Rigettata in Italia, paese in cui, per più di una ragione, le vetture di tal genere non hanno mai avuto fortuna, l'Isetta trovò buon riscontro in Germania, dove fu prodotta su licenza dalla BMW a partire dal 1955, e dove esisteva una notevole proliferazione di microvetture, spesso bizzarre, delle quali il Concorso d'eleganza Villa d'Este, da tempo organizzato dalla stessa BMW (ennesimo esempio di colonizzazione nostrana in campi che dovrebbero esserci propri), ha offerto l'anno scorso, a Villa Erba, una notevole retrospettiva.
Chiaramente autovettura, come ad esempio la famosa Reliant che appare spesso in "Mister Bean" (quella però ha la ruota singola davanti). La targa "ZB" non mi sembra di averla mai vista dalle mie parti!
bella, c'è l'aveva mio nonno la isetta. Quella in foto è una primissima serie, dopo breve tempo la ruota singola posteriore fu sostituita con quella gemellata x via dei ribaltamenti
Meglio di no: per avere la stessa velocità degli autocarri dovrebbe viaggiare sempre a tavoletta. Al primo falsopiano obbligherebbe a una marea di sorpassi creando code pericolosissime.
Io la targa ZB l'ho vista due estati fa ad un raduno su una Fiat 124 Spider America 2000 Fuel Injection, la stessa che qualche anno prima ho visto con targa americana. Bella la Isetta, conosciuta "filmicamente" per le apparizioni nel telefilm "Otto sotto un tetto". Mi pare però che la Isetta fosse in origine Iso, poi successivamente venduta sotto licenza da BMW e Velam.
Quando venne presentata pagò, da noi, lo scotto che pagano progetti moltoo avanzati, o semplicemente in anticipo di 4/5 anni. Ed essere in anticipo può essere pericoloso come arrivare tardi. L'Isetta era una micro vettura geniale, con un motore a cilindro sdoppiato, pratica diffusa su certe motociclette tedesche ed austriache. E il prodotto tedesco affascinava l'ing. Rivolta, padre della Isetta, basti vedere le moto prodotte dalla Iso e confrontarle con le coeve motociclette tedesche leggere.
Il paese doveva ancora arrivare al boom automobilistico e proporre una micro car era troppo, e l'Isetta certo non poteva giocare a fare l'utilitaria, salvo che di lusso, come capitò quasi mezzo secolo dopo alla svizzera Smart. La stessa Fiat 500 inizialmente fu un insuccesso per identiche motivazioni: cara, angusta e costruita non certo bene, si rivolgeva ad un pubblico che, con poco di più, poteva comperare la 600. E coloro che la scelsero come seconda vettura erano veramente pochi. Gran bel pezzo, un'altro ancora, di quanto in Italia veniva "sfornato" pochi anni dopo la fine di un conflitto che aveva ridotto l'Italia in macerie.
Ho sempre associato l'Isetta al traffico cittadino, grazie alle sue ridotte dimensioni, anche se sono note le sue partecipazioni alla Mille Miglia (e l'unico esemplare che ho avvistato l'ho trovato all'arrivo di una gara di regolarità). Alla luce del commento n. 12, trovo questo esemplare particolarmente interessante (anche se meno funzionale di quelli successivi) in quanto presenta caratteristiche tecniche ben presto superate.