applicarle sui vetri dei pullman). Il colore mi sembra blu, notevole la persistenza della prima targa di provincia minore, non è da escludere un passato "ministeriale".

Esemplare magnifico di un modello che fin da quando ero piccolo, anni in cui si incrociava al massimo qualche "Turbodiesel 5" con la coda annerita, ha esercitato su di me enorme fascino. Manco a dirlo, preferisco (in controtendenza) questa versione restyling by Bertone col budget equivalente ad un panino alla mortadella: la sparizione dei rostri dei paraurti riducono convenientemente gli sbalzi immensi e rendono la linea più "asciutta", e i fari rettangolari coi romantici tergilavafari danno al frontale un'aria signorile per quanto meno sportiva.
Promossa anche la rivisitazione dei sedili, resi molto più ampi e comodi e rivestiti di un velluto bello anche da vedere.
Non riuscitissima questa versione due litri, alimentata ancora a carburatori e dalla buona potenza specifica (138 CV non erano pochi per un due litri), dotata di buona accelerazione ma di mediocre ripresa e consumi complessivamente superiori alla versione 2.5.
L'assenza della vernice metallizzata, dei cerchi in lega e del condizionatore erano le uniche cose che la differenziavano dalla "Quadrifoglio Oro", ma alla fine dei conti era difficile che quest' ultimo non fosse presente. Il resto della dotazione era "tutto compreso" e sostanzialmente invariata dal 1979, e nonostante mancasse qualche gadget all'ultima moda come il trip computer o il check control di serie su modelli Alfa molto meno costosi, faceva dimenticare le manchevolezze del design, soprattutto quello della plancia e del volante, mai adeguati al carattere di una berlina di quel rango.
Livrea dell'esemplare in foto molto apprezzabile, più che efficace per dissimulare le dimensioni esterne.

I cavalli della 2.0 erano 135 per la precisione. La mia non aveva i cerchi in lega ma l'aria condizionata opzionale sì. Poi io aggiunsi lo specchio destro, trovato da una macchina in demolizione in Romagna (durante le vacanze estive 1993). Sempre nel mio cuore....

Giovinezza riviera Romagnola mare sole ed Alfa6 stipata di ragazze, che immagini struggenti....

no Giovanni.... non ero in riviera con la macchina. Però ne notai una identica alla mia fuori da un meccanico, pronta per la pressa. E allora, tra una ragazza, un bagno e una piadina, trovai il tempo di smontare lo specchietto e un profilo cromato mancante sulla mia.

La stazza e il blasone incutono rispetto.


Ora ci sono altre tendenze, è il nuovo che avanza.

"Tendenze" che, posso assicurarti, esistono (e sono anche molto consistenti) anche tra gli appassionati di auto storiche... Di cui il sottoscritto è rappresentante.
E non argomenterò oltre su ciò che credo possa sottendere il tuo commento, onde evitare di finire in un ginepraio... Concludo facendo i complimenti per questa bella Alfa 6, vettura affascinante ma sicuramente dalla linea poco leggera, a mio avviso soprattutto per la spropositata fanaleria posteriore.

Concordo al 100%.
In questo senso, per me, è una rara eccezione.

Io invece, pur avendomi dovuto accontentare di una 2.0 (quindi seconda serie), preferivo (e preferisco) di gran lunga la versione del debutto. Una 2.5 di colore blu scuro, con i suoi cerchi in lega e la targa Milano per me sarebbe il top! Insomma, quella del film "Asso" mi andrebbe benissimo.

Urca, cosa hai tirato fuori, la celebre Alfa 6 teleguidata.

Del restyling non apprezzo il frontale.
Mentre mi fa impazzire la presa d'aria laterale con la B di Bertone stilizzata.
Un'autentica pacchianata nel più puro stile"eighties" che mi fa impazzire.