Versione aerodinamica alquanto rara e pregiata ; ogni anno alcune sono presenti alla frecciarossa ed al nuvolari
In particolare questa partecipò alla vera mm come testimonia il numero di partenza , corrispondente all'ora di avvio da Brescia , cioè le 5e44
Io non so se qualcuno di fronte a questo esemplare riesce a rimanere sbalordito come me, ma sicuramente nel 1948 credo che tutti rimasero a bocca aperta...
Costruita in 401 esemplari nel 1947-'48, quasi tutti rifiniti in rosso, la "1100 S Berlinetta Sport tipo Mille Miglia" riprendeva i concetti sviluppati in via sperimentale nel 1938 sulla "508 CS 1100 Berlinetta Mille Miglia", dotata di una vistosa carenatura aerodinamica che si prolungava sino in coda, e realizzata in collaborazione con la carrozzeria Savio; molti la ricorderanno impegnata in varie edizioni della Mille Miglia, con la particolare targa riflettente CT A00001.
Con la ripresa postbellica, tornarono anche le competizioni, in un fervore di idee e in un clima di "voglia di fare" di eccezionale vigore nonostante l'inevitabile penuria di mezzi ed infrastrutture. Per stare al passo, Dante Giacosa riuscì ad approntare in tempo per la Mille Miglia del 1947 una nuova berlinetta sportiva chiusa sfruttando ancora la collaudata meccanica 1100, che, adeguatamente trattata, e integrata con un radiatore dell'olio, arrivava a sviluppare ben 51 CV rispetto ai 32 della berlina di serie, per la notevole velocità massima di 145-150 km/h circa; il tutto "vestito" da una carrozzeria aerodinamica di foggia ben più aggraziata rispetto all'edizione del 1938, che, grazie anche al meraviglioso frontale a tre "lobi", avvicinava la "Sport" più ad un'elegante fuoriserie, seppur "estrema", che non ad una vettura da corsa "pura". Tanto lavoro fu ripagato dagli ottimi piazzamenti alle Mille Miglia del 1947 e '48, soprattutto per una cilindrata medio-piccola.
Su questa base meccanica, ma con un telaio tubolare abbassato, Piero Dusio e la sua equipe di progettisti crearono poi, nello stesso 1947, quell'assoluto capolavoro che è la Cisitalia "202".
Il magnifiico esemplare in foto, ancora con seducente prima targa, molto noto nel "giro" e presente a svariate edizioni della Mille Miglia, fu oggetto di un bel servizio su un Ruoteclassiche del 1988, quando era ancora di proprietà della famiglia d'origine; in anni più recenti, non escludo sia entrato nella disponibilità di qualche facoltoso appassionato straniero, o addirittura di un fondo d'investimento.
Dato - oltre al lungo tempo trascorso - l'intenso e logorante impiego agonistico di parecchi esemplari all'epoca, le unità superstiti sono inevitabilmente molto poche, ritengo non più di 25-30 circa, parte delle quali conservate nei soliti paesi nordeuropei, a cominciare da Olanda e Belgio; anni fa, era possibile incrociare alle fiere quella verde metallizzato - ma, se avevo inteso bene, nata rossa - che sfoggiava la prima targa emessa della nuova numerazione di Aosta, con relativa effige del leone ritto sulle zampe posteriori, poi andata all'asta a Retromobile.
Dante Giacosa riuscì ad approntare in tempo per la Mille Miglia del 1947...
In quella edizione, la prima del dopoguerra, le piccole Fiat 1100 S conquistarono le posizioni dalla quinta alla settima.
Considerando che le Cisitalia 202 (alla cui realizzazione aveva collaborato lo stesso Giacosa), che, come scrive Markino, erano derivate dalla 1100, avevano occupato le posizioni dalla seconda alla quarta, quella edizione della Mille Miglia fu un trionfo per la Fiat.
In particolare questa partecipò alla vera mm come testimonia il numero di partenza , corrispondente all'ora di avvio da Brescia , cioè le 5e44
Con questa numerazione risulta iscritta all'edizione del 1949, la prima ad adottare il criterio di numerazione basato sull'orario di partenza.
Vettura a dir poco stupenda, design basato esclusivamente sulla lavorazione delle superfici e privo di particolari orpelli sulla carrozzeria che danno all'insieme una percezione di pulizia delle linee incredibile.
Non sono un esperto in materia ma credo che in quel periodo 401 esemplari non fossero proprio pochi per una vettura del genere, riservata ad una ristretta nicchia di acquirenti (in un'epoca in cui già di per se le auto in generale erano per una parte ristretta di popolazione).
Considerando che le Cisitalia 202 [...] avevano occupato le posizioni dalla seconda alla quarta
La 2a posizione fu conquistata da un Tazio Nuvolari 55enne già sofferente ai polmoni al volante di una "202 Spider Mille Miglia"- poi nota come "Spider Nuvolari" - con la quale era rimasto in testa per gran parte del percorso, offrendo una prestazione epica degna della sua fama; complici difficili condizioni meteo, fu infine superato da Clemente Biondetti, che poteva contare su una ben più potente Alfa Romeo "8C 2900 B Berlinetta Touring" prebellica, ma il vincitore "morale" fu a furor di popolo il "mantovano volante" in una delle ultime gare disputate, prima di essere colpito da ictus nel 1952.
Anche di questa leggendaria impresa, e della "202 Spider" stessa, si parlava in un ottimo articolo pubblicato sempre in un Ruoteclassiche del 1988, che ritraeva pure la vettura in copertina.
Tra l'altro si dice che Nuvolari scelse la versione aperta della Cisitalia, evidentemente più esposta alle intemperie rispetto alla versione chiusa (che giunse terza al traguardo), proprio perché la carrozzeria aperta gli avrebbe permesso di respirare meglio.
Resta tuttora uno spettacolare e audace esempio di design applicato alle vetture da competizione. E' davvero un colpo di fortuna avvistarla in circostanze ordinarie e del tutto casuali.
Pezzo collezionistico di grande rilievo.