Questa dauphine con verniciatura "vissuta" e conservata vale cento volte una appena verniciata.. E' come l'intonaco di un palazzo storico : una nuova tinteggiatura cancella il passaggio del tempo.
Potrebbe trattarsi dell'immatricolazione "tardiva" di una giacenza di magazzino: credo che nel 1965 le Dauphine non fossero già più montate dall'Alfa Romeo.
E' come l'intonaco di un palazzo storico : una nuova tinteggiatura cancella il passaggio del tempo.
Pregevole punto di vista artistico-architettonico Concordo in linea generale sulla maggiore attrattività di una vettura conservata rispetto ad una appena uscita dalla cabina di verniciatura. Il velo del tempo ha un fascino irresistibile. Persino in talune mostre e concorsi d'eleganza sono state esposte in condizioni conservate importanti vetture, che hanno riscosso notevole consenso.
mi associo anch'io agli elogi per questa Dauphine originale e (sob!!!) mia coetanea
Di certo il nome per quest'auto non era proprio azzeccatissimo: il delfino è per antonomasia bello, elegante, veloce, mentre la Dauphine non poteva certo dire lo stesso il tutto unito ad una tenuta di strada non proprio eccezionale.
il tutto unito ad una tenuta di strada non proprio eccezionale.....
....che però migliorò di molto con la seconda serie (questa della foto) dotata di un sistema di sospensioni denominate "aerostable": comunque, non che la neonata Fiat 850 berlina fosse poi tanto meglio, pur essendo nata ben 8 anni dopo.
Proprio così, se ve lo state chiedendo, ho fatto in tempo a "provarle" tutte e due......e vi posso dire che il motore della Dauphine è veramente notevole; le uniche due cose che mi lasciarono un pò perplesso furono le portiere, di una leggerezza preoccupante (sembravano fatte di cartone) e la leva del cambio, talmente sottile da sembrare sempre sul punto di spezzarsi.
Questa in foto, oltre alle sopracitate sospensioni, è dotata di 4 freni a disco ed è riconoscibile esternamente per le 2 luci di illuminazione targa nel paraurti, dai cerchi ruota con 8 fori ad asola, gli stessi della Renault Caravelle, verniciati in color alluminio e dalla piccola scritta adesiva "aerostable" (qui non presente) posizionata nello specchio di coda, fra la battuta del cofano motore ed il fanale posteriore destro.
A parer mio, in questo blu medio è veramente una meraviglia...
#6 | Robex il 08/01/2013 15:23:19
Esteticamente, oltre alle targhette identificative, cosa distingueva la versione assemblata ad Arese, da quella interamente francese?
Tessuti interni, impianto elettrico (a 12V invece che a 6), cambio a quattro marce (le prime Dauphine erano a tre sole velocità), e sicuramente qualcos'altro che non ricordo.
#6 | Robex il 08/01/2013 15:23:19
Esteticamente, oltre alle targhette identificative, cosa distingueva la versione assemblata ad Arese, da quella interamente francese?
Tessuti interni, impianto elettrico (a 12V invece che a 6), cambio a quattro marce (le prime Dauphine erano a tre sole velocità), e sicuramente qualcos'altro che non ricordo.
... la fanaleria, anteriore e posteriore, di produzione italiana e di foggia differente da quella francese con la sola differenza dei proiettori anteriori concavi che rimasero uguali. Una curiosità: il gruppo dei fanali posteriori, specifico per questo modello, venne montato in contemporanea anche su un'altra vettura Alfa Romeo, la Giulietta SZ (Zagato), in entrambe le versioni, coda tonda del '60 e la successiva versione a coda tronca del '62. Praticamente, lo stesso fanale equipaggiava la vettura più lenta e quella più veloce nel listino Alfa Romeo del 1960..
Bella, anche questa è quella montata in Italia dall'Alfa ed è una prima serie, precisamente del 1960: luce targa specifica montata superiormente, cerchi ruota "pieni" con solo 4 piccole feritoie lenticolari e sul parafango anteriore, fra il lampeggiatore e la portiera, si può scorgere il logo dorato " Dauphine Alfa Romeo".
Ti garantisco che in Italia è più rara, se non impossibile da trovare, la versione marchiata Renault
Fino a qualche anno fa, nei raduni tra Liguria e Piemonte, mi è capitato di vedere più volte una "Gordini" avorio del 1962, targata TO 46, in ottime condizioni.
Complimenti Massimo per la preparazione sul modello...ti invidio per averla guidata!Anche io ho un debole per la Dauphine. Nel mio paese ne gira una, alfaromeo, con Targa nera a 5 cifre RE 4 ... Ho diverse foto, ma fatte durante una esposizione... E non le ho postate...
Markino il 09/01/2013 21:29:17
Ti garantisco che in Italia è più rara, se non impossibile da trovare, la versione marchiata Renault
Fino a qualche anno fa, nei raduni tra Liguria e Piemonte, mi è capitato di vedere più volte una "Gordini" avorio del 1962, targata TO 46, in ottime condizioni.
Già, se volevi una Dauphine "cattiva" dovevi per forza di cose andare in Renault, l'Alfa questa non l'ha mai assemblata.
Una Gordini con targa originale italiana è più rara di una Alpine 1600.....credo che gli esemplari presenti sul nostro territorio si contino sulle dita di una sola mano.
Mi sembra doveroso ricordare che una Renault Dauphine Gordini vinse l'edizione 1958 del Rallye di Monte Carlo!
Quando ero bambino, anni '60, la Dauphine era vettura abbastanza comune sulle nostre strade. Bella nella tonalità fumo di Londra, o grigio scuro, molto in voga in quegli anni. Motore ottimo e consumi contenuti, oltre alle pratiche 4 porte. La tenuta di strada era considerata, almeno a leggere la prova di Quattroruote, insufficiente, per quanto la vettura avesse avuto commenti lusinghieri sotto ogni aspetto. La successiva R 8 fu tutt'altra storia.